lunedì 26 luglio 2010

I VAMPIRI DI CIUDAD JUAREZ (di Clanash Farjeon, Ed. Gargoyle Books)



I vampiri di Ciudad Juarez di Clanash Farjeon (The Vampires of Ciudad Juarez)
Traduzione Chiara Vatteroni
Gargoyle Books, collana Nuovi incubi 17
pagg. 294, euro 14,00
ISBN 978-88-89541-43-2


Ciudad Juarez è una non proprio ridente cittadina messicana al confine col Texas. Una cittadina che ricorda ancora (soprattutto nel nome) gli antichi fasti delle rivoluzioni dei “peones” contro i proprietari terrieri. C'è un passato, ma non c'è futuro a Juarez. Le strade, gli edifici... tutto sembra decadere a passo lento. Ogni giorno, frotte di “wet back” cercano di guadare il fiume alla frontiera pur di entrare in Texas, lasciandosi alle spalle quella squallida realtà, mentre i signori della droga si spartiscono il territorio e il potere e appaiono in pubblico quasi come delle star hollywoodiane.
Ma Juarez è anche il teatro di efferati quanto misteriosi omicidi. Vittime smembrate, con vistosi segni di torture. Non è un regolamento di conti fra bande di narcos! Si contano all'incirca cinquemila omicidi e tutti ai danni di giovani donne, anche il più ingenuo sentirebbe puzza di qualcosa di più grande. E proprio sulle tracce di questo “qualcosa” si fionderà Michael Davenport, uno strambo giornalista inglese. Appena arrivato a Juarez si renderà conto che quella è una realtà ben al di là del suo rassicurante e pacato mondo anglosassone; una realtà in cui c'è sempre una sfumatura di fondo che ti sfugge. Per esempio, cosa ci fa una tigre siberiana che cammina tranquillamente per le vie della cittadina messicana? Eppure da quella tigre si dipanerà una vicenda folle e sanguinaria che coinvolgerà Davenport al di là di qualsiasi immaginazione.
Lasciatemi dire che questo libro è semplicemente stupendo. E lo voglio dire da lettore, non da recensore. Innanzitutto per la figura del protagonista. Se Michael Davenport esistesse davvero, gli andrei a stringere la mano, poiché non è il classico eroe-risolutore plasmato da decenni di machismo americano su celluloide. E' invece un perfetto anti-eroe: sulla cinquantina, forte bevitore, ventre prominente, ipocondriaco quanto basta. Inizia la sua avventura in preda ad una terribile infezione delle vie aeree, per combattere la quale assumerà dei lassativi, spacciatigli per antibiotici da un farmacista messicano. Il suo personaggio è caratterizzato in maniera sublime ed è la controparte comica a un romanzo dalle tinte più nere della mezzanotte. Perché al di là di questo, “I vampiri di Ciudad Juarez” è davvero duro per gli stomaci sensibili. L'impatto visivo di certe scene è strabiliante, anche se spesso si scende nel macabro (grazie a Dio, mi verrebbe da dire).
Finalmente un libro che non teme di buttare addosso al lettore vagonate di arti amputati, cadaveri in putrefazione o semi-distrutti dall'acido, torture e perversioni varie. Verrebbe di pensare che tutto questo libro proviene direttamente dalla fantasia malata di Lucio Fulci.
Al diavolo il “vedo-non-vedo”, al diavolo la forma e il canone, questo libro è un cazzotto nello stomaco a tutta la “bella” narrativa. L'autore, Alan John Scarfe (alias Clanash Farjeon) mette su un capolavoro a metà strada fra Scarface e un b-movie degli anni '80, con un risultato che lascia senza fiato.
State solo perdendo tempo a leggere questa recensione. Uscite immediatamente di casa e andate a comprare “I vampiri di Ciudad Juarez” e poi mi ringrazierete.
(Recensione a cura di) Valerio Bonante

domenica 11 luglio 2010

MARY TERROR (di Robert R. McCammon, Ed. Gargoyle Books)



Formato: Brossura
ISBN: 978-88-89541-41-8
Pagine: 416
Pubblicato: Aprile 2010
Prezzo: Euro 16,00


Georgia, inizio anni ’90 del secolo scorso. Le vite di due donne, molto diverse tra loro, scorre in parallelo. La prima, Laura Clayborne, è una giornalista di cronaca rosa, moglie di un affermato agente di cambio, da cui aspetta un bambino e dal quale viene regolarmente tradita da tempo.
Mary Terrel, invece, è una donna che vive in clandestinità, sotto la copertura di diverse false identità . Ricercata da oltre vent’anni, pluriomicida, col nome di battaglia MARY TERROR la donna faceva parte di un gruppo terrorista militante, lo Storm Front, una deviazione dei movimenti pacifisti hippies della Love Generation degli anni ’60.
Mary era follemente innamorata del leader dello Storm Front, Jack Gardiner, conosciuto come Lord Jack, da quale aspettava anche un bambino.
Il sogno d’amore di Mary e Jack ebbe fine, insieme agli ideali deviati dello Storm Front, la notte del 1° luglio 1972. Il gruppo era riunito per pianificare una misteriosa missione, denominata in codice “Signora Piangente”, quando fu letteralmente annientato da una devastante incursione di Polizia e FBI. La resistenza dei giovani terroristi era stata notevole, tanto sangue era stato sparso da entrambe le parti, ma alla fine la potenza di fuoco e l’utilizzo di mezzi da guerra da parte delle forze dell’ordine aveva avuto la meglio. I quattro superstiti, tra cui Mary e Jack, erano stati dispersi e non si erano più incontrati negli anni a seguire, ognuno preso a costruirsi una nuova identità, ognuno a fuggire dalle conseguenze degli orrori passati.
Ma per Mary Terror quella guerra non è mai finita. Un giorno, acquistando per caso una copia della rivista Rolling Stone, scopre un annuncio apparentemente senza senso: un invito, un appuntamento, una data precisa, il riferimento alla Signora Piangente…
Per Mary è chiaro: Lord Jack è tornato e sta chiamando i membri superstiti dello Storm Front, per riformare il gruppo, per riaverla al suo fianco, per provare ancora una volta a cambiare il mondo. Mary sa che non può mancare, e sa di dover portare un pegno d’amore all’unico uomo che abbia mai amato, quell’uomo che ha così tanto idealizzato da darle la forza di sopravvivere in tutti quegli anni. E quale pegno d’amore, se non un bambino in carne e ossa che sostituisca quello che aspettava da lui, che ha perso nell’ultima battaglia dello Storm Front?
Mary elabora così il folle piano di rapire un neonato, proprio nei giorni in cui Laura Clayborne mette al mondo il suo.
Traumatizzata dalla scoperta del tradimento di suo marito, la giornalista affronta il parto in condizioni psicologiche spaventose, ma la nascita del bambino, chiamato David, le restituisce un briciolo di serenità.
Serenità che viene immediatamente disintegrata dal rapimento quasi subitaneo del bambino, in ospedale, da parte della terrorista.
Accertata l’identità della donna grazie all’aiuto della Polizia, Laura resta però sconcertata dal fatto che Mary Terror sembra un osso troppo duro per le forze dell’ordine. Le ricerche non portano da nessuna parte, e suo marito e i suoi genitori sembrano rassegnarsi al fatto che, nelle mani di una pazza del genere, il bimbo potrebbe essere già morto.
È a quel punto che l’amore materno di Laura, unito al senso di abbandono da parte della famiglia e della Polizia, le fa scattare un meccanismo interno che letteralmente la trasforma.
Appigliandosi a una debole traccia, Laura inizia la sua caccia personale a Mary Terror, un inseguimento epico e terrificante che porterà le due donne ad attraversare gli Stati Uniti d’America in lungo e in largo, in situazioni ambientali impossibili, in condizioni umane inenarrabili, lasciandosi dietro una scia di sangue senza precedenti, fino ad arrivare a un finale pazzesco, incredibile, a cui non osiamo accennare, qui, per ovvi motivi…
Forse il romanzo più bello e completo di Robert R. McCammon mai pubblicato in Italia, “Mary Terror” ha un messaggio intrinseco di rara bellezza e magnificenza: quando una donna viene dilaniata nei suoi affetti e nei suoi sentimenti, nel suo essere più profondo, può trasformarsi nella forza più terrificante che esista in natura, più forte delle forze della Natura stesse. In questo romanzo noi ritroviamo ben due esemplari di questo tipo di donna: una trasfigurata dall’amore materno, l’altra dall’amore idealizzato. Una positiva, una negativa. Ma entrambe, indubbiamente, degne di un grande, incondizionato Rispetto.
“Una cavalcata selvaggia nel terrore… Un’epica avventura nel mondo della follia”, dice Dean R. Koontz per definire “Mary Terror”.
Un libro dedicato alle Donne. Quelle vere! Aggiungerei io…
(Recensione a cura di) Domenico Nigro