lunedì 3 agosto 2009
L'ESTATE DI MONTEBUIO (di Danilo Arona)
di Danilo Arona
Gargoyle Books, 2009
482 pagine
13,50 €
Prima di iniziare con la recensione vera e propria di questo libro, ci tengo a chiarire subito una cosa ai miei quattro lettori (e già questa è cosa alquanto inconsueta per lo stile di questo blog): “L’estate di Montebuio” di Danilo Arona è il romanzo horror più bello in assoluto che io abbia letto quest’anno! Ma anche il più complesso e difficile da recensire, per struttura, trama e chiavi di lettura.
Ma andiamo con ordine e vediamo di focalizzare il nucleo di base della storia (e già questo non è cosa semplicissima)…
Monte Buio (alta valle Scrivia, Liguria), 9 gennaio 2008. Il cadavere mummificato di una ragazzina genovese, Miriam Cavanna, scomparsa circa quarantacinque anni prima nel corso di una tradizionale, quanto macabra, processione religiosa, riappare misteriosamente nelle acque del laghetto in cima alla montagna. Il ritrovamento viene effettuato grazie a una stranissima lettera anonima, che sembra essere stata battuta con una vecchia macchina da scrivere. Anche il cadavere della bambina, come rivelerà l’autopsia, presenta non poche anomalie, al di la delle cause accertate di morte, assolutamente agghiaccianti (distruzione degli organi interni con sistemi di tortura inenarrabili).
Le indagini vengono affidate al tenente colonnello Ivan Manfredi, del Comando Carabinieri di Savignone, e al suo amico Marco, anonimo e disilluso anatomopatologo dell’Arma. Casualmente, i due scoprono un importante collegamento tra la ragazzina assassinata tanto tempo prima e Morgan Perdinka, famoso scrittore di best-sellers horror, morto suicida esattamente un mese prima nel suo loft di Milano in circostanze inspiegabili. I due appurano che entrambi, da ragazzini, trascorsero un’estate insieme a Montebuio nel 1962 (un anno prima della scomparsa di Miriam) e probabilmente vissero una brevissima, delicata storia d’amore.
Ma la parte “normale”, reale della storia finisce qui! Fin da subito, le indagini cominciano a prendere una piega sovrannaturale, e i due uomini si rendono conto di avere a che fare con qualcosa di infinitamente malvagio e incommensurabilmente più grande di loro. La Morte accompagna ogni loro passo, ogni piccolo progresso, e pian piano la Reale Essenza del Male prende forma: nell’inquietante colonia fascista che sorge sul monte, teatro in passato di avvenimenti agghiaccianti, e al presente di misteriosi e spaventosi fenomeni paranormali; negli strani riti decennali della celebrazione di Santa Mariana d’Antiochia, la Vergine Crocefissa; nello strano sale nero che abbonda sul Monte Buio, e che aveva fatto la sua comparsa nel corso di un “miracolo”, durante un bombardamento aereo risalente alla Seconda Guerra Mondiale; nello strano Mago che non invecchia, e nella sua orrenda marionetta Batti, che ogni anno, da decenni, tornano a Montebuio a “rallegrare” i villeggianti col loro demoniaco teatrino; le leggendarie, mostruose entità vampirico/demoniache chiamate Zannute, tormentatrici di partorienti e divoratrici di feti. E, last but not least…lei: la vera protagonista del romanzo, la vecchia macchina da scrivere Continental, animata di (orrenda, tenebrosa) vita propria, posseduta…già…ma da chi?
E mentre Ivan e Marco, anche con l’aiuto dell’agente letteraria (e amante) di Perdinka, la bellissima e affascinante Cassandra Marsalis, studiando vecchi scritti di Perdinka arrivano (parzialmente) alle reali motivazioni del suicidio dello scrittore, altri eventi terrificanti, introdotti da oscuri segni astronomici, spalancano le porte a un’Apocalisse nera e (forse) irreversibile…
Questa piccola sintesi non è neanche lontanamente indicativa della reale portata e sostanza di questo libro. Che è anche la sostanza del Male ivi contenuto.
In realtà, “L’estate di Montebuio” non è romanzo da una sola lettura. Se chi si accinge a comprarne una copia è un lettore frettoloso e insofferente, e in un buon romanzo cerca solo un’evasione da quattro soldi, eviti di spendere quei soldi: resterebbe deluso!
“L’estate di Montebuio” è un libro che va letto e poi riletto, ma non dalla prima all’ultima pagina. Piuttosto per mezzo, cercando di riassemblare capitoli e frammenti, rimescolarli e riassemblarli ancora, cercando di esercitare la mente tra tante realtà parallele su cui poggia in realtà il romanzo. Perché Morgan Perdinka e gli altri personaggi di questo romanzo muovono i loro passi in una realtà quantica assemblata da tante altre realtà passate, presenti e future, perpendicolari e parallele, che ruotano, scorrono e si incontrano come in un magico cubo di Rubik…
Danilo Arona è un infernale Mercante in Fiera, che distribuisce carte apparentemente senza valore ma dall’importanza enorme, e carte apparentemente fondamentali che però vanno giocate e rigiocate più volte prima di arrivare al loro obbiettivo…
Ma un rimprovero da fare a Mr. Arona è doveroso! Perché lasciare in sospeso situazioni interessantissime, come il destino dei due preti/astronomi della Specola Vaticana, o la mancata perquisizione nello studio di Don Malerba, dove probabilmente si celavano alcuni dei peggiori orrori di questo romanzo? E qual è il destino della bambina “nata con la camicia” capace di fronteggiare persino il potere delle orrende Zannute?
Stia tranquillo, Mr. Arona, che a noi di Ca’ delle Ombre dovrà confessarlo!* A costo di ricorrere alle torture del Prefetto Ollario (you know…)
* (prossimamente, videointervista esclusiva a Danilo Arona)
(recensione a cura di) Domenico Nigro
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