sabato 25 luglio 2009

Arriva "Il sangue di Manitou" di Graham Masterton, il nuovo incubo horror targato Gargoyle Books!




Gargoyle Books

presenta



Il sangue di Manitou

di Graham Masterton

Traduzione di Annarita Guarnieri
Introduzione di Claudio Asciuti



Un'invasione vampirica a New York



La trama. Alle soglie del Terzo Millennio, durante un'estate torrida, la città di New York è preda di una strana e terribile epidemia, di cui i medici non riescono a individuare l'origine. Tra i sintomi della misteriosa patologia ematica: difficoltà a ingerire cibo solido, ipersensibilità alla luce solare, e un'insostenibile arsura che può essere placata solo bevendo sangue umano. Mentre, nella metropoli, il panico dilaga, schiere di contagiati si riversano per le strade alla ricerca di sangue. Solo il sensitivo Henry Erskine capisce che ciò che accade non è affare risolvibile negli ospedali. Con il sostegno degli spiriti dei Nativi americani, Erskine si inoltrerà in un regno oscuro e sotterraneo a metà tra i vivi e i morti, dove dovrà condurre una lotta per la sopravvivenza della specie umana, una lotta in cui la morte non è che l'inizio.

Il libro. Pubblicato negli Stati Uniti nel 2005 da Leisure Books, Il sangue di Manitou è il quarto di una serie avente come protagonista Harry Erskine, "veggente, erborista e cartomante", noto in Italia per l'interpretazione datane da Tony Curtis nel film Manitù, lo spirito del male (The Manitou, 1978) di William Girdler, tratto a sua volta dal romanzo omonimo pubblicato nel nostro paese da Cappelli. Gli altri titoli della serie, inediti in italia, sono The Djinn (1988) e Burial (1992).

Abile nell'incrociare miti di diversa estrazione, ne Il sangue di Manitou Masterton riprende alcune delle figure leggendarie dei Nativi americani e le fa incontrare/scontrare con le radici del vampirismo originate dalla sua terra d'elezione, la Romania: non le fascinose figure in mantello nero care a cinema e letteratura, ma la vera essenza del mito, quella degli strigoi, ancora massicciamente diffusa nel paese.

L'autore. Ancora poco noto in Italia, Graham Masterton (Edimburgo, 1946) è riconosciuto a livello mondiale come uno dei grandi maestri dell'horror: in Francia gli viene intitolato un prestigioso premio letterario, il "Prix Masterton", giunto quest'anno alla nona edizione, e le sue opere vengono regolarmente pubblicate in diversi paesi, come Francia, Belgio, Olanda, Svezia, Grecia, Polonia, Romania. Masterton vanta una lunga carriera come giornalista e scrittore: è autore di oltre cento tra romanzi e racconti che hanno collezionato riconoscimenti di pubblico e critica in molti paesi. I suoi maggiori successi sono Charnel House (vincitore di uno Special Edgar conferito dalla Mystery Writers of America), Mirror (vincitore della Silver Medal of West Coast Review of Books), The House That Jack Built e Pray. Tre dei suoi racconti sono trasposti sul piccolo schermo per la serie "The Hunger", prodotta da Tony Scott. I diritti di uno dei suoi ultimi romanzi, Trauma (2002), sono stati acquistati dal regista Jonathan Mostow ("U-571") e diverranno a breve un film. Di Masterton, Gargoyle ha già pubblicato nel 2006 Spirit.

www.grahammasterton.co.uk



Da Il sangue di Manitou:



Finalmente raggiungemmo Ground Zero, il punto dove erano crollate le torri del World Trade Center e dove stava già cominciando a innalzarsi la Freedom Tower. Anche là non c'era nessuno. o quanto meno, nessuno che fosse vivo. Le baracche del cantiere erano tutte deserte e i pesanti macchinari. retroescavatori, scavatrici, bulldozer e betoniere. erano fermi e silenziosi. Vidi il corpo di un uomo pendere da una gru, appeso a una decina di metri di altezza come se fosse stato impiccato, con due o tre gabbiani che lo stavano beccando.

Quel posto aveva destato in me una quantità di emozioni, quando ero venuto in centro a vederlo, dopo l'11 Settembre, ma a quell'epoca erano in corso le operazioni di sgombero, e il luogo era rumoroso, affollato e pervaso di animata determinazione; mentre quella mattina appariva semplicemente spettrale, un cantiere deserto in una città popolata da cadaveri che marcivano e da nonmorti che potevano circolare soltanto con il buio. La gru emise ripetuti suoni metallici, e uno dei gabbiani reagì con uno stridio di irritazione.



Dall'introduzione:



Nulla di strano nella decisione di raccogliere più che la tradizione "classica" del vampirismo [.] quella posteriore, metropolitana e moderna: non più l'aristocratico individualista e il tormento della sua eterna condanna alla non-vita, ricalcato sull'originario modello del Dracula di Bram Stoker, quanto l'orda barbarica emofaga, la massa chiassosa e vandalica dei vampiri post-industriali che si riversano a legioni dietro il contagio collettivo. Con l'aggiunta di una variazione sul tema: l'infezione del sangue.



Hanno detto:



Il sangue di Manitou è un romanzo solido quanto un blocco di granito che ci proviene uno dei veri maestri del genere horror. Masterton scrive con in mente un unico obiettivo: la pagina successiva. "Se sono smanioso di arrivare alla pagina seguente, probabilmente i lettori proveranno la medesima sensazione".

Houston Chronicle



Nell'ambito dell'Horror, Graham Masterton è forse lo scrittore capace di suscitare i brividi più raggelanti.

Masters of Terror



Masterton è un narratore ipnotizzante il cui fascino risiede nel combinare conturbanti aspetti di debolezza umana con una sofisticata abilità di mantenere costante la tensione.

Genius



Dati tecnici del volume:

Prezzo: € 13,50

ISBN: 978-88-89541-34-0

Pagg. 378

martedì 14 luglio 2009

LA MALEDIZIONE DEGLI USHER (di Robert R. McCammon)



Titolo La maledizione degli Usher
Autore McCammon Robert R.
Prezzo € 17,50
Dati 2009, 486 p., brossura
Traduttore Staglianò F.
Editore Gargoyle


New York, 22 marzo 1847. Un gentiluomo in nero entra in un locale malfamato sulla Pell Street, lo “Scuoiamuli”, dove un Edgar Allan Poe malato e depresso trascorre gli ultimi giorni della sua infelice vita. Il gentiluomo in nero si presenta al romanziere come Hudson Usher, fratello di quel Roderick protagonista del celebre racconto di Poe “Il crollo di casa Usher”. Hudson accusa lo scrittore di aver infangato il nome della sua famiglia, celebrando nel racconto la sua rovina ed estinzione, mentre in realtà la Casata degli Usher vive e prolifera, e la famosa Gatehouse è ancora in piedi, forte e resistente agli attacchi del tempo come a quelli di scribacchini da strapazzo come lui...
Dopo aver offeso e umiliato Poe, Hudson Usher esce dal locale soddisfatto: il suo obbiettivo era appurare se lo scrittore, che si era avvicinato moltissimo, col suo racconto, alla verità sulla sua famiglia, lo avesse fatto dopo aver scoperto i terribili segreti che la circondano, o solo per un caso fortuito abbinato alla sua fervida fantasia, e ora è certo che si è trattato del secondo caso. A Poe non resta molto da vivere. Hudson Usher non ha più nulla da temere...

New York, primi anni ’80 del secolo scorso. Rix Usher è uno scrittore di best sellers horror, in crisi d’ispirazione dopo la tragica e inaspettata morte per suicidio di sua moglie.
Rix è la pecora nera della Casata Usher. Ha abbandonato la Gatehouse anni prima, rinnegando radicalmente i principi che la governano (lui è un pacifista convinto, mentre il resto della famiglia vive degli immensi proventi che derivano dalla fabbrica di armi che gestisce da generazioni).
Ma ora il destino sembra volersi accanire contro di lui: dopo la perdita dell’adorata moglie e la conseguente crisi creativa, anche gli editori cominciano a girargli le spalle, respingendo il suo ultimo manoscritto; inoltre, la sua salute peggiora di giorno in giorno: è il Morbo degli Usher, la misteriosa malattia che colpisce, da secoli, ogni membro della sua famiglia, con attacchi di panico che sfociano in una ipersensorialità impossibile da sopportare, fino a progredire in un vero e proprio, repentino, disfacimento organico. Lo stesso Morbo che affligge, ormai allo stadio finale, suo padre Walen. È per questo motivo che Rix viene richiamato d’urgenza alla Gatehouse: suo padre sta morendo e bisogna scegliere l’Erede, colui a cui spetterà il compito di gestire l’immenso patrimonio Usher, la fabbrica d’armi e tutto il complesso meccanismo d’affari della famiglia. A contendersi l’enorme torta sono soprattutto suo fratello Boone, sadico gestore di un’agenzia di freaks (scherzi della natura) e sua sorella Katt, modella di livello internazionale.
Tornato, suo malgrado, alla dimora familiare, Rix trova ad attenderlo Edwin Bodane, capo della servitù, l’unica persona in quella casa per cui Rix prova un affetto simile all’amore filiale. Le emozioni e i sentimenti che si impossessano di Rix al ritorno a casa sono contrastanti: la repulsione per i soldi sporchi di sangue che potrebbe essere costretto a ereditare, la paura per la Loggia (spaventosa e lugubre cattedrale che sorge in mezzo al tenebroso lago della tenuta), il riemergere dalla profondità dei suoi ricordi d’infanzia (a causa di recenti, inquietanti episodi), di strane leggende mitiche e spaventose legate alla sua famiglia, come l’Uomo delle Zucche, il demoniaco ladro di bambini, e Greediguts, l’enorme pantera dalle sembianze umane e la coda di rettile, si oppongono alle voci interiori che invece bramano il possesso della proprietà e alla follia omicida che ogni tanto sembra impadronirsi dello scrittore. Tra l’altro, dopo il ritorno a casa, la sua salute sembra migliorare a vista d’occhio.
La scoperta di abbondante materiale documentario e fotografico, anche molto antico, che suo padre Walen aveva fatto trasportare precedentemente dalla Loggia per motivi oscuri (ma legati, pare, alla realizzazione di una misteriosa quanto micidiale nuova arma da guerra, denominata "il Pendolo"), risveglia la creatività di Rix, intenzionato a scrivere la storia della sua famiglia.
Ma qui cominciano i guai veri: un giornalista locale, Wheeler Dunstan, e sua figlia Raven stanno scrivendo la stessa storia, raccogliendo con zelo, e contro ogni difficoltà, materiale attendibile già da molti anni. Perché? E perché gli abitanti della Briartop Mountain sono tanto ostili nei confronti di chi cerca di indagare sulle misteriose scomparse di bambini che da secoli si susseguono in quella zona della tenuta Usher?
E da dove derivano gli strani poteri di Newlan Tharpe, un giovane montanaro miracolosamente scampato (a differenza del suo fratellino) a un’apparizione notturna dell’Uomo delle Zucche? E chi è il misterioso Re della Montagna, che vive in una stranissima zona in cima alla Briartop Mountain, disseminata di rovine derivate da un’antica, leggendaria “Caduta delle Comete”? Questi e altri oscuri misteri si dipanano lungo tutta la trama del romanzo, fino all’apocalittico finale, quando tutte le forze, sia quelle del Bene che quelle del Male, si saranno schierate sulla scacchiera infernale della Loggia, in una sarabanda pirotecnica a base di incantesimi e magia nera degna di un romanzo della saga di Harry Potter...

Con “La maledizione degli Usher”, Robert R. McCammon ha voluto confrontarsi con un classico della letteratura mondiale, proseguendone la storia (laddove Poe l’aveva terminata) in modo credibile. Impresa non facile, ma McCammon ce l’ha fatta, e di questo bisogna rendergli merito. Certo, il finale ‘dark fantasy’ assottiglia un poco lo spessore generale della trama, ma de gustibus...
Gli appassionati di Edgar Allan Poe esulteranno o si sdegneranno per questo libro, ai posteri l’ardua sentenza... Ma nessuno potrà dire che non si tratta di un romanzo all’altezza della fama di McCammon, uno dei Grandi Maestri della letteratura horror americana!

(recensione a cura di) Domenico Nigro

mercoledì 8 luglio 2009

ESBAT (di Lara Manni)



Lara Manni, Esbat
HORROR
Feltrinelli
Canguri - 2009
pagine 276
prezzo 16,50 euro


La Sensei, celebre scrittrice di manga, sta terminando le ultime pagine dell’opera che l’ha resa famosa in tutto il mondo, con un pizzico di rammarico ma con la consapevolezza che, da quel momento in poi, potrà godersi la sua vita (cosa che non ha mai fatto). La Sensei è sempre stata una donna schiva, dedita al lavoro e ad accumulare successo ed è per questo che, a cinquant’anni, si ritrova da sola a dover destreggiarsi coi demoni della sua vita passata. Nonostante tutto, è venerata dai numerosissimi fans, grazie al fatto di aver dato vita, nel suo bellissimo manga, a personaggi avvincenti, pieni di pathos.
Quella stessa notte, mentre si accinge a scrivere la parola fine alla sua opera, accade qualcosa di strano, di poco ‘sensato’. Dalla finestra della sua magione fa capolino uno strano figuro, coi capelli d’argento e vestito in modo regale, che ha tanto in comune con Hyoutsuki-sama, il protagonista del fumetto, un nobile demone al quale il suo antagonista Moeru ha tagliato un braccio. La Sensei non riesce a credere a ciò che vede e pensa che ciò che le è apparso di fronte sia solo una visione originata da qualche bicchiere di troppo.
Dopo i primi attimi di smarrimento, la scrittrice si rende conto che Hyoutsuki è reale, che ha abitato in una specie di mondo parallelo dove era proprio Sensei a modificare a piacimento l’ordine delle cose. Il demone infatti è giunto sulla terra per chiedere alla scrittrice di cambiare il finale del suo manga. Ben presto Sensei si innamora del personaggio che ella stessa pensava di aver creato e Hyoutsuki, in cambio di un finale diverso della sua opera, le promette di tornare una volta al mese a farle visita. Per fare tutto ciò però, c’è bisogno di un particolare rituale chiamato ‘Esbat’, che richiede il sacrificio da parte di Sensei di alcune parti del suo corpo. Ella, accecata dall’amore per il demone, decide di tranciarsi prima alcune dita di una mano, poi alcune dita dei piedi. Infine decide che, probabilmente, potrebbe sacrificare alcuni dei suoi fan, i quali la ammirano e la venerano come una dea. Tra questi riti di sangue, che permettono al demone di passare da un mondo ad un altro, si intromette una sensibile e schiva ragazzina italiana di quindici anni, Ivy, appassionata di manga e fantasy, che ha come unico punto di sfogo la ‘rete’. Sarà proprio la ragazza (che come la Sensei sembra avere una certa influenza sul mondo di Hyoutsuki) a rappresentare l’unica via di uscita da questo cerchio di morte…

Esbat è nato come fan fiction del manga Inuyasha e dapprima era stato pubblicato a puntate sul blog dell’autrice. Esso però non è solo un romanzo che tenta di attrarre gli appassionati di manga e del Giappone in generale, ma la sua forza sta nelle tinte spesso macabre che l’autrice utilizza per descrivere personaggi ed eventi e soprattutto nella fragilità di questa donna di mezza età (la Sensei), che per il ‘suo demone’ riuscirebbe a fare davvero qualsiasi cosa. Molto probabilmente in questa donna che ha rinchiuso il suo vero essere in un guscio per tanti (troppi) anni, possiamo rivederci un po’ tutti in quanto, chi almeno una volta non ha pensato all’amore volto al suo lato più estremo?
Ciò che un po’ stona nel romanzo è forse l’eccesiva dose di informazioni che vengono date e l’uso della Wicca come arte magica utilizzata per svolgere i rituali che vengono descritti con cura nel romanzo. Penso che questa scelta potrebbe essere poco condivisa dai Wiccan o da chi professa questa religione ( in quanto religione comunque ‘benevola’ volta all’adorazione della natura) ma nel complesso Esbat è un romanzo solido, diverso, ‘fresco’ che di certo conquisterà il cuore delle giovani lettrici (che sicuramente troveranno in Hyoutsuki il bello e dannato che fa palpitare il cuore) e anche ad un pubblico meno giovane, che scoprirà un mondo del tutto nuovo e si ritroverà nella Sensei e nella sua disperata ricerca di se stessa e dell’amore.

Lara Manni, l'autrice di Esbat, ha trentadue anni e scrive fan fiction. Il suo blog è www.laramanni.wordpress.com

(recensione a cura di) Susanna Angelino

lunedì 6 luglio 2009

"IO CREDO NEI VAMPIRI" - Dal 2 luglio 2009 in libreria un saggio fondamentale sulla figura del vampiro, ristampato da Gargoyle Books...


Gargoyle Books



presenta


Io credo nei vampiri

di
Emilio de' Rossignoli

Con un'introduzione di
Angelica Tintori



Interventi di

Danilo Arona e

Loredana Lipperini


Dal 2 luglio 2009 nelle librerie




La trama. Emilio de' Rossignoli - intellettuale che non perse mai di vista l'importanza della radice popolare della cultura - è il brillante cicerone di un viaggio suggestivo dove sfilano vampiri, lemuri, incubi, succubi, golem, mummie, licantropi, zombie, fantasmi, e dove storia, mito e cronaca si intrecciano in un raffinato montaggio di argomenti e interpretazioni. Una storia organica del vampirismo dalle origini ai nostri giorni, dal trascinante furore enciclopedico. La prosa limpida e lo stile sapientemente ironico conferiscono al testo una solida tenuta narrativa così che, pur trattandosi di un saggio, Io credo nei vampiri si legge come un romanzo, e proprio le pagine che sembrerebbero datate sono tra le più interessanti per i corsi e ricorsi di cui la storia del costume nostrano sembra essere popolato (le mode, le tendenze, le partigianerie, i collettivi incuriosimenti).

Il libro. Pubblicata dall'editore Luciano Ferriani per la prima volta nel 1961 e da allora mai più ristampata, Io credo nei vampiri è un'opera eccezionale che è stata e resta tuttora tra i primi e rari contributi non accademici sul vampirismo, dove competenza e intrattenimento si accordano felicemente. L'idea del libro maturò Fu sulla scia dell'enorme successo mondiale della pellicola Dracula di Terence Fisher (Horror of Dracula, 1958) - qualcosa di molto simile a quanto sta accadendo ora con il romanzo Twilight di Stephanie Meyer e con l'omonimo film che ha recentemente sbancato i botteghini di mezzo mondo - che 'de Rossignoli maturò l'idea di scrivere Io credo nei vampiri.

Nel suo saggio, l'autore si mette letteralmente al servizio di un tema che, nelle sue mani, diventa straordinariamente fertile, e scandaglia tutto lo scandagliabile attorno ai vampiri, che vengono analizzati da un punto di vista cinematografico, letterario, musicale, pittorico, religioso, mitologico, politico, scientifico, biologico, botanico, giurisprudenziale e di costume attraverso un avido e ricercato saccheggio di aneddoti, dicerie, leggende, credenze, folclori locali, visioni, formule e maledizioni arcane, cronache, trattati, rapporti ufficiali, testimonianze, antichi dizionari, e libri e giornali. Oltre a offrire un'occasione di conoscenza eccezionale e dai risvolti inattesi, de' Rossignoli mette i lettori davanti alla loro disponibilità a credere, a fidarsi, sfuggendo qualunque paura nei confronti del vampiro, una figura avvolta da pregiudizi solo in quanto diversa.

Autorevolmente e piacevolmente persuasivo, Io credo nei vampiri è un libro che dà molte risposte sul senso del terrore nell'arte e nella vita.

L'autore. Nobile di origine dalmata, Emilio de' Rossignoli nacque a Lussino in provincia di Pola, nel 1920. Dopo gli studi compiuti a Trieste e a Genova, si dedicò al giornalismo, specializzandosi nel campo dello spettacolo. Figura poliedrica di vastissima cultura, spaziò con disinvoltura dalla critica cinematografica e televisiva ai reportage di costume fino alla cronaca nera. Oltre a scrivere su quotidiani generalisti, de' Rossignoli fu un firma di spicco di periodici di settore come "Festival", "Novellefilm" e "Hollywood", collaborò anche per il cinegiornale di attualità "La Settimana Incom" e per il rotocalco "Settimo Giorno", e partecipò alla breve avventura della storica rivista di Gino Sansoni, "Horror" - a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta - dove teneva un'erudita e divertente rubrica intitolata 'Orizzonti del fantastico'. All'insegna della versatilità fu anche il rapporto che de' Rossignoli ebbe con la letteratura: egli, infatti, si cimentò con la saggistica, il romanzo rosa, il poliziesco e la fiction avveniristica. Oltre a Io credo nei vampiri - certamente la sua opera più importante -, ricordiamo i romanzi: H come Milano (1965), Lager dolce Lager (1977), Concerto per una bambola (1981), Strega della moda (1981) e La donna di ghiaccio (1982). De' Rossignoli è morto nel 1985, a Milano.



Dal Io credo nei vampiri:



Come ogni argomento trattato senza preparazione, a dritta e a rovescia, per soli fini commerciali, anche il vampirismo ha raggiunto la sua inflazione nel 1960. Se ne parlava un po' ovunque, sui giornali e nei salotti, con la frivolezza elegante e scarsamente informata che contraddistingue la nostra stampa di divulgazione e i nostri gruppi di cultura. Persino certe riviste specializzate non hanno saputo resistere all'attrazione dell'argomento [...] Questo modo, chiamiamolo "allegro", di trattare l'argomento ci sembra indicativo per documentare l'inflazione vampirica. Leggerezza, superficialità, inesattezza, tono di superiorità, distacco sarcastico, incredulità aprioristica compongono tutto quanto si è scritto e detto - molto, troppo - sui vampiri durante la "moda" 1958-1960.



Dall'introduzione di Angelica Tintori:



La scelta di riproporre il libro di de' Rossignoli è determinata dalla volontà di far ripercorrere ai lettori le pagine di un testo-chiave per diverse generazioni di appassionati, capace ancora oggi di palesare vivo interesse, competenza, rispetto e profondità di analisi riguardo a un tema davvero poco frequentato dalla critica letteraria e di costume, almeno nel nostro paese.



Da In viaggio con Emilio di Danilo Arona:



Sul fare del quattordicesimo anno di età, i ragazzini attaccano a imitare gli adulti [...] Noi giocavamo [...] a poker. E, siccome soldi da mettere sul tavolo non esistevano, ci giocavamo i beni più o meno preziosi. Fu così che vinsi, con una scala reale di picche, la mia copia di Io credo nei vampiri [...] Emilio de' Rossignoli. Chi era costui? Un grande di sicuro. Sapeva tutto e di più sul magico e terrificante mondo dei vampiri. E scriveva non da adulto snob, ma da adulto saggio, perfettamente in grado di farsi comprendere da un ragazzino. E ancora - il dato più importante, perlomeno per me - Emilio ci credeva. [...] Al punto che [...] ritenni di non nutrire alcun dubbio al proposito: i vampiri esistevano. Gli argomenti di Emilio non ammettevano contestazioni.



Da Bruciare le stoppie di Loredana Lipperini:



Manca, in Italia, la consapevolezza della potenza letteraria dell'horror. Quella che potrebbe avere, e quella che ha avuto. È esistito, nel Novecento, un gotico italiano che sembra essere passato senza lasciare traccia: quello di Tommaso Landolfi, di Dino Buzzati, dello stesso Italo Calvino. L'horror italiano, oggi, è - salvo [.] eccezioni - quello di un piccolo gruppo che si trincera dietro l'incomprensione altrui, e che vivacchia senza guardarsi attorno.

domenica 5 luglio 2009

LA FATA VERDE - Storia dell'Assenzio (di Alex Panigada)



Editore: NUOVI EQUILIBRI
Collana: ERETICA
Pubblicazione: 01/2008
Numero di pagine: 98
Prezzo: € 10,00
ISBN-13: 9788862220101
ISBN:8862220103


Nel mio peregrinare tra le correnti del web, alla continua ricerca di libri strani e curiosi che abbiano attinenza col nostro genere preferito, recentemente mi sono imbattuto in questo volumetto di Alex Panigada, unico nel suo genere, che tratta in modo sintetico, quanto divertente ed esauriente, di un argomento che nel corso degli ultimi due secoli non ha mai cessato di costituire un soggetto di culto, una seducente Musa ispirativa, un particolare argomento di discussione (nei più raffinati salotti intellettuali quanto nelle bettole più sordide...), un vero e proprio oggetto d'arte... Stiamo parlando della Fée Verte, la "Droga degli Artisti", Il Genio Verde che nutrì la creatività di artisti come Baudelaire, Manet, Degas, Verlaine, Strindberg, De Maupassant, Van Gogh, Rimbaud, Wilde, Picasso, Hemingway, e per stare ai giorni nostri, Johnny Depp, Leonardo Di Caprio, Marylin Manson...Stiamo parlando dell'Assenzio!
Impreziosito da una bellissima prefazione dell'onnipresente Andrea G. Pinketts ("G", ci tiene a precisare, sta per Genio...), il libro si apre con una piccola storia del Liquore, creato come elisir da un medico francese in esilio in Svizzera, il dottor Pierre Ordinaire, e ne narra splendori e declino fino all'oblio (temporaneo...) che conobbe a partire dal 1905, quando un contadino svizzero, Jean Lanfray, sterminò la sua famiglia, colto da un raptus di follia che le Autorità attribuirono al consumo massiccio e abituale di assenzio da parte dell'assassino.
I capitoli successivo trattano della riscoperta dell'assenzio oggi, dei suoi sostituti (i pastis), i metodi di produzione, i rituali preparatori e i metodi alternativi e spuri, alcuni profili di "Bevitori Eccellenti", un prezioso "Album Fotografico" di famosissime opere d'arte aventi per soggetto la Fata Verde, i cocktails di cui è protagonista, ricette, libri, il cinema, la presenza dell'Assenzio su Internet...Insomma, di tutto e di più, concentrato in sole 104 pagine e scritto senza mai annoiare il lettore, anzi, con uno stile avvincente che spinge a leggere tutto in una sola volta, e poi rileggere, e rileggere ancora.
Un'autentica, piccola miniera di preziose informazioni per gli "assenziofili" incalliti: lo sapevate, per esempio, che il tanto decantato Hill's Absinth, che viene preparato flambè dai barman praghesi (con la tecnica utilizzata dagli eroinomani...) non ha assolutamente alcuna attinenza, né come prodotto né come rituale di preparazione, col vero assenzio che veniva consumato nell' Ottocento? E che un ottimo assenzio viene distillato, oggi, anche a Reggio Calabria (il nuovissimo Farom)? E che se volete assaggiare un assenzio autentico dovreste recarvi a Pontarlier, o a Fougerolles, o in Svizzera? E che la gradazione di un assenzio di altissima qualità deve stare necessariamente tra i 65 e i 75 gradi? Sapete cos'è una brouille? O che, durante le guerre coloniali francesi, l'assenzio veniva utilizzato dalle truppe anche come potente farmaco antimalaria?
Per dirla con Pinketts, "...Una piccola, insidiosa Bibbia sulla "fata verde".Una tavola della legge da trasgredire, un dizionario che non necessita dizione perchè parla da sé..."

L'Autore, Alex Panigada, nasce l'8 Luglio del 1970 a Milano, dove vive tutt'ora. Da molti anni è voce solista ed autore degli SpiritiLiberi. Nel 2001 esce il primo CD della band dal titolo "DIVERSO",accompagnato da un mini tour che vede gli SpiritiLiberi protagonisti di numerosi live in locali quali "Rolling Stone", "Crossroad", "Rainbow", "Shocking Club", "Indian Saloon"... Nel corso degli anni la band interviene in vari progetti musicali e collaborazioni, tra le più recenti la partecipazione alla compilation "Voci Nuove 2008", con ben due brani! Panigada è giornalista free-lance e socio fondatore dell' A.MYS, "Associazione Culturale Nipoti di Martin Mystère" dedicata al fumetto "Martin Mystere" ed al suo creatore Alfredo Castelli. In veste di scrittore esordisce con il libro "LA FATA VERDE - Storia dell'assenzio" (Stampa Alternativa), impreziosito dalla prefazione di Andrea G.Pinketts. Nel Marzo 2009 vince il premio giuria popolare, con il racconto "Il viso di Chiara", nel concorso letterario "CATTURANDI" indetto dalla Dario Flaccovio Editore. Nel Maggio 2009 vince il concorso "NECROMANE" indetto da houseofbooks.org con il racconto "Viaggio senza ritorno"...
Alex è anche proprietario della sala prove musicale "FreeMusic" di Cislago (VA), una struttura di circa 330mq con a disposizione 6 sale prove, che sta diventando ogni giorno di più un piacevole punto di ritrovo per musicisti ed artisti di ogni genere.

(recensione a cura di) Domenico Nigro

venerdì 3 luglio 2009

LO STRANO CASO DEL DR. JEKYLL E MR. HOLMES ( di Loren D. Estleman)





Titolo: Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Holmes
Autore: Loren D. Estleman
Prezzo: 13,00
Editore: Gargoyle
Traduzione di Paolo De Crescenzo
Introduzione di Roberto Barbolini.



«Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m'ha poi condotto a un così tremendo naufragio: l'uomo non è veracemente uno, ma veracemente due.»
Dr Jekyll
«Non c'è alcun ramo delle scienze investigative così poco praticato, eppure tanto importante, qual è l'arte d'interpretare le orme.»
Sherlock Holmes

Nel 1891, Sherlock Holmes s’imbatte per l’ultima volta nel suo acerrimo nemico, il Professor Moriarty, a Reichenbach, e muore nel duello. L’Inghilterra reagisce con un tale sentimento di frustrazione, che Sir Arthur Conan Doyle si vede costretto a resuscitarlo nei romanzi “Il mastino di Baskerville” e “L’avventura della casa vuota”. Tuttavia, morto il mito fondatore, non rimase da fare altro che rileggere all’infinito gli scritti mirabili che vedevano all’opera l’investigatore di Baker Street, e… sperare in un talento di quelli veri nell’arte dell’apocrifo. Questo talento è Loren D. Estleman. La Gargoyle Books se ne accorge prima di tutti l’anno scorso, pubblicando “Sherlock Holmes vs Dracula”, ed ora è la volta di “Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Holmes”. In questo raffinatissimo secondo apocrifo, pubblicato nel 1979 e inedito in Italia, Estleman (oltre a presentarsi ancora come semplice curatore di un manoscritto redatto dal Dr. John Watson), fa omaggio a un tempo a un’altra icona della letteratura, Il Dr. Jekill di Robert Louis Stevenson: costringe così Holmes a gestire come caso l’inquietante fenomeno del Doppelganger, e sposa la letteratura del giallo deduttivo a quella del terrore, che vedono entrambe il proprio padre iniziatore in Edgar Allan Poe (Auguste Dupin e i racconti dell’orrore fantascientifico). Estleman, grande conoscitore degli scritti holmesiani, ci cala perfettamente in quell’atmosfera e in quelle vicissitudini a cui siamo emotivamente legati, raccontandoci, per mezzo della penna del Dr. Watson, l’affiatamento che lega quest’ultimo a Sherlock nell’amicizia come nell’indagine, e ci riconsegna alle strade della perturbante Londra vittoriana. È questa Londra ad essere scossa dai crimini di Mr. Hyde, dal suo adoperarsi nel male per il male, senza alcun altro scopo che il piacere del male stesso. Ma che a muovere Hyde sia proprio questo impulso efferato “contro l’ordine costituito”, è pur sempre tutto da scoprire. Troviamo allora un indagine di cui Scotland Yard non è capace, una regina Vittoria che interviene appellandosi al genio di Baker Street, ed un altro legame, inesplicabile, che è quello che avvicina Mr. Hyde alla stimabile figura del Dottor Jekyll. Una bambina e un mendicante storpio sono stati selvaggiamente percossi, apparentemente per il solo gusto di farlo; ora abbiamo il deputato Danvers Carews brutalmente assassinato, e un Hyde arrogante che sebbene abilissimo nel nascondersi, non ha nessuna intenzione, né il bisogno, di celare la sua riprovevole e detestata identità. Saranno dunque Sherlock Holmes e John Watson ad addentrarsi nel labirinto intricato di una personalità scissa e scioccante per quanto audace nell’esplorare gli anfratti della psiche e dell’animo umano tramite la scienza. Non senza rocamboleschi e inquietanti colpi di scena...

L’autore: Loren D. Estleman è nato nel 1952 ad Ann Arbor, nel Michigan. Si è laureato in Letteratura inglese e Giornalismo e ha pubblicato 60 libri e centinaia di racconti e articoli. Considerato una vera e propria autorità nella western-fiction e nella detective-story, ha collezionato 17 vittorie e decine di nomination nei più importanti premi “di genere”, compreso il National Book Award ed il Mystery Writers Of America Edgar Allan Poe Award. È, inoltre, critico letterario per il “New York Times” e il “Washington Post” . Profondo conoscitore del Canone holmesiano (tutte le opere di Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes protagonista), e membro della società holmesiana “Gli irregolari di Baker Street”, Estleman ha scritto gli apocrifi “Sherlock Holmes contro Dracula” (1978,Gargoyle 2008) e “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Holmes”(1979, Gargoyle 2009), contrapponendo il più grande investigatore della Fiction a quelli che definisce “i più famosi super-cattivi della letteratura vittoriana” : Dracula e Mr Hyde.
Concorso: su proposta del critico ed esperto holmesiano Roberto Barbolini, l’editore Gargoyle invita i lettori a cimentarsi anch’essi nella scrittura apocrifa a tema holmesiano inviando un elaborato che non superi le 10 cartelle, che verrà poi valutato da un’apposita giuria di esponenti dell’Associazione “Uno studio in Holmes” (per informazioni più dettagliate si rimanda all’introduzione de “Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Holmes”)

(recensione a cura di) Bruno Maiorano