domenica 28 gennaio 2007

DIARIOINFERNO: l’intervista proibita...







Domenico Nigro e Alessandro Montanini, autore del romanzo-cult Diarioinferno, edito da Aliberti editore, si immergono nelle cupe atmosfere del libro per un’intervista semi-immaginaria al protagonista principale...



(D) Lei si definisce il Messia nero di Tsathoggua, uno dei Grandi Antichi di cui per primo parlò l’Arabo Pazzo Abdul al-Azrhed nel suo infame Al Azif, meglio conosciuto come Necronomicon. Qual’è il messaggio di questo dio antico e sanguinario?

(R) Che il primo a citare il Signore Nero di N’kai sia stato Abdul non è corretto, esistono fonti antecedenti. La svista, comprensibile sia chiaro, nasce dal fatto che in alcuni testi il nome è riportato diversamente se non addirittura storpiato: Sadoqua, Zothaqqua etc. quindi è possibile che il dio sia presente in molti più testi di quelli che conosciamo.
Riguardo al messaggio…i segni sono visibili per chi vuole vedere; egli prepara la terra per Nyogtha, tempi e modi sono sconosciuti, solo Colui che cammina nel Deserto Cremisi li conosce, colui che veste i colori del sole.

(D) Lei dichiara di compiere sacrifici umani molto cruenti, in una baracca nei pressi di Milano allestita a camera rituale. Mi descriva come è organizzata tale camera...

(R) L’organizzazione della camera non è oggetto di domande; uno perché la camera non esiste più, due perché non sono cazzi vostri.

(D) Lei afferma di aver ucciso, impunemente grazie alla protezione di Tsathoggua, centinaia di volte! Ha continuato a farlo dopo la pubblicazione del suo diario, o l’esilio autoimpostosi da Stefano, il potente mago suo...compagno d’avventure ha comportato un rallentamento delle sue attività?

(R) Un rallentamento delle attività in effetti c’è stato, non tanto per l’allontanamento di Stefano o per la pubblicazione del diario, più che altro perché sono stato oggetto dell’interesse delle forze dell’ordine.
Alcuni problemi organizzativi perdurano ma ho trovato un nuovo posto che inaugurerò presto.
In ogni caso… Non credo sia opportuno parlare di queste cose in un’intervista o sbaglio? Che razza di domande sono? E soprattutto: perché sto ad ascoltarvi?

(D) Andavate in giro a bruciare chiese e torturare preti. Qual’era il senso profondo di ciò?

(R) Il Senso profondo… è proprio necessario che ci sia?
Voglio dire, se ti rispondessi che in realtà non c’è nessun senso, che lo faccio perché mi gira di farlo?
Mettiamola così: a me non piace essere preso per il culo, la Chiesa ci prende per il culo, e allora io le tiro giù a martellate.
Riguardo i preti non mi esprimo, sono talmente insulsi che non so cosa dire…
In ogni caso non ne ho mai torturato uno. Non ho tempo da perdere.

(D) Dopo l’episodio della ragazza torturata e uccisa e poi misteriosamente sparita dal bagagliaio della sua auto, ha ancora avuto amnesie che l’hanno spinta a dubitare della veridicità di alcuni degli omicidi che pensa di aver compiuto?

(R) Quale ragazza? Io non ho problemi di memoria.

(D) Dopo l’eliminazione del negromante milanese Mastro Petru, lei è ancora in possesso della terribile lancia di Arallu?

(R) No, non è più in mano mia… almeno credo.

(D) Lei ha studiato approfonditamente il Labirintus Noctis. Mi può dire qualcosa in più di questo temibile grimorio?

(R) Il Labirintus Noctis è composto da oscure leggende che l’autore (rimasto anonimo per quanto ne so) ha raccolto in giro per il mondo; non è un grimorio e non va utilizzato in tal senso.
Mi ci sono imbattuto quando sono entrato in contatto con l’E.O.N. diversi anni fa.
E’ un ottimo testo, scorrevole ed interessante, anche se va preso con le dovute cautele; molte delle leggende che vi sono raccolte sono pura fantasia, l’autore si è limitato a riportarle così come gli venivano narrate e non ha verificato nessuna fonte storica.
E’ importante perché è uno dei pochissimi testi che riporta parecchie notizie su Nardvlv.

(D) Ha avuto ancora problemi con l’Esoteric Order of Nardulu?

(R) Sì, parecchi, ma le cose sono un po’ cambiate. Adesso non posso dirvi niente perché è un momento delicato, ma i rapporti tra noi sono decisamente migliorati.

(D) In un locale vicino a piazza Repubblica, a Milano, lei ebbe uno scontro magico con un essere parassita che definì “vampiro psichico”. In base alle sue conoscenze, ritiene che esistano molti di questi esseri nascosti tra la gente qualunque?

(R) Esistono ma non sono molti. Alcuni probabilmente non sanno nemmeno di avere certe facoltà. Ho usato il termine “vampiro psichico” anche se probabilmente non è correttissimo in quanto identifica di più le entità neutre chiamate “larve” che si nutrono dell’energia psichica delle persone.
Io invece faccio riferimento a essere umani con particolari capacità e che si comportano come “larve”.
Per quanto mi riguarda ne avrò incontrati un paio in tutta la mia vita.

(D) A New York lei h scoperto e visitato la Chiave dei Pozzi di Arallu. Può parlarmi più approfonditamente di questa misteriosissima costruzione?

(R) Parlarvi più approfonditamente dei pozzi di Arallu prevede che abbiate delle conoscenze di base sulla mitologia Narduliana che non possedete. Io stesso ho dovuto recarmi sul posto per poter esaminare meglio la struttura.
Il pozzo di New York è celato da un palazzo che sembra del tutto normale. In realtà è costruito in modo da implodere su se stesso e scoprire il pozzo. Nessuno però lo ha mai visto in funzione se non il suo progettista. Le persone coinvolte nella sua costruzione non sono più in vita e i progetti originali custoditi da chissà chi.
Tengo a precisare che i pozzi sono più di uno e sono disseminati su tutto il pianeta.
Al momento ho identificato solo quello di NYC e non ho la più pallida idea di dove siano gli altri. Pensavo che all’interno del palazzo ci fossero degli indizi per trovare le altre “chiavi” ma mi sbagliavo. Le numerose foto che ho scattato hanno portato alla luce molti dettagli interessanti ma niente che si riferisca direttamente all’ubicazione degli altri pozzi.
Pur essendo molto interessato a identificare tutti i pozzi esistenti sono altresì titubante a visitarli. Per il momento quello di New York basta e avanza.

(D) Il suo amico Ermanno, cantante dei Kalidon, la band in cui lei stesso suona, pensa ancora di essere un vampiro o ha cambiato personalità per l’ennesima volta?

(R) Attualmente sì, crede ancora di essere un vampiro. Ma ormai lo conosco bene, mi aspetto pertanto cambiamenti radicali a brevissimo.

(D) A proposito dei Kalidon, come vanno le cose? Riesce ancora a vivere con i proventi della musica o è tornato al suo vecchio lavoro in azienda?

(R) Le cose vanno piuttosto bene, stiamo registrando il secondo album e presto saremo di nuovo in tour. Questo è importante perché “tour” vuol dire soldi e io ne ho tremendamente bisogno. Non è detto che altri progetti musicali prendano forma, sento la necessità di confrontarmi anche con altri generi musicali, il problema fondamentale è il tempo, e io non ne ho molto.

(D) Ci sarà un seguito del suo DIARIOINFERNO?
(R) Chiedilo ad Alessandro; io non mi sono mai fermato, materiale al quale attingere ce n’é sicuramente in abbondanza…























lunedì 22 gennaio 2007

Primi Riti Del Dolce Sonno, di Misia Donati (2006)


Zandegù Editore
Pag. 130, Euro 9
Formato 19x13 cm
ISBN 88-89831-05-7
Per info: ufficio stampa Zandegù Editore
Tel. 011.5681564 info@zandegu.it
Un piccolo libro. Un breve romanzo. Una veste grafica semplice. Colori tenui. Un oggetto di carta delicato, che quasi hai paura a sfogliare per paura di rovinarlo.
Poi rompi ogni indugio e lo leggi e...un maglio d’acciaio ti colpisce e sconquassa, nel corpo e nella mente, nella coscienza e nell’anima...
‘Primi Riti Del Dolce Sonno’, ecco un libro che fa male davvero!
Scritto in forma di diario con uno stile semplice, candido, delicato, mai volgare, è la cronaca nuda e cruda degli ultimi dieci giorni di esistenza terrena di tre adolescenti affetti da narcolessia, in fuga da un mondo che non ha saputo né capirli né accettarli, cercando solo di ridurre il loro modo di essere a fastidiosa malattia, ingabbiandoli in un programma terapeutico che dovrebbe riportarli a una più comoda e conforme “condizione umana”.
Rinchiusi in una villa abbandonata, i tre ragazzi si preparano all’Ultimo Viaggio, che definiscono il Terzo Sonno, attraverso un tragico e struggente rituale che durerà, appunto, dieci giorni, accompagnato da teneri gesti d’amore, ricordi dolci e terribili, spaventose allucinazioni e dosi sempre più massiccie di neurolettici e benzodiazepine.
Infine, il Dolce Sonno, la conquista dell’Eternità, il riscatto dalla schiavitù degli Incubi pagata a un prezzo troppo alto...
Misia Donati ha scritto un piccolo capolavoro neogotico, e la Zandegù si conferma casa editrice ‘di razza’ puntando su questo giovane autore che in futuro, possiamo esserne certi, farà parlare molto di sé. La letteratura italiana non è morta e questo splendido romanzo è qui proprio a dimostrarlo...

Lasciami Entrare, di John Ajvide Lindqvist (2006)



Casa Editrice: Marsilio
Anno Edizione: 2006
Codice ISBN: 8831790102
Pagine: 461
Prezzo: 17,5€ pp. 464



Blackeberg è un sobborgo di Stoccolma, nato in un impeto di modernità a cui la gente non pareva essere pronta.
È un quartiere costruito e popolato troppo in fretta.
Sembra quasi che si sia sviluppato da un errore di prospettiva originario, che accrescendosi esponenzialmente si è portato dietro quell’errore fino alla fine, e ora sembra che in tutto ci sia qualcosa che non quadra, niente e nessuno sembra essere al posto giusto.
E proprio a Blackeberg, il cui nome “...fa pensare a quei dolci rotondi di pasta di cocco, magari fa venire in mente la droga...”, nell’inverno del 1981 si scatena la follia sanguinaria di quello che sembra un omicida seriale. Il cadavere di un ragazzo viene ritrovato in un bosco, appeso a testa in giù e totalmente dissanguato. Ed è solo l’inizio di una macabra serie di omicidi apparentemente rituali.
In una Stoccolma già terrorizzata da un sommergibile nucleare sovietico arenatosi nelle acque territoriali svedesi, dove la popolazione vive nell’incubo di un’invasione dei rossi, l’unico a esultare di fronte alle gesta del serial killer è Oskar, un adolescente complessato e sconvolto dalla separazione dei genitori, vittima preferenziale degli atroci scherzi dei compagni di classe.
Oskar si esalta alle imprese dell’assassino, fantasticando sull’imminente giustizia che verrà fatta sui suoi “aguzzini”.
Ma la vita di Oskar cambierà radicalmente dopo l’incontro con Eli, una bambina della sua stessa età che si rivelerà essere una creatura androgina antica e potentissima, portatrice di una terribile maledizione che si rivelerà fatale, sia per i buoni che per i cattivi.
Ma chi è veramente buono, e chi è cattivo in questa storia di contrasti e apparenze?
Proprio come col cubo di Rubik, il giocattolo preferito da Oskar ed Eli, le situazioni si bloccano e si disfano nel momento in cui ogni tassello sembrava aver trovato la giusta collocazione. Solo nell’epico finale (che poi finale non è...) ogni cosa sembra andare finalmente a posto.
Un finale che comunque lascia l’amaro in bocca, perché giustizia viene fatta solo per taluni, anzi lo stesso concetto di giustizia viene sovvertito...
Inserito in un contesto storico molto particolare, quello che segue le disillusioni derivanti dalla fine degli ideali sessantottini e che precede la caduta del muro di Berlino, “Lasciami entrare” è un romanzo di forte denuncia sociale. Non ci sono eroi positivi. Tutto puzza di muffa, sporco, alcol e degradazione. Nessun personaggio è affascinante. I bambini vivono nell’ambito di famiglie distrutte, ed è notevole che nessuno abbia una figura di riferimento paterna. Gli adulti affogano nell’alcol o in vizi beceri quali la pedofilia (altro argomento ostico, qui trattato con una delicatezza e una profondità senza eguali).
In questo romanzo non c’è spazio per il perdono e la pietà. C’è l’amore per la vita che si fa spazio attraverso il sangue per imporsi.
Questo è il romanzo che Dostojevskij non avrebbe mai scritto...

Eccellente opera prima di John Ajvide Lindqvist, ex prestigiatore e autore televisivo e teatrale, “Lasciami entrare” ha il grande merito di aver saputo reinvestire le potenzialità letterarie della figura vampirica in una veste nuova e al passo coi tempi, pur senza rinunciare alle caratteristiche classiche dei non-morti create dai vari Polidori, Le Fanu, Stoker e Rice.

Strappami Il Cuore, di Chiara Palazzolo (2006)




Piemme - 2006 -
pagine 446 - prezzo 17,90 euro

Mirta è tornata, e il suo ritorno è stato atteso con notevole apprensione dai fan della Sopramorta. Non mi uccidere, il primo capitolo della saga, aveva ricevuto plausi e consensi notevoli pur trattandosi di un genere, quello horror, a cui il lettore medio italiano è poco avvezzo.Chi ha avuto la fortuna e l’intuito di leggerlo, si è augurato che Chiara Palazzolo non andasse oltre, consegnando Mirta alla leggenda, senza annacquarla con un seguito dal sapore commerciale, il cui livello difficilmente avrebbe potuto eguagliare quella piccola perla letteraria. Si sbagliava. Sbagliavamo tutti (io, mea culpa, in prima persona). Strappami il cuore è addirittura superiore a Non mi uccidere. L’evoluzione di Mirta (anzi di Luna, la sua nuova identità, perché qui, della piccola Mirta resta molto poco...) è spaventosa, agghiacciante, feroce.Presa pienamente coscienza del suo nuovo “essere”, Luna libera la sua vera natura, inconsciamente criminale e predatrice, e si trasforma in una macchina da guerra potentissima e incontrollabile.Gli stessi Sopramorti che l’aiutano a trovare un posto in questa nuova realtà, la temono e fanno fatica a gestirla.Tutto il romanzo non è altro che la folle, parossistica presa di coscienza di sé, di Mirta che si spoglia della sua debolezza umana per sempre, divenendo la ferocissima Luna, e tutto questo attraverso tappe di purificazione al contrario che si imprimono a fuoco da qualche parte nella mente del lettore. Come dimenticare le esperienze nel Palazzo dell’Aldilà, la lunga prigionia nella Stanza Buia, sola con poche bottiglie d’acqua e i fantasmi tremendi del passato, l’orgia di sesso e cannibalismo durante uno spaventoso rave, il primo scontro con Robin, che finalmente torna, pur se trasformato, a sua volta, in qualcosa di incredibilmente mostruoso e irrefrenabile.Di contorno a questa tenebrosa metamorfosi, nuovi, intriganti personaggi: Sara, medico sensuale e mutaforma, che le insegnerà le arti del combattimento a mani nude; Gabriel,il chirurgo che donerà a Luna un nuovo volto; il musicista omosessuale Max, che le mostrerà come l’Arte possa esistere anche oltre le barriere della Vita, trasfigurandosi e rifulgendo nelle sue infinite sfaccettature anche nella Morte; l’inquietante, antichissimo cavaliere teutonico Gottfried, incontrastato Signore dei Sopramorti...Certo, la perfezione non esiste, e se proprio dobbiamo rimproverare qualcosa a Chiara Palazzolo, sono le strizzatine d’occhio, qua e la, a certe cose già viste in Matrix e Kill Bill, ma questo è naturale, considerando che la saga di Mirta è stata opzionata da una nota casa cinematografica. E poi il tutto non dispiace, niente è banale se descritto con lo stile unico, fresco e “anarchico” della Palazzolo.In definitiva, un nuovo piccolo capolavoro, che non mancherà di convertire nuovi proseliti alla Lezione delle Tenebre!Strappami il cuore è un romanzo che non fa prigionieri! Sappiatelo, o incauti lettori...

Resurrectum, di Gianfranco Nerozzi (2006)



Casa editrice: Dario Flaccovio
Codice ISBN: 8877586532 Pagine:470 Prezzo:17,50 euro
Chi ha avuto modo di leggere e apprezzare Genia ha atteso con ansia l’uscita di questo seguito della vicenda. Ha aspettato pazientemente di sapere quali intriganti sviluppi avrebbe avuto la storia del capitano Santonero, del cardinale Enoda e dell’inquietante elite dei Superiori Sconosciuti.Ha bramato di conoscere il demoniaco mistero della Scimmia e dei Lamenti.In Resurrectum nessun mistero viene svelato, nulla di quanto era sospeso trova un termine, una fine. Misteri ancor più terribili vengono aggiunti a quelli già esistenti e gli scenari oscuri, che avevamo solo intravisto nel romanzo precedente, vengono enormemente ampliati, in quello che assume sempre più i caratteri di un imponente affresco diabolico.Gianfranco Nerozzi sembra un novello San Giovanni impegnato a scrivere il Libro dell’Apocalisse del Terzo Millennio.Pochi, pur se fondamentali, i collegamenti diretti a Genia. Il capitano dei Carabinieri Michele Santonero fa solo una fugace apparizione sul palcoscenico degli eventi. Riappare monsignor Vanelsìn, l’esorcista assassino, in una sorta di prequel dove si svela l’inizio della sua folle missione e si precipita in una nuova serie di impressionanti enigmi. Tornano i Superiori Sconosciuti e si dipana il progetto di una nuova, nerissima Natività. Torna la Scimmia. Entrano in scena nuovi personaggi: l’infernale killer albino Radius Fortuna; l’ambiguo rabbino Jacopo Rosen; i commissari Franco De Rossi e Romeo Gaslini, uomini dal destino tragico e fondamentale; il professor Di Santa, il “Grande Correttore”, anima tormentata e insidioso strumento nelle mani dei Superiori Sconosciuti; la dottoressa Alessandra Carta, che si rivelerà pedina fondamentale per il seguito di questa allucinante saga. E poi…il Pellegrino Vampiro, di cui non dirò nulla per non guastare a nessuno il piacere di leggere questo romanzo, che proietta Gianfranco Nerozzi all’apice della sua maturità artistica.Resurrectum non è solo uno straordinario romanzo horror, ma soprattutto è lirica struggente, poesia, commozione, delirio sfrenato, allucinazione, finta santità e purissimo Male.In un genere letterario dove è difficile dire qualcosa di nuovo, Nerozzi reinventa il genere e si rivela il più Grande fra gli scrittori horror contemporanei, alla faccia di ciò che resta dei vari King, Rice e compagnia…terrorizzante!Resurrectum vi si insinua dentro il cuore, dentro l’anima, nel cervello. Non vi lascerà più…

Non Mi Uccidere, di Chiara Palazzolo (2005)


Edizioni Piemme - Isbn 8838475571 - Pagg. 427 - Prezzo 16,50 euro

Quando ho visto per la prima volta questo volume, in un noto supermercato lombardo, con la sua bella, troppo elegante, copertina in bianco e nero, con tanto di pipistrello regolamentare che vola verso un'immensa luna piena, col suo titolo troppo semplice, mi sono detto: "Non lo leggerei mai! Al massimo lo regalo alla mia bambina, come alternativa a Piccoli brividi…". Quanto affrettata e superficiale è stata questa considerazione! Dopo pochi giorni un "contatto" fidato mi ha consigliato caldamente di non farmi ingannare dalle apparenze.A tutt'oggi ho letto il libro già due volte, e sono tentato di farlo una terza.Questo romanzo, horror per davvero, di Chiara Palazzolo è di una bellezza unica. Bella la storia, belli i personaggi, bellissima la scrittura, fresca, potente e veloce come non mai.Avete mai pensato che si potesse scrivere un romanzo gotico senza utilizzare uno stile pesante con tanti fronzoli? La Palazzolo c'è riuscita, anche se bisogna dire che il suo stile è un gotico moderno, da terzo millennio. Non una copia di Anne Rice, piuttosto un'anti-Rice.La capacità di delineare con tanta potenza espressiva, arrivando al punto di ricorrere a una punteggiatura impazzita pur di far saltare all'occhio e alla mente ogni minimo pensiero, ogni, apparentemente, insignificante espressione, è fuori dal comune.Personaggio principale del romanzo è Mirta, ragazzina prigioniera di un amore più grande di lei. Dopo un tragico incidente che la vede morire insieme al suo adorato Robin, Mirta, in virtù di una promessa scambiata col fidanzato, esce dalla tomba, ritrovandosi nella condizione di non-morta. Nell'attesa che anche Robin la raggiunga, Mirta si rifugia nei boschi innevati del monte Subasio, dove, in compagnia di un gatto selvatico e del fantasma del suo poeta preferito, imparerà a sopravvivere, in morte, nutrendosi di carne umana e diventando sempre più potente.Man mano, una seconda personalità, lucida e spietata, subentra a quella di Mirta, trasformandola in una macchina assassina assetata di sangue.E così, tra allucinazioni, deliri sanguinari, pensieri assassini, dolorosi rimorsi, Mirta si avvicina a una incredibile verità, troppo difficile e dura da accettare. Imprevedibile il finale non finale, che lascia col fiato sospeso e con una miriade di supposizioni e interrogativi.Si, perché "Non mi uccidere" è solo l'inizio di una saga. Quattrocentoventisette pagine che si leggono in tre sole notti la dicono lunga su un libro che va assolutamente acquistato!Chiara Palazzolo è la nuova regina dell'horror!Inchiniamoci a lei, creature della notte…

Fonte: www.ilcancello.com