venerdì 9 aprile 2010

NAPOLI - Geografie del mistero (di AA. VV., Giulio Perrone Editore Divisione LAB)



Napoli - Geografie del mistero, a cura di Giuseppe Cozzolino
ANTOLOGIA - Giulio Perrone - Perronelab
2010 - pagine 200
Formato 13x20
978-88-6316-110-6
Prezzo 15,00 euro



"Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce dè creature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca nun sì sula

Napule è nu sole amaro
Napule è addore e mare
Napule è na carta sporca
E nisciuno se ne mporta
E ognuno aspetta a sciorta

Napule è na camminata
Int’e viche e mmiezz’all’ate
Napule è tutto lu suonno
E a sape tutto o munno
Ma nun sann’a verità..."

Ma nun sann' a verità. Proprio così! Poche canzoni o poesie hanno saputo descrivere Napoli come questi versi indelebili della "Napul'è" di Pino Daniele.
Eppure, come lo stesso cantautore sottolinea, quella descritta non è l'unica verità.
Napoli è molto di più. Magia, misteri, folklore, antichi culti, figure mitologiche trasformate dalla fantasia popolare (unica al mondo...) in grottesche, indelebili maschere teatrali e carnascialesche.
Questa avvincente antologia è un piccolo compendio di tutto quanto appena detto. Per dirla con le parole del curatore, Giuseppe Cozzolino,scrittore e giornalista, responsabile del network MondoCult ( ), “Questa è Napoli, Crocevia del Mistero: Passato, Presente e Futuro si fondono insieme. Fantasmi, demoni e assassini. Amanti, poeti, filosofi. Si danno tutti convegno qui. Nella terra della Sirene Partenope e delle Sibilla Cumana. Nella città di Sansevero e Benedetto Croce”.
E allora andiamoli ad analizzare uno per uno, i 13 episodi letterari che danno vita a questa antologia...
Si parte subito con "...perché il barbiere chiudeva alle diciannove?", un tradizionale, tipicissimo "'cunto", quel tipo di narrazione che un tempo, quando internet era neanche un sogno e i televisori erano un lusso per pochi, e c'era più tempo da condividere a casa con i propri cari, o da trascorrere nella bottega di un barbiere per spettegolare o raccontare di cose inverosimili, spopolavano alla grande. Il racconto porta la firma di Bruno Pezone e si svolge, appunto, nella bottega di un barbiere negli anni '70 del secolo scorso, bottega che secoli prima era servita al Principe Raimondo di Sangro come laboratorio per i suoi misteriosissimi esperimenti.
Si prosegue con "Iside sogna" di Lucio Leone, gustosissima storia dagli intensi e antichissimi profumi d'oriente, dove una piccola delegazione di suore, scampate a un'orrendo massacro a Costantinopoli e scortate da un ardimentoso legionario romano di origini nordiche, approda a Napoli, facendo base presso le rovine di un tempio pagano, portando con se la sacra reliquia della testa di San Gregorio Armeno, e dando origine a un mistero, tutt'oggi irrisolto, legato al culto dell'antica dea egizia Iside.
Il terzo episodio porta la firma del sottoscritto, si svolge ai giorni nostri e narra delle gesta del rampollo di un potente clan camorristico, la cui ascesa e declino sono irrimediabilmente legati a un'antico e leggendario spirito domestico, lo stesso che da il titolo al racconto, "Bella M'briana".
Il quarto episodio, "E' stata la casa..." (di Dino Simonelli) è una storia di magia nera e giustizia post-mortem, laddove la bontà d'animo del napoletano vero è capace di annullare e distruggere persino gli effetti del Male, quello con la M maiuscola...
"Specchi e confini", di Fabio Lastrucci, è invece un'originalissima e delirante ode alla spazzatura che infesta la metropoli partenopea, qui vista come nuova Matrice di Vita, per quanto stranissima e assurda vita artificiale...
Il Nazismo "esoterico" e la Guerra Mistica, alternativa a quella reale, sono alla base di questo ferocissimo e passionale racconto,"Il sangue dell'inganno", di Giovanni Caiazzo e Angela Cinicolo, che si svolge nella Napoli assediata del 1943 e descrive le gesta di una coppia di infernali aguzzini tedeschi, alla ricerca dell'Arma Magica Assoluta che avrebbe cambiato le sorti della guerra, contrapposta a una coppia di bambini, il cui unico credo è sopravvivere.
"Un'ora sola" di Francesco Velonà è un'altra bellissima storia surreale, come solo a Napoli potrebbe accadere, che dimostra come viaggiare indietro nel tempo, sia pure di un'ora sola, e rimediare ai propri errori sia possibile...
Ancora un salto nel tempo e ci ritroviamo, col racconto "Anime inquiete", di Luciano Palmieri, nel XVII° secolo, epoca di dominazione spagnola, di peste e Inquisizione, da dove una spaventosa maledizione viene lanciata per colpire in modo funesto e devastante gli operai di un moderno cantiere edile...
La macabra scoperta, effettuata in un signorile appartamento del prestigioso Borgo Santa Lucia, da due sposini che l'hanno appena acquistata, sta alla base del fantasmagorico racconto di Giovanni Venturi, "L'appartamento in via Santa Lucia".
Poi, ecco che un autentico tizzone d'Inferno parte dalle pagine del libro e ci brucia dita e occhi: è "Paco Malaventura" di Ugo Ciaccio, avventura nera, blasfema e anticlericale di una coppia di personaggi che meglio assortita non si poteva: un poliziotto bestemmiatore dal grilletto facile e un diavolaccio viveur che, per accaparrarsi anime da portare all'Inferno, fa il collaboratore di giustizia!
Neanche il tempo di farsi due risate allo humor nero, che Argia Di Donato e il suo "Il mondo nascosto" cambiano il registro emotivo della narrazione, con una storia triste e struggente dedicata a coloro che vengono dimenticati.
Ma si torna subito a sorridere, con "Amore indivisibile" di Gianni Puca, un grottesco noir dove qualcuno, che non ha ancora realizzato di essere stato assassinato, indaga sulle dinamiche di un'orribile omicidio...
Per finire, un'autentica chicca di Giuseppe Cozzolino, una gustosissima favola infernale, con protagonista il demone Mortecheride/Pulecenella, ambientata tra Napoli e la sua controparte ultradimensionale Omnia Pandemonium!
Insomma, se non siete mai stati a Napoli, dopo aver letto quest'antologia sono sicuro che vi prenderà una voglia irrefrenabile di visitarla, a voi appassionati di cosine horror e weird.
Perchè è pure vero che (e non l'ho detto di certo io...) "vedi Napoli e poi...muori"!
(Recensione a cura di) Domenico Nigro

giovedì 8 aprile 2010

VARNEY IL VAMPIRO - Primo Volume: Il banchetto di sangue (di Thomas Preskett Prest - James Malcolm Rymer, Ed. Gargoyle Books)



Thomas Preskett Prest - James Malcolm Rymer
Primo Volume
Il banchetto di sangue
Traduzione Chiara Vatteroni
Introduzione di Carlo Pagetti
Gargoyle Books



“Il genere Gotico pone sempre dei dubbi al centro e a motore della narrazione: cos'è oggettivo e cos'è soggettivo? Che rapporto c'è tra conosciuto e ignoto? Cos'è vero e cos'è falso? Cos'è storia e cos'è leggenda? E persino: cos'è vita e cos'è morte? Possiamo davvero tracciare un netto confine tra tutte queste cose? C'è ben poco di evasivo in romanzi che trattano questi interrogativi fondamentali. Definire l'horror come semplicemente "perturbante" confonde il mezzo con il fine. Il fine è filosofico, ma con una specificità: l'accento cade sulle domande, non sulle risposte. Il disagio che si semina nel lettore, lo spinge a interrogarsi. Ogni soluzione raggiunta, ingenera nuovi interrogativi. Credo che questo atteggiamento abbia un profondo significato culturale e politico. In epoche stupidamente assertive come quella in cui viviamo, chi propaga dubbi fa opera di bene.”
Gianfranco Manfredi


“Il banchetto di sangue” ha inizio con un siffatto, orrido pasto: la disgustosa esigenza di un incubo che investe la giovane, graziosa e virtuosa Flora, non prima d’essere annunciato da una fosca tempesta che s’abbatte sulla dimora di campagna, la Bannerworth Hall, dove nel sonno lei attende e sogna del ritorno di Charles Holland, il proprio fidanzato in viaggio all’estero. Un vampiro - tale è l’incubo - affiora dalle tenebre adoperandosi per avvincerla in una terrifica esperienza sensoriale, che è poi la tela del ragno dove paralizzata, la preda è costretta a subire passivamente l’infernale banchetto. I fratelli Henry e George, insieme a Mr Marchdale, un conoscente, accorreranno alla richiesta d’aiuto di Flora, imbattendosi nell’ospite inquietante e ritrovandosi così invischiati nelle trame e nelle peripezie di Sir Francis Varney. Un vecchio quadro nella stanza stessa dove Flora è stata predata, lo ritrae: il giovane dalla fronte maestosa, dal pallore di morte, che scruta dal dipinto con “occhi che nessuno vuole vedere due volte”. Le indagini, i sospetti - le paure, lo sdegno per quanto accade e la volontà di difendersi da un simile, irruente sovvertitore della propria mite “realtà” così faticosamente edificata – individueranno nell’aristocratico Sir Francis il proprio demoniaco avversario, quello stesso nemico residente in una vicina dimora, che s’industria per il possesso della Bannerworth Hall; arrivando, per tale scopo, a minacciare Flora – allorché scoperto, e nondimeno restio a rinunciare alle proprie signorili, cavalleresche maniere - di riprometterla all’orrore vissuto, dovessero decidere di scontrarsi con i suoi propositi e ostacolarli. Charles Holland è nel frattempo riapparso, ed è subito affiancato dalla figura del dottor Chillinghworth, dell’ammiraglio Bell e del suo attendente Jack Pringle, le persone che saranno più intimamente coinvolte nelle vicissitudini della famiglia Bannerworth, e che vorranno far chiarezza su quanto accade. Ci sono infatti diversi enigmi da sbrogliare, come l’improvvisa, subitanea sparizione di Charles, dietro cui si scoprirà poi vi è la combutta di Mr Marchdale con Sir Varney, complici nella volontà di sbarazzarsi di un comune intralcio alle proprie mire, riconosciuto nel giovane fidanzato di Flora, relegato pertanto nei sotterranei di un edificio in rovina e costretto alla passività. Ma nel mentre che tutto ciò accade – duelli, risse, ruderi visitati, bare scoperchiate, paletti infilzati – l’eco di tali drammatiche e stravaganti vicende ha raggiunto il popolo, che assalta e incendia la casa di Varney il vampiro promettendogli morte, e costringendolo a nuove agili peripezie, fughe, controffensive e seduzioni.
La Gargoyle Books torna a farci fare salti di meraviglia sulle sedie, e a rinnovare la stima che le è dovuta, impegnandosi nientemeno che nella prima traduzione di quel leggendario “anello mancante” dell’universo narrativo con protagonista la figura del vampiro. Una prestigiosa operazione che porta sui nostri scaffali un opera da tutti citata ma poco conosciuta, successiva al solo Polidori: il capolavoro dei penny dreadful che vorrà influenzare tutta la letteratura gotica a seguire e persino il Dracula di Bram Stoker. L’opera è proposta in tre volumi, per un totale di circa 1500 pagine: “Il banchetto di sangue”, con la prestigiosa introduzione di Carlo Pagetti; a luglio uscirà il secondo volume dal titolo “L'inafferrabile”, impreziosito dall'intervento di Fabio Giovannini, che traccerà un excursus sulla figura del vampiro; il terzo volume, “All’ombra del Vesuvio”, sarà in libreria a novembre con il contributo del grande Mauro Boselli (Dampyr) che traccerà l'evoluzione del vampiro nella letteratura popolare, dal penny dreadful al fumetto.
Gli autori: Inizialmente fu Thomas Preskett Prest - scrittore londinese cui si deve il romanzo Sweeney Todd, the Demon Barber of Fleet Street (che ha ispirato John Schlesinger e Tim Burton per i loro film sul barbiere cannibale, rispettivamente La bottega degli orrori di Sweeney Todd,1997 e Sweeney Todd il diabolico barbiere di Fleet Street, 2008) a venire ritenuto autore di Varney il vampiro, in seguito, però, si fece il nome di James Malcolm Rymer, ingegnere civile che arrotondava i suoi introiti dedicandosi alla scrittura su commissione per l'editore Lloyd, da molti reputato più attendibile quanto a paternità dell'opera. Rymer probabilmente si spartiva, coordinandolo, il lavoro con altri vari scrittori rimasti ignoti, al punto che la redazione del testo sembra più provenire da una "scuola", o da una catena di montaggio, in cui il nome dell'autore rimane anonimo e non appare comunque di primaria importanza...

(Recensione a cura di) Bruno Maiorano