sabato 1 dicembre 2007

Intervista a Miriam Zanetti (Amministratore Delegato della Aliberti Editore)



CdO: Ciao Miriam. Innanzitutto congratulazioni per il passaggio da capo-ufficio stampa ad amministratore delegato della Aliberti Editore. Dovremo aspettarci delle novità in merito alle scelte editoriali della casa editrice d’ora in poi?

MZ: Ti ringrazio.
No, per quanto riguarda le scelte editoriali, continuano a rimanere in capo all’editore, Francesco Aliberti, al direttore editoriale Alessandro Di Nuzzo, e ai vari e preziosissimi direttori di collana, che instancabilmente continuano a proporci titoli fra i quali vengono scelte le novità da inserire a catalogo.
Il mio lavoro non ha mai riguardato la scelta dei titoli; io contatto e chiudo i contratti con gli autori una volta che sono stati scelti e riprendo in mano i titoli in prossimità della loro uscita in libreria per il lancio stampa. Questo, insieme alle nuove incombenze legate alla gestione amministrativa, continuerà ad essere il mio lavoro. E’ ovvio che, subentrate nuove mansioni, aumenterà il numero dei collaboratori destinati all’ufficio stampa.

CdO: Che idea hai del mercato editoriale italiano?

MZ: Credo sia un mercato, come dire, “intasato”.
Escono novità in continuazione, la vita media di un libro si è notevolmente abbassata, i generi letterari sono sempre più “ibridi”.
Ho la sensazione, ma è un parere assolutamente personale, che il lettore sia più disorientato rispetto a un tempo nella scelta del libro da comprare e da leggere.Ed è per questo che il mestiere di editore è diventato più difficile, le richieste del mercato sono sempre più differenziate. Forse in questo sta il successo della nostra casa editrice, generalista per indole, e che risponde al mercato con offerte che vanno dal giornalismo investigativo e di inchiesta, alla narrativa, alla satira politica, alla saggistica, alla musica e spettacolo. Siamo, insomma, riusciti a creare nicchie diverse di lettori.

CdO: Con collane come “Due thriller per due autori” e “I nuovi gialli” e con la pubblicazione di romanzi “strani” come lo stupendo ‘Diario Inferno’ di Alessandro Montanini avete dimostrato di credere nelle potenzialità di generi un po’ “di nicchia” come il noir e l’horror italiani. Avete mai pensato di dedicare una collana, o almeno di pubblicare qualche romanzo italiano di horror puro, senza contaminazioni di altri generi?

MZ: Non credo che per il momento fra i progetti editoriali della Aliberti ci sia quello di creare una collana di horror puro, ma il mestiere dell’editore è comunque quello di esplorare in continuazione nuove potenzialità e di rispondere quanto prima alle esigenze dei lettori e del mercato. Quindi non posso escluderlo completamente, anche se per ora non è in cantiere nulla del genere.

CdO: È idea comune che in Italia vi siano molti più scrittori che lettori, in proporzioni assurde! I manoscritti che arrivano in esame a voi li valutate accuratamente o non li considerate e puntate direttamente sui cosiddetti “cavalli vincenti”? E nel caso valutaste anche esordienti, con quali modalità lo fate?

MZ: E’ ovvio che vengono esaminati anche i manoscritti di esordienti.
C’è un comitato di lettura che fa questo.
Certo, è impossibile leggere da cima a fondo tutti i manoscritti che arrivano, ma le sinossi dei testi e gli indici degli argomenti, che gli aspiranti scrittori solitamente allegano al manoscritto che ci inviano, aiutano moltissimo in una prima “scrematura” dei testi, per scegliere quelli che in qualche modo possano essere compatibili con la nostra linea editoriale.

CdO: Quali sono gli errori più gravi che compie chi si presenta a voi aspirando alla pubblicazione?

MZ: Quello di inviare un testo corposo senza un minimo di presentazione, un indice, un sommario, qualcosa che aiuti chi lo prende in mano a capire fin da subito di cosa si sta parlando.
Quello di pretendere una risposta immediata, che per i motivi che ho detto sopra, per correttezza non può essere data.
Capita che chi ci invia un manoscritto telefoni due giorni dopo averlo spedito per chiedere se lo abbiamo già letto e pretendendo una risposta entro pochi giorni; in questi casi, siamo costretti, proprio perché l’iter di lettura e scelta dei testi è lungo, a rispondere consigliando di rivolgersi ad un’altra casa editrice.
Un altro errore frequente è quello di inviare, tutti insieme, una serie di scritti e opere completamente differenti uno dall’altro, poesie, narrativa, un testo di saggistica: questo disorienta chi deve esaminare il materiale, e porta inesorabilmente a pensare che la persona che ha scritto queste cose sia alla ricerca di una propria “dimensione” letteraria, percorrendo disordinatamente percorsi troppo diversi l’uno dall’altro.

CdO: Quante volte capita che qualcuno si proponga SENZA NEPPURE MAI aver letto un vostro libro o senza conoscere le vostre collane?

MZ: Sempre più raramente. Chi si propone comunque è quasi sempre perché ha visto qualcuno dei nostri libri, o si è innamorato di una delle nostre collane.
Ultimamente, proprio perché le nostre collane stanno assumendo identità sempre più precise e delineate, capita che chi ci propone un manoscritto o una idea editoriale lo faccia suggerendo già la collana nella quale vorrebbe fosse inserito.

CdO: Un consiglio fondamentale per gli aspiranti scrittori?

MZ: Non demordere, ovviamente.
Avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
Non arrendersi al primo rifiuto, che a volte può essere costruttivo, e usare le motivazioni che hanno spinto un editore a rifiutare un testo come input per cercare di creare qualcosa di meglio.
E diffidare, diffidare di chi promette cose troppo facili.


L'uomo cannone (di Piero Colaprico, Ed. Ambiente


Titolo L'uomo cannone
Autore Colaprico Piero
Prezzo € 10,00
Dati 172 p., brossura
Anno 2007
Editore Edizioni Ambiente
Collana Verdenero. Storie di ecomafia
Genere Gialli-horror-noir

L’Inter ha appena vinto lo scudetto e i tifosi si sono già riversati per le strade della Città di M. a festeggiare, mentre alcuni ingrugniti poliziotti sono costretti a starsene rinchiusi in una stanza della Sezione Omicidi della Questura di via Fatebenefratelli, assieme a uno strano personaggio che è stato appena arrestato.
Era stato ritrovato con gli abiti completamente imbrattati di sangue, alla guida di una Jaguar intestata a una potente multinazionale, con una carabina calibro 20 sotto il sedile e nessuna voglia di parlare, se non per sparare frasi pseudo-mistiche senza senso.
Gli incazzatissimi poliziotti sono l’ispettore Bagni e i suoi collaboratori Andy (copia sbiadita dell’attore Andy Garcia), l’ispettore Cinerino e Ombra (durissima poliziotta napoletana, già in forze all’Antiterrorismo).
Per quanto violento, l’interrogatorio non sembra approdare a nulla, tranne portare a conoscenza, quasi per caso, che l’uomo “sotto torchio” è Fausto Giarletti, magnate internazionale, co-proprietario, insieme al fratello Giangiacomo, della multinazionale Klauspryde, che tratta generi alimentari, farmaci, moda ed edilizia.
Il prigioniero sembra prendersi gioco dei poliziotti, continua a dichiararsi innocente del sangue che ha addosso (e che, si scoprirà, appartiene a una giovane donna di colore, orrendamente massacrata nel proprio appartamento) e insiste a parlare, come un disco rotto, di un fantomatico Diavolo che avrebbe avvelenato il terreno della sua sontuosa cascina.
Giarletti sembra emozionarsi solo quando si fa riferimento a un extra-comunitario che, qualche giorno prima, è stato brutalmente ammazzato in un phone center.
Il gioco si complica ulteriormente quando entrano in scena Giangiacomo Giarletti e, soprattutto, Masapollo, ex dirigente dell’Uffico Politico ai tempi del sequestro Moro, ex questore, ex prefetto, ora responsabile della sicurezza della Klauspryde.
Salta fuori un video segretissimo che da il via a una sarabanda di nefandezze, tra sparatorie sanguinosissime e vendette private, manovre occulte tra potenti organizzazioni mafiose, Governi senza scrupoli e Servizi deviati, mezze verità e una missione segreta in Somalia (coperta dalla CIA e appoggiata dalla Delta Force) che porterà a profilarsi sull’orizzonte uno dei più orrendi spettri originati dalla coscienza dell’uomo: il traffico e lo smaltimento illegale di rifiuti radioattivi...
Piero Colaprico, giallista di spessore nel panorama editoriale italiano, coniatore del termine “tangentopoli”, con “L’uomo cannone” trasforma talentuosamente in giallo a fosche tinte noir un’altra delle innumerevoli denunce di Legambiente verso la cosiddetta ecomafia, portando avanti, così, una delle collane editoriali più geniali che siano mai state realizzate, l’ormai notissima VERDENERO: volumetti da leggere attentamente e meditare a lungo, molto a lungo...

sabato 24 novembre 2007

MALA TEMPORA (di Maurizio Dianese, Ed. Aliberti)




Autore: Maurizio Dianese
Titolo: Mala Tempora
Pagine: 294
Prezzo: € 17,00
Formato:
ISBN: 978-88-7424-251-1


Mestre, oggi.
Il giornalista di “nera” Guido Bonatti fa da ospite e guida al giovane collega australiano Gerald Floyd, giunto in Italia con l’intenzione di raccogliere materiale per un libro che sta scrivendo sulla malavita organizzata che dettò legge nel Nordest italiano dai primi anni ’80 a metà anni ’90 del secolo scorso.
Bonatti ritiene che il modo migliore per aiutare Floyd è quello di farlo parlare direttamente con coloro che vissero in prima persona, e da protagonisti, quel periodo, oltre a mettergli a disposizione tutte le informazioni di cui dispone, frutto delle sue inchieste.
In realtà, non a caso Floyd si è rivolto a Bonatti: questi è infatti il maggiore esperto di fatti riguardanti la mitica Banda del Brenta del leggendario bandito “Faccia d’angelo”, e i grandi ladri di opere d’arte della scuola veneziana.
Bonatti comincia così a raccontare, partendo dalla rocambolesca evasione dal carcere di massima sicurezza “Due Palazzi” di Padova, che corrisponde anche all’apice dell’attività degli uomini della banda di Filippo Falco (nome fittizio, come la maggior parte degli altri presenti nel libro...), alternando le sue storie con quelle, raccontate “di prima mano”, di personaggi come Antonio Datteri, ex capo della Mobile di Venezia, responsabile della cattura definitiva di Falco e vittima di un diabolico piano, da questi ordito contro di lui da dietro le sbarre, con la complicità (involontaria e non...) di Polizia e Magistratura; Vincenzo Pipino, il Re dei Ladri di opere d’arte veneziani, erede dell’ormai leggendario “Kociss”, che descrive un mondo ormai estinto di meravigliosi acrobati/artisti che rubavano per “salvaguardare le opere d’arte, toglierle a chi non sapeva apprezzarle per restituirle a Venezia e ai veneziani”: gesta che avrebbero fatto avvampare di vergogna persino Lupin; Franco Fabbri, detto “Garusolo”, ex uomo di fiducia di Falco, uno dei pochissimi protagonisti di quelle gesta criminose e leggendarie rimasto in libertà.
Ed è così che, in un tourbillon di rapine ai limiti dell’impossibile (quella al famosissimo albergo Des Bains, al Lido di Venezia, reso celebre anche dalla menzione di Thomas Mann nel suo Morte a Venezia, oppure quella, ancor più formidabile, all’aeroporto della città lagunare), agguati in puro stile Far West (quello del braccio destro di Falco, Sandro Bruni, al viscido ispettore di Polizia doppiogiochista Aldo Trentin, detto il Bastardo), fughe in Laguna sui barchini dei caporozzolanti (i pescatori di frodo veneziani) e altre cinematografiche, quanto criminose imprese, ecco dipanarsi agli occhi (affascinati, devo dire...) dei lettori una galleria di personaggi che ha del fiabesco, al di là del contesto criminale in cui si muovono: il repellente legale della banda del Brenta, l’avvocato Pantegana, uno degli uomini più ricchi di Venezia, ma che “... gira sempre con lo stesso cappotto guarnito di forfora...” e “...usava il parrucchino ed era una roba talmente misera che sembrava si fosse messo in testa la pelliccia di un topo di fogna...”; il colonnello dei Carabinieri Giacomo Pecol, uomo sinistro, emblema di tutte le devianze istituzionali; Gianna Caienna, ex donna di Falco, creatura meravigliosa e grande rapinatrice di banche, che affermava che “...la rapina è quanto di più simile all’orgasmo, e dopo averlo provato la prima volta non aveva più saputo rinunciare. Né all’orgasmo né alle rapine...”

Maurizio Dianese, giornalista che da oltre vent’anni segue le evoluzioni della malavita organizzata nel Nordest italiano, è il cantastorie del crimine.
In questo splendido romanzo anche gli aspetti più beceri e truculenti assumono una musicalità e un fascino inimmaginabili per tematiche di questo genere.
Malatempora è una fantasmagorica galleria d’arte, in cui rivivono voci, colori, gesta e leggende di un mondo criminale affascinante e pericoloso, che ormai non esiste più (almeno non con queste caratteristiche).Un libro/testimonianza che aiuta a non dimenticare.

giovedì 25 ottobre 2007

La notte dei fuochi (di R.D. Wingfield, Ed. Hobby&Work)

Hobby & Work
Collana: Giallo & Nero
Pagine 427 - Formato 15x22 - Anno 2007

EAN13 9788878515086
Argomenti: Thriller - Spionaggio




Trama: A Denton si festeggia la notte di Halloween, tra fuochi d’artificio e bambini schiamazzanti, che se ne vanno in giro coi loro fantocci di Guy Fawkes, simbolo di un’altra festività imminente, quella del 5 novembre, la "notte dei fuochi e dei falò" che commemora il fallito tentativo, da parte di Fawkes e altri cospiratori, di far saltare in aria il Parlamento inglese.
Il giovanissimo poliziotto Mike Packer è alla sua prima notte di ronda e gli è stato ordinato di tenere gli occhi ben aperti, perché un bambino di sette anni è sparito, uscito di casa col suo fantoccio e non più rientrato. Ed è proprio un bambino morto e orrendamente mutilato quello che scopre, rinchiuso in un sacco dell’immondizia.
Ma non si tratta del bimbo sparito, ed è solo l’inizio. Una escalation di violenza e omicidi si abbatte sulla tranquilla cittadina, e proprio mentre i dirigenti della Polizia locale sono stati messi fuori combattimento da un incidente stradale, reduci da una festa ad alto livello etilico, e mentre il migliore e più odiato ispettore di Denton, Jack Frost, è in ferie...
La situazione appare impossibile da fronteggiare. Frost viene richiamato d’urgenza in servizio e messo a capo di un pugno di uomini che più sbandati e ridicoli non si può.
A peggiorare la situazione, il sovrintendente Mullett, uomo tanto idiota e incapace quanto abile nel rivestirsi dei meriti altrui, chiama a dar man forte ai suoi uomini il sergente investigativo Jim Cassidy, un uomo che odia Frost, ritenendolo responsabile della mancata cattura del pirata della strada che, anni prima, aveva ammazzato sua figlia.
È in queste condizioni che l’ispettore Frost e i suoi poliziotti di provincia sono costretti a indagare, e su più fronti contemporaneamente: oltre ai due bambini di cui sopra, il rapimento di una ragazza che puzza di truffa lontano un miglio; le gesta di un pedofilo che si diverte a tagliuzzare e veder sanguinare le sue piccole vittime; l’orribile omicidio di un uomo il cui cadavere, in avanzato stato di decomposizione, viene ritrovato in un deposito di carbone in condizioni indescrivibili. E infine, ciliegina su una torta già troppo pesante di per sé, un infanticidio, con il suicidio della madre a complicare ulteriormente il tutto...
R.D. Wingfield, giallista londinese nato praticamente nella zona in cui furono consumati gli efferati delitti di Jack lo Squartatore, con "La notte dei fuochi" ha confezionato un magistrale "romanzo corale", delineando personaggi e situazioni borderline tra il comico, il grottesco e il criminale.
Jack Frost è un poliziotto lurido, vomitevole, volgare e scroccone ma estremamente onesto e dedito al lavoro. Il tenente Colombo impallidirebbe al suo confronto! Al suo fianco lottano il sergente investigativo Liz "Wonder Woman" Maud, nota stonata della squadra, quintessenza dell’efficienza da manuale, della precisione e dell’ambizione; Bill Wells, l’uomo costretto a "lavorare sempre, anche a Natale!"; il sovrintendente Harry Mullet, babbeo matricolato e vittima preferita degli scherzi velenosi di Frost; Jim Cassidy, autentica mina vagante del gruppo, uomo pericoloso perché il suo comportamento è condizionato all’odio per Frost e i suoi uomini; il dottor Drysdale, patologo della Polizia cinico ed estremamente odioso.
Le indagini si dipanano in modo maldestro, buona parte del libro si sviluppa in un continuo correre da un punto all’altro della città, un continuo sbattere il naso in false piste e imprevisti colpi di scena che servono a complicare ulteriormente la situazione. L’incapacità dei poliziotti di Denton, resi ancor più ottenebrati dalla mancanza di sonno e ancor più nervosi dai litri di caffè e dalle centinaia, migliaia di sigarette (il libro sembra puzzare di nicotina e caffeina, e non scherzo...) sembra arrivare a un punto di non ritorno, quando finalmente Frost sembra risorgere e in un impeto di orgoglio trascina la sua squadra nel trionfo finale...
"La notte dei fuochi" è un thriller anomalo, dove non vi sono né eroi né criminali veri, ma solo gente comune con tanti problemi, e dove le matasse si dipanano senza colpi di genio, ma col ragionamento faticoso della mente media di cui dispone la maggior parte degli esseri umani "veri".
Un thriller in cui ciascun lettore può scegliersi un personaggio e identificarvisi senza remore...

venerdì 5 ottobre 2007

Messa di mezzanotte (di F. Paul Wilson, Ed. Gargoyle Books)

Messa di mezzanotte
di F. Paul Wilson
Ed. Gargoyle Books, 2007



Nascosto agli occhi del mondo per millenni, il popolo dei vampiri organizza un’invasione di proporzioni globali, partendo dall’Europa dell’Est e arrivando a conquistare , oltre al Vecchio Continente, gran parte dell’Asia. Ma la brama di sangue dei non-morti non accenna a placarsi e così rivolgono le loro mire espansionistiche agli Stati Uniti d’America, arrivando a conquistare l’East Coast. La loro strategia è semplice ed efficace: gli esseri umani reputati idonei vengono trasformati in vampiri, quelli ritenuti inutili vengono dissanguati e fatti a pezzi, il resto viene considerato bestiame e rinchiuso in speciali fattorie. M c’è un’altra parte di umanità, odiosa e vile, disprezzata sia dagli uomini che dai vampiri, attenta unicamente a saltare sul carro dei vincitori: sono i Cowboys, o vichy, uomini e donne che vegliano sul sonno diurno dei nosferatu e che si occupano di procurargli le prede per il pasto, persone vigliacche e violente senza, ormai, neanche il minimo barlume di umanità.
Ma attorno alla minuscola Chiesa di St. Antony, che i vampiri hanno sconsacrato e trasformato in una sorta di Inferno in terra, sorge spontaneamente una insperata sacca di resistenza, organizzata dagli stessi parrocchiani superstiti e guidata da un gruppo di anti-eroi assolutamente anomalo: padre Joe Cahill, alcolizzato, ex viceparroco della Chiesa,
cacciato via tempo prima con l’infamante accusa di pedofilia; suor Carole Hanarty, insegnante di chimica e segretamente innamorata del prete, devastata psicologicamente dall’orribile fine, causata dai non-morti, dell’unica adorata amica (la giovane suor Bernardette), prostituta per necessità e serial-killer di vichy; Lacey Flannery, nipote di padre Joe, una ragazza tosta e combattiva, erede dello spirito guerriero dei suoi antenati celtici, lesbica radicale, atea convinta e indomita rivoluzionaria; il rabbino ebreo Zev Wolpin, amico fraterno di padre Joe, che porta il crocifisso al collo e mangia cibo non kosher...
Un gruppo tanto assurdo quanto determinato a porre fine allo stato di tenebra profonda in cui sembra sprofondato il mondo. Ma proprio quando la lotta sembra farsi più impari, e i “buoni” sembreranno più prostrati da infiniti lutti e dolore (fisico e interiore), la rivelazione di un antico segreto porterà a pareggiare le sorti dell’allucinante conflitto...

“Messa di mezzanotte” di F. Paul Wilson (un uomo che si divide tra la professione di medico e quella di horror writer, amico personale dell’ex Presidente USA Bill Clinton, autore di best-sellers come “La fortezza”, da cui fu tratto un celebre film per la regia di Michael Mann), è un romanzo che reca in sé un grande messaggio (cosa più unica che rara in una horror novel), e cioè che gli uomini riescono a estrarre il meglio di sé dalla fanghiglia di insicurezze, ipocrisie, pulsioni e ottuse ideologie che costituiscono le loro vite, solo quando vengono a trovarsi in situazioni estreme, situazioni talmente anomale da scardinare certezze di comodo e distruggere le calde nicchie protettive della coscienza sopita in cui ciascuno, per quanto può, cerca di rifugiarsi.
E cosi: ecco il prete presunto pedofilo che torna orgogliosamente alla testa di quegli stessi parrocchiani che lo hanno calunniato, e che ora pendono dalle sue labbra e dalle sue decisioni; ecco la lesbica, trasformata in ferocissima sterminatrice di vichy e vampiri da qualcosa che avrebbe annullato la volontà di qualsiasi donna: la violenza sessuale di gruppo (o, in questo caso, di branco...); ecco il rabbino conservatore, che per amore del genere umano combatte la peste vampirica con le armi dell’aberrato cristianesimo...
Dal punto di vista tecnico/narrativo, il romanzo è una spettacolare sarabanda di scontri all’ultimo sangue, armi fantasmagoriche quanto improvvisate e letali, colpi di scena rocamboleschi e invenzioni letterarie pazzesche quanto affascinanti. Da imprimersi a fuoco nella memoria la messa di mezzanotte, celebrata tra vampiri impazziti, con la Consacrazione del vino in una lattina di Pepsi e la Transustanziazione del Sangue di Cristo, che ha lo spettacolare effetto devastante, per i nosferatu, di una bomba al napalm...
Un romanzo grandioso, un F. Paul Wilson come mai l’avete letto!
Credete!

martedì 18 settembre 2007

Intervista a David Niall Wilson, autore de "Il Vangelo della Maddalena" (Gargoyle Books)


CdO: How is born your relation with the italian publishing house GARGOYLE BOOKS?

I was originall introduced to Gargoyle by author Joseph Nassise, who’s novel was one of the first Gargoyle put out. It took a few years to make the right contacts, but when my agent signed a contract with an Italian literary agency, it wasn’t long after that I signed my contract with Gargoyle. I also have a good friend, Matteo Curtoni, who is an Italian translator; his help and advice were very valuable to me.

CdO: During your adventurous life, you also were called Church of Christ’s priest. In how way this experience has defined narrative choices of your romance IL VANGELO DELLA MADDALENA?

I chose the voices of Mary Magdalene and Judas Iscariot for several reasons. In my novel, Mary is a fallen angel. Much of my dislike of organized religion has grown from a realization that people just don’t believe what they say they do. Even in The Bible, the apostles would witness miracle after miracle, and turn right around to fight over which among them was more important, missing the point entirely. Through the voice of Mary, I was able to write the story from the outside, looking in – from the point of view of a character who didn’t have to have faith in God, or Heaven, but who knew first hand that both were very real.

Judas I chose because I think he got a bad deal. Either he was set up from birth to be the one who betrayed Jesus, as The Bible would tell us, in which case he never really had a chance – or he was a scapegoat. I chose to make him a hero, and to give explanations for his actions, and for the reactions of the other apostles. In the end, it is Judas, a man, who sacrifices eternity – along with Mary – to save the world. This sacrifice is much more powerful than that of a God-Man who already knew he would be lifted back up to heaven laying down his life, at least in my own admittedly skewed opinion.

CdO: During your career of horror writer, you’ve published 13 novels and 150 stories. Which of them do you believe draw you mostly to American reader’s attention? And which of them make you particular proud for writing it?

It’s really a difficult question. The readers of the various books I’ve written come from a variety of backgrounds, depending on what book it is. My “Grails Covenant” trilogy brought me a small measure of international fame, but mostly among lovers of the White Wolf Gaming industry. My novel “This is My Blood” has had the best and most powerful following, but newer novels like “Deep Blue,” and “Ancient Eyes,” are starting to build readership. I’m probably proudest of “This is My Blood,” which is – in Italy – “Il Vangelo…” There is a little bit more of myself written into those pages.

CdO: You’ve been Horror Writer’s Association President, maybe the higher dignity for an horror writer. Can you explain to aspirant writers and to italian readers what exactly is the Horror Writer’s Association?

The Horror Writer’s Association is a group of professional horror writers – founded by some of the biggest names in horror, Dean Koontz, Joe Lansdale, J. N. Williamson, and others. The purpose is to promote horror fiction in all its various incarnations, and to provide a support, networking, and shared creative environment for horror writers at all levels of the craft, from beginners to best-sellers. The organization has sponsored many anthologies over the years, and they sponsor the annual Bram Stoker Awards.

CdO: You also won a glamorous Bram Stoker Award... but for poetry! Are you also a poet? And what was the poetry who won?

It’s kind of ironic that I won that award. I fought very hard against including the poetry category in the awards, because I just don’t believe one can really be a professional “horror poet.” Still, I’m very proud of the award. I won it along with co-authors Rain Graves and Mark McLaughlin for our joint collection “The Gossamer Eye,” which contained a great deal of poetry, and also some short fiction. The most significant collection of poetry I’ve published to date was titled “Cities of Light & Darkness,” and was published by Kelp Queen Press. The poems in that collection were written after I’d spent several weeks touring the ruins of Italy, oddly enough. It’s still available in a beautiful broadside set, signed, numbered and illustrated by the lovely and talented Lisa Snellings.

CdO: What writers influenced mostly your way to write?

I go in cycles, but the lasting influences are Edgar Allen Poe, Peter Straub, Ayn Rand, Stephen King, Clive Barker, Neil Gaiman, and a bit from some of my contemporaries, like Caitlin Kiernan and Poppy Z. Brite.

CdO: How is the american editorial situation actually, for what look at horror literature?

Horror is caught in a sort of odd place in American literature. Some of our most popular books are horror, but seldom marketed as such. Only a very few New York City publishers still have what could be considered a “horror line” – but all of the major publishers publish books that I consider to be horror. It’s as if the word “horror” was the problem, and not the stories, characters, or authors.

CdO: In your opinion, what chance would have an aspirant italian horror writer who want to try to suggest himself to american publishing houses?

I can see two ways this might happen. Either the Italian author would have to be VERY fluent in English, or they would have to have already sold the novel in Italy and gotten good reviews – in which case a publisher might pay for a translator. I think any good book has a chance, as well as any author, but for anyone who has English as a second, or third language, the struggle is that much harder, because competition is stiff. Anything is possible, though, yes? I speak Spanish, but not Italian, and I’m published in Italy!

CdO: Can we expect that we could read other romances of yours with Gargoyle Books?

I very much hope so, though they will likely not be very much like the first one. That is a very different sort of book – a once in a lifetime sort of book. I have a lot of stories to tell, and I hope to have a long pleasant relationship with Gargoyle.

CdO: Thank you David, for your graceful availability. I hope i can meet you, sooner or later...

I hope to meet you as well – and thanks very much for helping me to promote my work.

DNW

(interwiev by Domenico Nigro)

Un ringraziamento speciale alla dott. Enrica Begliatti,
che ha tradotto le domande di questa intervista in inglese

mercoledì 12 settembre 2007

Intervista a Linda Laterza, autrice di "Una vita per ogni mondo"




In un caldissimo e soleggiato pomeriggio di inizio agosto abbiamo incontrato, presso il laghetto Caldara di Sedriano (MI), Linda Laterza, la giovanissima “elfa” autrice dell’incantevole romanzo fantasy ‘Una vita per ogni mondo’ (NICOLA PESCE EDITORE) e ne abbiamo approfittato per scambiare quattro chiacchiere...







CdO: Cosa ti ha spinto a scrivere direttamente un romanzo come prima prova letteraria, senza passare da un formato apparentemente più semplice, come può essere un racconto?

LL: Ho voluto provare. Nessuno mi ha detto di non farlo, anzi, amici e familiari mi hanno spronato tantissimo. Man mano che le idee venivano le buttavo giù, e alla fine è venuto fuori questo romanzo...

CdO: Che tipo di letture sono alla base della tua opera?

LL: Soprattutto Harry Potter e la saga della Spada Shannara di Terry Brooks, ho preso spunto soprattutto da questo tipo di narrativa.

CdO: Sei partita da un’idea che poi hai man mano sviluppato, o avevi già ben presente nella tua mente la trama che avresti poi messo su carta?

LL: Avevo solo una bozza di trama in testa, che però ho cambiato man mano che scrivevo. Magari mi veniva un’idea migliore, oppure succedeva che qualcosa che avevo immaginato, poi su carta mi pareva troppo noioso. Così ho sistemato le cose che avevo inizialmente in testa durante la stesura.


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CdO: Hai scritto “Una vita per ogni mondo” tre anni fa, quando eri quindicenne. Rileggendolo oggi che cosa pensi?

LL: Penso che sia alquanto superficiale e sbrigativo. Alcuni temi non li ho approfonditi abbastanza, se dovessi scriverlo oggi lo scriverei sicuramente in modo più accurato. Una cosa che sicuramente non cambierei sono i caratteri dei personaggi: mi piacciono troppo così come sono, così differenti l’uno dall’altro...

CdO: I nomi di alcuni personaggi del romanzo sono citazioni di altri personaggi, soprattutto del cinema. Uno a caso: il Maestro Orlando Bluesea...

LL: (ride) Si, Orlando Bloom di PIRATI DEI CARAIBI. Ma anche Daniel, che è ispirato a quello dell’attore che interpreta Harry Potter, o Maud, che nella realtà è il cane di Daniel Radcliff...

CdO: Il romanzo è, ovviamente, molto acerbo sia come stile di scrittura che come costruzione della trama, per non parlare di alcune incongruenze sintattico/grammaticali. Ma a quindici anni tutto questo è normalissimo.
Quello che invece davvero sorprende è la capacità non comune, da parte tua, di tenere l’attenzione del lettore inchiodata sul libro dall’inizio alla fine. E poi la fantasia: smisurata, un’esplosione di colori, una sarabanda di magie che esplodono in miriadi di bollicine frizzanti... Qui sembra quasi che non sia tu a scrivere, è come se la tua fantasia avesse preso il sopravvento e ti avesse usata come semplice strumento per manifestarsi sulla carta...

LL: (ride) È stato sempre cosi! Pensa che quando ero alle medie mia mamma chiese all’insegnante di italiano se non fosse il caso che io avessi un’insegnante di sostegno, perché ero continuamente con la testa fra le nuvole, ma questa rispose che non era un problema di ritardo mentale, quanto piuttosto che io vivevo la maggior parte del mio tempo in un mondo tutto mio!
Ho sempre sentito la necessità di estrinsecare questo mondo, di non tenerlo prigioniero dentro di me, e siccome non sono capace di disegnare, l’unica era scriverlo...

CdO: Attualmente stai scrivendo un secondo romanzo. Puoi anticiparci qualcosa?

LL: Parla di una mia teoria sul fenomeno del deja-vu. Ho già messo giù la trama essenziale, elaborato i personaggi e scritto i primi capitoli, ma al momento sono ferma, un po’ a causa dell’impegno scolastico, ma anche perché al momento sono un po’ persa di testa...

CdO: Cosa leggi attualmente?

LL: Molto Terry Brooks, ma anche gialli e un pò di sf. Ma soprattutto manga!

CdO: Hai faticato molto per trovare un editore al tuo primo romanzo?

LL: Ho avuto un colpo di fortuna! I miei genitori erano andati a Roma per un anniversario di matrimonio e il direttore di sala del ristorante ha indicato a una coppia di sedersi allo stesso tavolo dei miei. Questa coppia era formata da un insegnante universitario e da un suo studente, Nicola Pesce. Parlando del più e del meno è saltata fuori questa storia del mio romanzo, e Pesce, che ha una sua casa editrice, ha suggerito ai miei di fargli inviare il manoscritto in visione. L’ho fatto e le cose sono andate come sai...

sabato 18 agosto 2007

La ferocia del coniglio (di Edoardo Montolli)


Casa Editrice: Hobby & Work
Anno Edizione: 2007
Codice ISBN: 9788878515321
Pagine: 297
Prezzo: 17€
Genere: Romanzo
In una Milano all’apice del proprio degrado metropolitano, il commissario del Musocco De Nigris, anziano sbirro old style, duro, irascibile e depresso, viene chiamato a indagare controvoglia sul caso di Alfredo Carruba, un bambino svanito nel nulla mentre si recava a scuola. Sconvolto da un’altra scomparsa, quella dell’ex moglie Stefania Ricci, a cui il commissario è ancora molto legato, De Nigris chiede aiuto a Manuel Montero, ex cronista di nera ed ex alcolizzato, riciclatosi come detective privato, altro personaggio deteriorato dal contesto fetido in cui ha scelto di vivere e lavorare.
Per soldi, Montero accetta l’incarico di De Nigris e si mette subito al lavoro, convinto che la sparizione di Stefania non è altro che una fuga d’amore su spiagge dorate insieme al suo attuale convivente, il conte Augusto Paolo Della Rocca, facoltoso antiquario ligure.
Grazie ad alcuni amici fidati, ben inseriti nel contesto malavitoso dell’hinterland milanese, il biscaiolo Giuseppe “Giuda” de Angelis e il ladro d’antiquariato Fransuà, Montero rintraccia la villa del nobile a Chiavari e qui si reca, nottetempo, nella speranza di risolvere il mistero della sparizione di Stefania.
Ma le cose si mettono subito male. Montero scopre il cadavere del conte, orribilmente assassinato, e l’agenda di questi, da cui salta subito all’occhio del detective un appuntamento frettolosamente annullato da Della Rocca con Lou Ciphre, noto regista di porno movie estremi.
Da questo momento, il romanzo diventa un infernale tourbillon: pedofilia, prostituzione, bondage in apnea, club privè di scambisti, infami cliniche private che forniscono vittime per terrificanti snuff movie, medici depravati, zingari rom senza scrupoli, strozzini, ex criminali nazisti, associazioni anti-pedofilia che sono il contrario di quello che sembrano e tanta, tanta altra merda infarcita di cadaveri, fino alla soluzione dell’intrigo: incredibile, impossibile, il Colpo di Scena tra gli infiniti colpi di scena che ci regala LA FEROCIA DEL CONIGLIO...


Il modo ideale per immergersi nella lettura di questo romanzo sarebbe quello di indossare un paio di guanti protettivi, tanto è sordido e infetto! Ogni pagina è un bubbone virulento, che esplode riversando l’abbondante pus nella pagina successiva.
Ogni capitolo nasconde croste necrotiche, che una volta rimosse rivelano autentiche enclavi di vermi famelici. Attraverso le dita che sfogliano il libro, piano piano, una patina nera scivola dentro e avvolge l’anima, ungendola e cancellando ogni speranza di misericordia, di redenzione. Perché il Male che permea questo libro, per dirla con uno dei suoi personaggi più luciferini, è “...il male per il male. Non c’è nessun motivo trascendente perché la gente lo voglia o lo chieda. È il male il loro stesso premio. Lo cercano, lo desiderano, lo fanno. Senza altri fini”.
LA FEROCIA DEL CONIGLIO è un giallo sporchissimo di noir, scritto con una bravura e una tecnica degna dei maestri anglo/americani del genere, e con una perfidia senza eguali!
Sarà vero ciò che dice Andrea G. Pinketts di Edoardo Montolli, giornalista e scrittore di reportage-shock, profondo conoscitore di crimine (ne ha scritto per anni sulle più disparate riviste di genere, compresa la pulp italiana per eccellenza, Cronaca Vera, e dirige la collana Yahoopolis per Aliberti Editore), e cioè che “...fuma sigarette allo zolfo e se le accende con i lanciafiamme...”?
Io sarei pronto a scommettere di si...
Fonte: www.latelanera.com

sabato 28 luglio 2007

Una vita per ogni mondo (di Linda Laterza)

Nicola Pesce Editore

Safety Wood è un mondo abitato da magiche creature elfiche e suddiviso in quattro reami, ciascuno dominato dai quattro elementi naturali: Coral Wood, il Regno dell’acqua; Realy Wood, il Regno della Terra e delle Foreste; Fire Wood, il Regno del Fuoco; Air Wood, il Regno dell’Aria.
Un giorno, dopo l’ennesimo litigio tra il principe Daniel Saggiofoglio di Realy Wood e la sua promessa sposa, la principessa Sharon di Fire Wood, quest’ultima, accompagnata dal fratello di Daniel (segretamente innamorato di lei), Alan, e dal lupo bianco senziente e mutaforma Moude decidono di fare una sortita fino ai confini più lontani del reame, ma a un certo punto smarriscono la strada e si ritrovano, dopo essere passati attraverso un misterioso portale che sparisce alle loro spalle, nel mondo parallelo di Trigun, abitato da esseri umani.
E qui saranno costretti a rimanere, vivendo una sarabanda pazzesca di avventure, fino a quando, grazie all’intervento del Maestro elfico Orlando Bluesea e alla guida magica di quattro creature fatate, i nostri piccoli eroi non riusciranno a ritrovare le quattro Pietre Fondamentali degli Elementi.
Draghi, grifoni, ippocampi, unicorni, creature magiche e spietati eserciti in guerra, amore e amicizia, incantesimi e azione sono gli ingredienti di base di questo gustoso romanzo fantasy che si legge tutto d’un fiato...

Che cosa ha spinto un feroce non-morto divoratore di violentissimi romanzi noir e terrificanti scritti horror a recensire un delicato, fiabesco romanzo fantasy come questo?
Diverse cose. Innanzitutto, l’autrice abita nel mio stesso paese, Sedriano (MI), un piccolo centro dove gli appassionati di un certo genere di letteratura si contano sulle dita di una mano (forse solo io e lei...)
Secondo motivo, Linda Laterza ha solo diciotto anni e quando ha scritto “Una vita per ogni mondo” ne aveva quindici!
Terzo motivo, questa ragazza è riuscita ad attirare l’attenzione di una (per quanto piccola) seria casa editrice come Nicola Pesce Editore senza cadere nella trappola della “print on demand” o della pubblicazione con contributo da parte dell’autore. Anzi, è riuscita a ottenere un contratto niente male per un’esordiente. Elementi sufficienti per incuriosire anche un dannato essere notturno come me!
E allora cosa dire di questo romanzo? Sicuramente non può essere valutato da un punto di vista puramente letterario o stilistico, in quanto è molto acerbo e presenta molte ingenuità sintattico/grammaticali (ma è fin troppo normale, considerando la giovanissima età dell’autrice, e il fatto che questa è la sua opera prima).
Quello che, invece, è davvero sorprendente in quest’opera è la smisurata fantasia di cui Linda è dotata, una fantasia che sembra vivere di vita propria, e che usa l’autrice come semplice strumento per manifestarsi!
Sicuramente Linda Laterza è una ragazza che è cresciuta a pane e Signore degli Anelli, Harry Potter e Spada Shannara (anche fisicamente somiglia molto a una creatura elfica!) e questo è un bene. In Italia pochissimi si cimentano col genere fantasy puro, e Linda è un fulgido esempio.
Attualmente sta scrivendo il suo secondo romanzo, e io la tengo d’occhio! Stai a vedere che JK Rowling, la “mamma” del maghetto più famoso del mondo, ha trovato la sua degna erede?
Per contatti con l'autrice: lost_shadow@hotmail.it

giovedì 26 luglio 2007

Prewiev intervista NECRO a Edoardo Montolli

Giovedi 12 luglio 2007 mi sono recato a Rho (MI), nell’ufficio più "nero" che la letteratura di genere conosca (vedere foto, please): quello di Manuel Montero... ooops... volevo dire di Edoardo Montolli, giornalista investigativo e scrittore noir, specializzato in inchieste borderline sugli aspetti più controversi della realtà italiana ( torture, cavie umane, gioco d’azzardo, satanismo, perversioni... tutte cose sperimentate in prima persona e sulla propria pelle!)

Montolli scrive di crimine da quindici anni, pubblicando articoli e reportage shock su giornali e riviste del calibro di Maxim, News Settimanale, l'Europeo, Cronaca Vera, Gente Motori. Alcune delle sue inchieste più agghiaccianti sono
state raccolte nel libro "Tribù di notte", pubblicato per i tipi di Aliberti Editore.
Grazie all’ispirazione e alle sollecitazioni del suo grande amico Andrea G. Pinketts, ha scritto due romanzi polizieschi: "Il Boia" ( che ha poi, in qualche modo, ispirato la realizzazione di "Tribù di notte"...) e "La ferocia del coniglio", di recente pubblicazione, entrambi editi da Hobby & Work. Attualmente, Edoardo dirige la collana di libri-inchiesta Yahoopolis per Aliberti Editore.
Edoardo è un personaggio incredibile, fantastico e oltremodo interessante. L’intervista realizzata con lui per la rivista NECRO è stata la più eccitante ed entusiasmante che io abbia mai realizzato. Edoardo è stato disponibilissimo e mi ha mostrato i suoi impressionanti archivi e dossier. Sembrava di essere immersi in uno dei suoi romanzi, e fondamentalmente questo è vero: l’ufficio di Rho è lo stesso che viene descritto nei suoi romanzi, quello del detective Manuel Montero (che altri non è se non lo stesso Montolli sotto mentite spoglie... e neanche tanto mentite!)
Abbiamo parlato, tra una sigaretta e l’altra (forse un pacchetto a testa in due ore...) di satanismo, pedofilia, snuff movie, perversioni... e molte cose sono rimaste fuori dal nastro del mio registratore! Potrete gustarvi l’intervista (per la quale è
stato realizzato un apposito shooting a casa dell’autore, dalla bravissima fotografa di NECRO Elena Giordano) su uno dei prossimi numeri di NECRO, la rivista horror creata da Alessio Valsecchi, webmaster del network letterario LaTelaNera a cui (orgogliosamente!) collaboro, ormai giunta al n° 3. Weird things, dark stuff, odd people...ce n’è per tutti i variegati gusti degli appassionati di horror, noir, giallo e fantasy!
Per saperne di più visitate il sito della rivista: www.necro.it



mercoledì 25 luglio 2007

Melma (di Eraldo Baldini)


VerdeNero Storie di ecomafia 3
Melma
Eraldo Baldini
2007 - pagine 176 - euro 10,00 - isbn 978-88-89014-47-9in uscita a giugno 2007


Futuro prossimo. Tra il 2028 e il 2033 il nostro già malatissimo pianeta Terra viene ulteriormente sconquassato da una serie di gravissimi attentati, portati a termine da un gruppo ecoambientalista, l’ESPI (Eliminazione Strutture Paesi Industrializzati), i cui obbiettivi sono la distruzione dei più importanti centri produttivi (e inquinanti) mondiali. I risultati di questi attentati hanno, ciascuno, conseguenze di molto superiori al disastro di Chernobyl.
Nel 2050, diciassette anni dopo la fine delle attività dell’ESPI, l’economia e gli equilibri mondiali sono in fase di riassestamento, anche grazie alla nascita di nuovi colossi multinazionali come quelli a cui fa capo Mario Meyer, titolare della World Water e altre importantissime società, uomo di spicco della rinascente petrolchimica e principale finanziatore del progetto RPC (Risanamento Posti Caldi) che mira al recupero ambientale delle aree più devastate dagli ecoattentati del Lustro Nero.
All’improvviso, una nuova minaccia si profila all’orizzonte: Anna, la figlia di Meyer, viene rapita da coloro che vivono tra le rovine contaminate dell’ex Petrolchimico dell’Alto Adriatico, e il magnate dichiara che ritirerà i fondi messi a disposizione del progetto RPC se la figlia non verrà immediatamente liberata.
Entrambe le parti scelgono come mediatore della trattativa padre Nelson Cattelan, esponente di un nuovo, importante ordine religioso, storico di Catastrofi Ambientali in Era Post-Atomica.
Padre Cattelan è costretto ad accettare l’incarico, così lascia la città di Nuova Assisi per far ritorno nella Laguna veneta, sua terra natale, ora trasformata in un luogo da incubo, infetto e contaminato, abitato da mostruosità mutanti e dagli ultimi ecoterroristi, oltre a coloro che qui lavoravano e qui furono costretti a tornare dall’indigenza per sopravvivere, vivendo della vendita di petrolio e altri residuati dell’ex Petrolchimico, minati profondamente nel fisico dalle sostanze tossiche in cui l’ambiente è praticamente immerso.
Padre Cattelan farà di tutto per liberare la donna, ma pian piano scoprirà che le cose non stanno proprio come sembrano, e Mario Meyer forse non è quel benefattore dell’umanità che tutti credono...



"Melma" è la terza uscita della Collana VerdeNero – Storie di Ecomafia, una interessantissima iniziativa delle Edizioni Ambiente volta a diffondere narrativa ispirata alle storie, vere, raccontate annualmente dal Rapporto Ecomafia di Legambiente. Al progetto aderiscono alcune delle più importanti penne noir italiane, come Sandrone Dazieri, Niccolò Ammaniti, Giacomo Cacciatore, Carlo Lucarelli e tanti altri, autori che, tra l’altro, hanno scelto di devolvere parte delle royalties al Progetto SalvaItalia di Legambiente.
"Melma" porta la firma di Eraldo Baldini, ravennate, maestro del "gotico di provincia", autore di romanzi e raccolte di racconti straordinari come "Mal’aria" (Frassinelli,1998), "Bambine" (Sperling & Kupfer, 2002), "Bambini, ragni e altri predatori" (Einaudi, 2003), "Come il lupo" (Einaudi, 2006).
In questo romanzo breve, Baldini impegna il suo caratteristico stile in una storia eco-fantascientifica che ha , però, i piedi ben piantati nella realtà, con tanto di dati ambientali snocciolati ossessivamente, ripetutamente, a tenebroso corollario di una storia che potrebbe, con una percentuale di possibilità altissima, accadere per davvero...


mercoledì 11 luglio 2007

Il sentiero dell'eclissi (di Chelsea Quinn Yarbro)


Editore
Gargoyle books
Prezzo 16 Euro
Pagine 615
Traduzione
Flora Staglianò
Titolo Orig.
Path of the eclipse

Cina, 1216. Il Trono del Dragone vacilla di fronte all’irrefrenabile invasione e alle indicibili atrocità delle truppe di Gengis Khan, e nelle province non ancora attaccate dalle orde mongole, il sospetto nei confronti dei cittadini stranieri è ormai prossimo all’isteria e al parossismo.
Per questo motivo l’uomo conosciuto come Shih Ghieh-Man, stregone e alchimista che insegna presso l’Università della città di Lo-Yang, decide di lasciare la sua casa per accettare un incarico da parte di un insolito Signore della Guerra, il Generale T’en Chih-Yü, una giovane e agguerrita nobildonna al comando della fortezza di Mao-T’ou. L’uomo dovrà occuparsi della creazione di nuove armi e di strategia militare, cercando di rimediare alla pochezza delle forze a disposizione di T’en, abbandonata al suo destino dal Ministero dell’Armata Imperiale.
Dietro il nome di Shih Ghieh-Man si nasconde il conte Ragoczy di Saint-Germain, antico e potentissimo vampiro che si è ormai riscattato dalla sua condizione di sanguinaria creatura delle tenebre e vive la sua esistenza in uno stato di dolore interiore e solitudine perpetui.
Accompagnato dal fedele servitore Rogerio, un ghoul a cui il conte aveva salvato la vita millenni prima e che da allora lo accompagna in ogni viaggio e avventura, Saint-Germain si reca alla fortezza di Mao-T’ou e qui prende il comando delle operazioni militari, guadagnandosi la stima (e l’amore) di T’en Chih-Yü e l’invidia e il rancore del capitano Jui Ah, capo della milizia. Ma il coraggio dell’affascinante Signore della Guerra e le conoscenze e la forza dell’alchimista vampiro non basteranno a frenare l’avanzata dei feroci guerrieri di Gengis Khan.
Saint-German è costretto a rimettersi in viaggio, giungendo nel Tibet e trovando ospitalità presso il remoto monastero buddista di Bya-grub Me-long ye-shys, dove l’incontro col Gran Maestro bambino Sgyi Zhel-ri, la cui elevatissima spiritualità riconosce immediatamente in Ragoczy una creatura “diversa” e tormentata, lo porterà a scoprire aspetti del proprio essere finora mai conosciuti, e a donare in cambio al Maestro qualcosa della sua preziosa ed elevatissima Arte Alchemica.
Ma Saint-Germain sembra non avere pace, e un ardente desiderio di ritorno alla sua terra natia, in Occidente, lo porterà a riprendere il viaggio.
L’ultima tappa sarà nella misteriosa e ammaliante India, ospite/prigioniero del raja Dantinusha, un uomo debole, terrorizzato dall’avanzare dell’Islam nelle gloriose terre dei suoi avi, strumentalizzato dalla bellissima e infida figlia Tamasrajasi, sacerdotessa di un oscuro e sanguinario culto dedicato alla Dea Kali, e dal suo burattino Sudra Guristar, Comandante delle Guardie del Raja, innamorato alla follia della ragazza.
L’alchimista viene ospitato dalla sorella del raja, Padmiri, una donna affascinante che vive un’esistenza solitaria, lontano dagli intrighi della Corte di Dantinusha.
La feroce Tamasrajasi metterà seriamente a repentaglio la vita di Saint-Germain e di coloro che gli sono vicini, scatenando la sua follia e la sua furia cieca e autodistruttiva in un crescendo di orrore e sesso sordido e sanguinario, che convergerà in un finale apocalittico e memorabile. Un must per ogni vero appassionato di letteratura horror...

La saga del conte di Saint-Germain è iniziata molto tempo prima di quella del vampiro Lestat, di Anne Rice, o di quella della Sterminatrice di vampiri Anita Blake, di Laurell K. Hamilton.
Saint-Germain (personaggio ispirato a un altro realmente esistito, l’alchimista Conte di St. Germain, di cui si ritrovano notizie in svariati documenti storico/letterari e dalle caratteristiche realmente leggendarie...) è stato dunque il primo Vampiro Letterario Seriale. Eppure questo affascinante Ragoczy, nato dalla prolifica penna della californiana Chelsea Quinn Yarbro (più di settanta romanzi al suo attivo e un numero incalcolabile di racconti), è un vampiro diverso, che non teme il sole, che mortifica la sua sete di sangue, che nel sesso gode del godimento altrui, che rifiuta le tenebre (anche se le tenebre fanno parte di lui), che uccide solo se strettamente necessario (ma purtroppo...spesso è strettamente necessario!), che non cerca il potere (lo ha già avuto e non gli è piaciuto granché...), che ha tremila anni e ama ancora la vita, che non ha lacrime per gli infiniti amici e amanti persi e vorrebbe averne...
Insomma, tutto un altro Vampiro!
E se amate i vampiri, ma non riuscite ad ammettere che la minestra strariscaldata ormai vi ha nauseato, allora provate a leggere questo stupendo romanzo.
Garantito che vi andrete a cercare anche gli altri episodi del conte di Saint-Germain (nella speranza che la MAI-TROPPO-LODATA Gargoyle Books li pubblichi tutti in italiano)!

lunedì 18 giugno 2007

Il Vangelo della Maddalena (di David Niall Wilson)

Il Vangelo della Maddalena
di David Niall Wilson (This Is My Blood, 1999)
traduzione di Salvatore Proietti
Casa Editrice Gargoyle
collana Gargoyle Books 12
pag. 276, euro 16,00

Palestina, anno zero dell’era cristiana. Nel momento terribile delle tentazioni di Gesù nel deserto, Lucifero, sconfitto, gioca l’ultima carta, evocando dal suo regno infernale una creatura, un angelo caduto come lui, a cui conferisce le forme di una bellissima donna per sedurre il suo Nemico. Questa, però, viene conquistata dallo sconfinato amore e dalle promesse eterne del Cristo. Lucifero, per vendetta, le lancerà una terribile maledizione, trasformandola in una vampira assetata di sangue e usandola per creare scompiglio nel piano divino della Salvezza.
Nasce così Maria Maddalena, un essere combattuto tra la sua natura demoniaca e l’amore suscitato dal Cristo, tra la paura di una dannazione eterna e la speranza di poter tornare a quel Paradiso a cui si era ribellata e da cui era stata cacciata.
La sua sola esistenza basterà a rimettere in discussione Quanto era stato già Scritto. Le schiere della Luce (Mosè, Elia, Adamo) e quelle delle Tenebre (Lucifero, Lilith, Legione) scendono in campo e così, tra morti che tornano in vita e spaventosi esorcismi, efferati atti di vampirismo e gesti di Amore smisurato, Maria Maddalena accompagnerà Gesù verso il suo destino finale assieme a Giuda, l’unico discepolo ad aver pienamente compreso la missione del Maestro, l’unico disposto, in nome dell’Amore, a un sacrificio senza precedenti...

Se David Niall Wilson fosse vissuto (e avesse scritto questo romanzo) quattrocento anni fa, sarebbe stato arso vivo sul rogo, e il suo libro sarebbe stato relegato in qualche oscuro archivio ecclesiastico con l’etichetta di testo ultra eretico, se non addirittura di testo demoniaco, alla pari del "Malleus Maleficarum" et similia...
Ed è altrettanto possibile che tra qualche centinaio d’anni, riemergendo dalle nebbie del tempo, questo Vangelo della Maddalena possa essere annoverato tra i vangeli apocrifi e, chissà, dare origine esso stesso a qualche nuova setta.
Ipotesi inquietante, ai posteri l’ardua sentenza... io mi limiterò a recensire il libro per quello che è: un affascinante romanzo, a tema horror/teologico, ambientato al tempo e nei luoghi in cui si compì la storia più straordinaria che l’umanità abbia mai conosciuto.
Elaborato in forma di duplice vangelo, quello (scritto) di Giuda e quello (a narrazione orale) di Maria Maddalena, il romanzo inizia con le tentazioni di Cristo nel deserto e si conclude con il suicidio (?) di Giuda, dopo la Risurrezione del Cristo.
La narrazione si adatta fondamentalmente a quella dei vangeli ufficiali, ma la storia ne risulta totalmente stravolta: alcuni dogmi vengono apparentemente distrutti (Maria, la madre di Gesù, viene menzionata solo in un paio di occasioni, eppure alla Maddalena viene donato proprio il nome di costei; Giuda non ha mai tradito il Cristo, il vero traditore risulterà l’apostolo considerato più importante, per quanto indotto da una possessione demoniaca), mentre è proprio il Dogma per eccellenza a essere messo pesantemente in discussione (l’Amore del Figlio è più grande di quello del Padre?)
Eppure questo “Vangelo della Maddalena”, per quanto tenebroso, per quanto permeato di malvagità, sofferenza e orrore, è un grande messaggio d’amore. La missione salvifica del Cristo è messa in crisi, fin dopo la morte in croce, da molteplici fattori: la sua natura semi-umana, la congiura diabolica, la poca fede e la malvagità degli uomini, lo stesso Piano Divino, che non può essere sovvertito.
Eppure, nel momento più critico, quando tutto sta per essere inghiottito nella Tenebra più nera, e anche il Cristo sembra aver fallito, ecco giungere la Luce dell’Amore a far risplendere il mondo. Un Amore inspiegabile, incomprensibile alla mente umana, un Amore che proviene da ciò che era stato destinato alla perdizione, un Amore germinato dal potente, fertilissimo seme della Speranza...

Salutiamo in David Niall Wilson, profeta americano del “dark fantasy”, la nuova linfa rigenerante della letteratura horror. È grazie a scrittori come lui che potremo sempre affermare, con certezza, che il nostro genere preferito non morirà mai!

mercoledì 6 giugno 2007

Ti porterò nel sangue (di Chiara Palazzolo)


Chiara Palazzolo
pagine 448
euro 17,90
Piemme



Leggere “Ti porterò nel sangue” di Chiara Palazzolo, capitolo finale della trilogia di Mirta/Luna e della saga dei Sopramorti (ricordiamo i due titoli precedenti: “Non mi uccidere” e “Strappami il cuore”) può essere paragonato, per chi ha amato questo personaggio e le sue gesta, all’esperienza del concerto finale della band del cuore: ci si accinge ad assistervi con le lacrime agli occhi, ma già dall’inizio qualcosa non quadra, nuove sonorità si mischiano magicamente, con suprema potenza, a quelle già conosciute e amate. Lunghi fraseggi melodici si alternano a stacchi pesantissimi per sfociare in false chiusure che aprono armonie nuove, inaspettate.E quando il concerto finisce le lacrime vengono cancellate da un sorriso e un pensiero: non è finita... torneranno!Così è per questo romanzo, quello in cui tutti i nodi dovevano venire al pettine, quello della resa dei conti, del bagno di sangue finale.In effetti tutte queste cose le troviamo. Le promesse sono state mantenute, ma nel modo diabolico in cui solo Chiara Palazzolo poteva mantenerle.Ma andiamo con ordine e diamo un’occhiata alla trama: Mirta, anzi Luna, è ormai uno dei più potenti guerrieri sopramorti guidati dall’antichissimo cavaliere teutonico Gottfried, così potente e astuta da non essere totalmente controllabile neanche da quest’ultimo. La sua vita (anzi la sua morte) è un continuo e pericolosissimo destreggiarsi tra feroci scontri con i nemici di sempre, i Benandanti, e le imperscrutabili, oscure linee politiche dei Cavalieri di Gottfried; tra tradimenti impensabili (in amore e in guerra) e rivelazioni stupefacenti (il misterioso “tesoro” di Gottfried, i tenebrosi precedenti di Sara tra i “Cavalieri Segreti”, il programma Alma Mater); tra vecchi personaggi che tornano in scena (il primo amore di Mirta, Francesco Saronno, ora cadetto dei Benandanti; il folle Paco, ora feroce e imprevedibile zombie; Muriel, la “strega fiamminga”) e nuovi e affascinanti personaggi (il misteriosissimo Gatto Machesi, “gemello” di Luna; la benandante paraplegica Fausta A. Rinaldi; la pazzesca Lady Tattoo); l’amore devastante e lesbico per Sara e quello misto a odio per Robin, l’uomo che l’ha stappata alla vita e l’ha trascinata in questo folle mondo della Morte. E proprio l’irrevocabile, attesissimo incontro/scontro tra Luna e Robin nelle loro attuali condizioni non-umane costituirà il momento fatidico del romanzo: apocalittico, sanguinario (splatter, se vogliamo), terrificante e intenso... ma della durata di pochi istanti, e sicuramente non definitivo!Tutto in questo romanzo non è definitivo, sembra un puzzle a cui vengono aggiunte tessere importanti e fatidiche ma poi ci si accorge con sorpresa che altre sono misteriosamente scomparse, altre sono state incastrate male. Ed è tutto da rifare...Con “Ti porterò nel sangue” un altro prezioso gioiello si aggiunge alla produzione di Chiara Palazzolo, un’autrice per la quale il termine “unica” nell’attuale panorama letterario italiano non è certo abusato.Col suo stile schizofrenico, strafottente dell’ortodossia grammaticale, tagliente e violento riesce a confezionare ancora una volta una storia granitica e senza cedimenti, una morsa d’acciaio allo stomaco del lettore dalla prima all’ultima pagina, un treno travolgente e velocissimo, che si ferma solo pochissime volte, per far prendere fiato al lettore e regalargli momenti di autentico, grandioso goticismo.Indimenticabili, sotto questo punto di vista, i momenti vissuti da Luna nella villa sul Baltico di Walther e Vanna, o l’epico funerale di Helena: la sua pira funebre, le fiaccole attaccate alle tetre mura del Borgo, il corteo dei giganteschi Cavalieri Teutonici, mentre sembra quasi di vedere il ghigno della Morte, al di sopra di tutto, irridere tutto e tutti, in barba anche ai Sopramorti.Lunga vita (?), dunque, a Mirta/Luna!Chiudiamo il libro soddisfatti ma non appagati, nella speranza/certezza che ritornerà a turbare i nostri sogni...

Fonte: www.scheletri.com

martedì 17 aprile 2007

SEMINARIO DI SCRITTURA INTENSIVA A MILANO


SEMINARIO DI SCRITTURA INTENSIVA A MILANO
Organizzato dal Centro di Formazione NON ESSERCI SAREBBE UN DELITTO fondato da Carlo Lucarelli, Sabina Marchesi e Mauro Smocovich
Presso la Libreria Mondadori Occasioni d’Inchiostro di Milano Villaggio Barona
8 ore di sessione intensiva, Domenica 5 maggio, dalle 10 alle 18, costo 190,00 Euro
Per info e prenotazioni
http://www.nonessercisarebbeundelitto.com/ oppure info@nonessercisarebbeundelitto.com
Al termine del corso saranno rilasciate dispense, sarà offerta la possibilità di partecipare alla composizione di una raccolta antologica e sarà messo a disposizione dei corsisti un servizio di valutazione opere inedite o un tutoraggio per la correzione degli elaborati.
Un corso di scrittura non può “insegnare” a scrivere, ma può affinare e far emergere le doti di base, il talento e le idee che ogni scrittore esordiente porta dentro di sé.Questo corso si propone di trasformare il narratore che c’è in voi in un vero e proprio scrittore, di far diventare ogni cantastorie un menestrello della letteratura, di affinare le vostre qualità di base e insegnarvi a percorrere le strade del talento. Lo scopo è naturalmente quello di mostrarvi cosa è già stato fatto, e come, quali sono in linea di massima gli errori da evitare, e mettervi in condizione di apprendere, e di applicare, le tecniche più adatte per sfruttare al meglio le vostre doti di base e la vostra naturale predisposizione alla scrittura, incanalando le vostre energie nella maniera più idonea attraverso lo studio dei classici, gli esempi dei grandi maestri della letteratura e, perché no, l’analisi degli errori del presente
.PERCHÈ SCRIVERE, DI COSA SCRIVERE, COME SCRIVERE
REGOLE STILISTICHE E ERRORI DA EVITARE
DALL’IDEA AL ROMANZO, TRAMA, PLOT E PERSONAGGI
L’INCIPIT E IL FINALE, COERENZA STRUTTURALE E ORGANICITÀ
I RAPPORTI TRA I PERSONAGGI, I CONFLITTI E LA LORO RISOLUZIONE
LA SUSPENSE E LA STRATEGIA DELLA TENSIONE
I DIALOGHI COME RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTÀ
DESCRIZIONI, AMBIENTAZIONI E CARATTERIZZAZIONI
LA SCELTA DEL PUNTO DI VISTA
LA REVISIONE FINALE E LA SINDROME DEL FOGLIO BIANCO
PERCHÉ SCRIVERE, DI COSA SCRIVERE, COME SCRIVERE: le pulsioni dello scrittore, emotività, coinvolgimento e imparzialità, i generi letterari e i loro maestri, la metodologia dello scrittore, come inventare una storia, dove trovare le idee e come organizzarle
REGOLE STILISTICHE E ERRORI DA EVITARE: norme basilari di punteggiatura, funzionalità del paragrafo e del capitolo, chiusura e apertura di un argomento, scrivere a scena aperta, stupire e sorprendere il lettore, mantenere l’armonia e la coerenza strutturale, gli errori da evitare, le frasi fatte e la retorica
DALL’IDEA AL ROMANZO, TRAMA, PLOT E PERSONAGGI: come e dove carpire le idee, cosa imparare dalla lettura dei classici e dei contemporanei, come passare dall’idea al romanzo, creare i personaggi, strutturare una trama, mantenere un plot coerente, schematizzare le dinamiche, i flussi e le finalità della narrazione, salvare l’originalità
L’INCIPIT E IL FINALE, COERENZA STRUTTURALE E ORGANICITÀ: i migliori incipit della letteratura, come convincere il lettore ad andare avanti, l’attacco di ogni capitolo è un piccolo incipit, ogni capitolo deve avere un suo ritmo interno e concludersi con coerenza strutturale, i migliori finali della letteratura, il senso del finale, la conclusione di ogni capitolo come se fosse una scena a se stante
I RAPPORTI TRA I PERSONAGGI, I CONFLITTI E LA LORO RISOLUZIONE: personaggi piatti e tridimensionali, veri e artificiali, contrapposti od alleati, antagonisti e protagonisti, tensioni, contrasti e risoluzione dei conflitti, personaggi come pezzi di una scacchiera, l’immedesimazione del lettore con l’eroe o l’antieroe di turno
LA SUSPENSE E LA STRATEGIA DELLA TENSIONE: ogni storia ha un suo ritmo, pone interrogativi, solleva dubbi e propone risoluzioni, dietro ad ogni trama c’è una domanda senza risposta, anche in un romanzo sentimentale o intimistico debbono avere ritmo, tensione e suspense proprio come in un buon libro giallo
I DIALOGHI COME RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTÀ: dialoghi funzionali, dialoghi come narrazione, dialoghi come azione, dialoghi per riassumere, convincere, spiegare e risolvere, dialoghi come pause di riflessione, scrivere per il parlato, dialoghi a tutto tondo, riflessioni intimistiche e monologhi, lettere, diari e reminescenze
DESCRIZIONI, AMBIENTAZIONI E CARATTERIZZAZIONI: descrizioni ambientali, descrizioni dei personaggi, descrizioni degli stati d’animo, caratterizzazioni e paesaggi “parlanti”, mostrare la scena come se la penna fosse una cinepresa
LA SCELTA DEL PUNTO DI VISTA: vantaggi e svantaggi dei vari punti di vista, come scegliere quello più confacente al proprio stile, come scegliere il migliore per la storia che abbiamo in mente, il narratore onnisciente, la visione dall’esterno, la narrazione alternata, la narrazione in prima persona e il colpo di scena della narrazione mista
LA REVISIONE FINALE E LA SINDROME DEL FOGLIO BIANCO: i due scalini su cui si arenano tutti gli esordienti, come effettuare una buona revisione e i consigli per individuare lacune, dimenticanze ed errori, e come superare la tanto temuta sindrome del foglio bianco, i blocchi dello scrittore, gli inceppamenti della trama e le impasse strutturali

domenica 1 aprile 2007

Alchimie d'Amore e di Morte (di Giovanni Buzi)


Casa Editrice: Tabula Fati

Anno Edizione: 2006

Codice ISBN: 9788874751181

Pagine: 64Prezzo: 5€

Genere: Raccolta


Trama:Una giovane monaca che di giorno ricama viole sente irrigidirsi i capezzoli sotto la tonaca nelle notti di luna piena... Una bambina con un dolore muto sogna un mondo trasparente, tutto di vetro... Un giovane uomo sul punto di sposarsi sente una misteriosa, gelida voce e la insegue fin nei sotterranei d’una chiesa... Una donna bella ed elegante, con la passione per gli zaffiri, abbandona tutto per gettarsi nel perfetto blu... Icaro in volo, irriso da un mostro incombente, non sa rassegnarsi alla sua lacerante caduta... Giudizio:È possibile concentrare l’essenza di un capolavoro letterario in un libricino di poco più di sessanta pagine? È possibile scrivere sei piccole novelle e farle risuonare di note musicali, ora lievi e argentine come lo zampillo di una fontanella in una piazza silenziosa, ora cupe come il suono grave degli oceani o le tetre eco che si rincorrono in oscuri sotterranei? È possibile dar vita a delle storie usando parole che si trasformano in pennellate di vividi colori, l’inchiostro attinto dalla tavolozza del pittore?E ancora, è possibile leggere delle storie, concatenate e incastrate una nell’altra come le sfaccettature di una pietra preziosa, ed esserne magicamente catturati, letteralmente rapiti al proprio interno, con la possibilità di uscirne solo desiderandolo?La risposta a tutte queste domande è si, se si tratta di un alchimista della scrittura come Giovanni Buzi. E mai il titolo di un libro fu più azzeccato!Buzi si è finalmente liberato dell’inutile e pesante fardello di una scrittura pesante e oscena, per lasciare campo libero al suo linguaggio artistico più vero e naturale: un linguaggio fatto di parole raffinatissime, anzi sopraffine, e senz’altro non fine, ma mezzo per veicolare altri aspetti di un’arte a tutto tondo.Se questo piccolo libro potesse, per ulteriore trasmutazione alchemica, liberarsi delle parole, ecco che lo vedremmo trasformarsi in galleria d’arte, esposizione di gioielli unici, regno dei suoni, crocevia interdimensionale, droga dei sensi...Le storie qui presenti, per quanto bellissime, sono allegorie di esperienze: la suora-vampiro che rivaluta l’orrore della propria esistenza tra l’umano e il mostruoso, e riscopre in quest’ultimo la libertà e il senso del volo (Suor Maria degli Angeli); la bambina tormentata che vive e attua il bisogno di purezza e trasparenza annullandosi letteralmente in esso (Vetro); la ricca signora che piano piano si libera del fardello della carne e degli umani affanni, entrando a far parte per sempre dell’infinitamente piccolo/grande universo di un preziosissimo zaffiro (Blu zaffiro); un uomo alla ricerca del continuo appagamento dei sensi lo trova per sempre nella fusione con una enigmatica creatura ameboide (Sotterranei); un altro scoprirà, con gran dolore ma anche gran senso di liberazione, di far parte di un’altra specie (Ghiaccio). Infine, Io, Icaro, la più breve delle novelle qui rappresentate, la più potente da un punto di vista espressivo e la più emozionante, forse la chiave di lettura di tutte le altre, compendio dei grandi temi presenti in questo libro, l’Ibrido e il Nulla. Senz’altro il degno, catartico finale di un’esperienza esistenziale durissima, sconvolgente, con la rivelazione di un Grande Inganno. Per dirla con l’Autore: “Credevo di trovare aria aperta e respiro, luce e calore, leggerezza e libertà; l’unica cosa che ho ottenuto è stato questo disperato, doloroso, infinito precipitare. Nel nulla.”Un libro maestoso!
Fonte: www.latelanera.com

Le Notti Gotiche (di Eraldo Baldini e Massimo Cotto)


Casa Editrice: Aliberti

Anno Edizione: 2006

Codice ISBN: 9788874242023

Pagine: 218

Prezzo: 14€

Genere: Raccolta


Trama:In una casa di riposo per anziani nei pressi di Ravenna, un commissario di Polizia in pensione e un burbero ex partigiano condividono le lunghe, dolorose e inutili giornate che contraddistinguono la vecchiaia. Fino a quando non accade qualcosa di terribile e il vecchio combattente viene ritrovato in fondo a uno stagno prospiciente la residenza. Tutti pensano a un incidente, tranne l’ex commissario, che sembra ritrovare una seconda giovinezza aiutando nelle indagini un suo giovane pupillo, ora brillante commissario della Questura di Ravenna. Insieme affronteranno antiche leggende e un affascinante mistero archeologico, un cimitero di Goti sepolto tra la vegetazione...(Le notti lunghe, E. Baldini)In una Asti intrisa di misteri, magia e antiche superstizioni, un giovane maresciallo dei Carabinieri si ritrova a indagare su una inspiegabile epidemia di suicidi. Tra inquietanti masche e spaventose leggende di bardot, gli spiriti dei bambini morti che in alcune notti particolari (le Notti Corte) spingerebbero gli uomini alla follia, il militare viene preso in una spirale di autentico orrore che riuscirà a dipanare solo con l’aiuto di un personaggio emarginato da tutti, di cui si dice che abbia il potere di vedere la Morte... (Le Notti Corte, M. Cotto) Giudizio:Estremamente inquietante fin dall’immagine di copertina, in questo romanzo (composto da due racconti lunghi di autori diversi, caratteristica peculiare di questa collana Aliberti, Due thriller per due autori) torna prepotentemente la cupa provincia italiana, con i suoi impenetrabili segreti, i misteri sussurrati all’orecchio, le leggende e tradizioni che nascondono, o forse generano, delitti e mostruosità inenarrabili.Eraldo Baldini è ormai il Maestro indiscusso del gotico di provincia, e col racconto presente in questo libro fuga ogni dubbio residuo in merito: una narrazione magistrale, dove il respiro della natura della Romagna rurale si alterna e si mischia con un respiro più profondo, gutturale, che sembra provenire dai più oscuri anfratti della Storia di una regione solo apparentemente solare. Ma la vera sorpresa di questo volume è costituita dal racconto di Massimo Cotto, uno scrittore finora conosciuto essenzialmente per una vasta produzione di argomento musicale (oltre a due romanzi: Hobo, una vita fuori giri pubblicato nel 2003 da Editori Riuniti e vincitore di un premio speciale Cesare Pavese; L’ultima volta che sono morto, pubblicato nel 2005 da Aliberti), e che qui ci regala una storia veramente magica, oltre che spaventosa e, a tratti, estremamente disturbante. Come ogni piemontese “di razza”, Cotto sembra trovarsi veramente a suo agio nel gestire, con razionalità e fascino letterario, figure tradizionali dalla valenza difficile (benigne o maligne?) come solo le inquietanti masche sanno essere.Nel complesso, un libro bellissimo e avvincente che nessun appassionato di folklore e misteri italiani dovrebbe farsi sfuggire!



giovedì 15 marzo 2007

Con Claudia Salvatori a Milano (13/03/2007)

Ho incontrato la simpaticissima Claudia Salvatori, autrice di romanzi come "Il sorriso di Antony Perkins" (Alacràn) e "Sexy Thriller" (Aliberti). In questa foto siamo davanti alla sede della Casa Editrice Alacràn. Con lei e il marito Max abbiamo trascorso insieme dieci brevi ma piacevolissimi minuti!



E per restare in tema di immagini, ecco due cover per un progettino su cui sto fantasticando con altre persone...ma forse resteranno solo fantasie...









lunedì 12 marzo 2007

La strega di Beaubois (di Luigi Brasili)

La strega di BeauboisLuigi Brasili
Editore:
Magnetica Edizioni
Collana:
Streghe
Isbn:
978-88-89889-23-3
Genere:

Gialli, Horror, Thriller
Formato:
Tascabile/Brevissimi
Pagine:
26
Anno:
2006
Costo: Euro 4,00
In un minuscolo villaggio dei Pirenei, all’inizio del XVIII° secolo, una terribile strega sopravvissuta a un massacro di Catari torna per soddisfare la sua insaziabile sete di sangue e di vendetta.
In un contesto di forte bigottismo e marcata ipocrisia si sviluppa una storia torbida, dove non si può distinguere chi è buono e chi è cattivo e dove gli incantevoli boschi del sud della Francia fanno da superbo scenario a fatti prodigiosi ed eventi di sangue, meschine tresche di sesso e fenomeni sovrannaturali, magia e morte, inverosimile santità e probabile dannazione.
Una brillante prova letteraria per Luigi Brasili, che è riuscito a concentrare in poche pagine una storia avvincente e completa, che ironizza con garbo su alcuni dei momenti più bui della Chiesa, quali la caccia alle streghe e alle sette eretiche, passando per uno dei più grandi misteri del cattolicesimo contemporaneo, le apparizioni di Lourdes.
Gustose anche le citazioni, che occhieggiano qua e la nel testo (Edgar Allan Poe e Anne Rice quelle che più facilmente risaltano tra le righe).
Ormai un veterano dell’ underground horror writing italiano, Brasili si conferma, con questo piccolo libro, un narratore estremamente interessante. Non perdiamolo d’occhio...

lunedì 26 febbraio 2007

13 racconti dark (di Riccardo Gazzaniga)

Titolo: 13 Racconti dark
Casa editrice: Lampi di Stampa
Genere: noir/horror
ISBN: 88-488-0501-9
Costo: 15 euro

13 è il numero perturbante per eccellenza. C’è chi al solo sentirlo nominare fa gli scongiuri!
C’è anche chi, in barba a ogni superstizione o forse giocando proprio sulla sua estrema valenza negativa, come nel caso del nostro Riccardo Gazzaniga, lo usa come titolo per il suo esordio in campo letterario.
E 13 sono i racconti presenti in questa sua antologia personale, storie che spaziano dal neogotico al noir, alla ghost-story, all’horror puro, passando per il thriller e l’introspezione psicologica.
Ce n’è per tutti i gusti in questo libro, scritto da un autore la cui più importante freccia al proprio arco è una smisurata fantasia: licantropi sul lago di Lugano, defunte rockstar che tornano dall’Inferno per impedire che si speculi sulle loro canzoni, preti trafficanti di organi, eroici bastardini e vigliacche sette sataniche, maniaci sprovveduti (pur)troppo fiduciosi nel Diavolo, calciatori corrotti e atleti olimpici che vanno in estasi durante lo sforzo atletico, vampiri veri e presunti...
13 racconti, 13 finali spiazzanti: Gazzaniga gioca moltissimo sui colpi di scena finali, e come un folle pilota guida i suoi lettori su piste sicure, per poi invertire bruscamente la marcia o imboccare stradine impreviste e cimentarsi in micidiali derapate.
Un libro per cuori (e stomaci...) forti!


domenica 18 febbraio 2007

Intervista a Jo Lancaster Reno




L’unica intervista mai rilasciata da Jo Lancaster Reno


Domenico Nigro e Gianfranco Nerozzi hanno incontrato il creatore della serie spy-story HIDRA CRISIS


Penso di aver capito che non si trattava di uno scherzo solo quando, all’ingresso dell’albergo svizzero dove si sarebbe tenuto il party, ho trovato ad attendermi Gianfranco Nerozzi, traduttore ufficiale italiano del misterioso scrittore, “papà” dell’Agente Nemo. Ho ancora ben impressa nella mente la telefonata che il Nero mi aveva fatto solo tre giorni prima: “Ciao Dom, sono Gianfranco. Tra qualche giorno Jo Lancaster Reno tiene un party privato a Montreaux, per festeggiare l’uscita di Lo Spettro Corre Nell’Acqua, il nuovo capitolo della serie Mondadori – Segretissimo Hydra Crisis. La sua agente non sarà presente, per cui ho pensato che forse ti avrebbe fatto piacere intrufolarti alla festa e intervistarlo. Saresti il primo al mondo a farlo, e comunque gli ho già parlato di te e si è mostrato molto disponibile...”Sono rimasto inebetito per buona parte della giornata, ma due giorni dopo, riempito al volo il mio borsone da viaggio, mi sono infilato in macchina e sono partito per la Svizzera.L’albergo (di cui non menziono il nome per precisa volontà dell’autore) si trova nei paraggi del Casinò di Montreaux, proprio quello semi-distrutto, negli anni ’70 del secolo scorso, da quell’incendio a cui i Deep Purple si ispirarono per la celeberrima Smoke on the water.Arrivo trafelato con due ore di ritardo e per fortuna trovo un posticino dove parcheggiare. Nerozzi è incazzato nero! “Il party è iniziato da un pezzo! Dove diavolo eri finito?”Balbetto qualche scusa mentre ci avviamo nel salone principale. C’è un sacco di gente importante, scrittori di fama mondiale. Riconosco subito, tra gli altri, Clive Cussler, Stephen Gunn e Alan D. Altieri. E anche il regista Ridley Scott e il mitico vocalist Ian Gillan. E poi le donne! Da infarto! Mai viste tante gnocche tutte insieme, in vita mia... Mi piacerebbe approfittare e conoscere tutti, ma il Nero mi dice che non c’è tempo, che Reno mi sta aspettando nella sua camera e mi affida subito a un ‘gorilla’ di colore con le treccine rasta e totalmente abbigliato in nero.Senza dire una parola, questi mi spinge in un ascensore. Mi giro un’ultima volta indietro ma il Nero è sparito, fagocitato dalla folla festante, alticcia e sovreccitata.Giunti al quarto piano del lussuosissimo albergo, il bestione nero mi indirizza con decisione verso la stanza contrassegnata da una targhetta in ottone recante il numero 24. Busso alla porta. Nessuna risposta. Dall’interno provengono risatine femminili. Il gorilla apre la porta con decisione e un intenso profumo di sandalo ed ebano investe le mie narici.Lo scrittore è seduto sul letto e indossa una vestaglia di raso celeste. Ha i capelli lunghi e una barba piuttosto lunga gli ricopre il volto. Io me lo immaginavo un tipo alla Marc Ange, invece sembra un santone. Anche se dalla vestaglia leggermente aperta si intravedono addominali ben definiti, da atleta. Sul letto, accovacciate di fianco a lui, ci sono due creole mezze nude, stupende, una gli sta massaggiando il collo e l’altra gli sta porgendo un bicchiere pieno di un liquore denso e rossastro, un Bloody Mary, intuisco. Vedendomi entrare, Reno sorride. “Monsieur Dom? Si accomodi prego.” mi dice in italiano, con un marcato accento parigino. “Vuole bere qualcosa?”Io mi sento lo stomaco stretto in una morsa. Sono emozionatissimo e non ho voglia di nulla. Biascico un “no grazie”. Poi aggiungo, quasi in un sussurro: “Sono spiacente di aver disturbato il suo...emh...relax. Cercherò di rubarle meno tempo possibile.”Lui sorride ancora. “Nessuno problema”. Poi batte con la mano aperta sul bordo del letto. Alla sua destra. “Venga, sieda qui, accanto a me.” Io mi avvicino sentendomi imbarazzato per quella strana situazione.Le creole mi guardano e lanciano una risatina. Reno dice loro di farsi da parte e da un bacio fuggevole sulla mano di quella che lo stava massaggiando sul collo. Poi si rivolge di nuovo a me, senza smettere di sorridere. C’è qualcosa di famigliare nel suo volto. Quel poco di lineamenti che emergono dalla barbona che gli ricopre le guance e il mento, mi ricordano qualcuno, ma non riesco a focalizzare bene chi. Gli porgo la mano. Lui me la stringe, e si avverte della forza sotto. Calli nelle dita, dure. Non ha una mano da scrittore. Smetto di fissarlo e mi siedo sul bordo del letto. Stringo il mio registratorino da intervista e spingo il tasto rosso. Reno sta dicendo “Possiamo cominciare quando vuole mon amì.”E io mi schiarisco la voce e parto con la prima domanda.Lei è un personaggio misteriosissimo.


Si sono dette tante cose sul suo conto: che colleziona auto sportive e armi. Che vive a Parigi in un’antica e lussuosa villa. Che sia stato lei stesso un’agente segreto. Che abbia fatto servizio nella Legione Straniera. Che sia un mercenario, un “soldier of fortune”. E anche un rubacuori e un ‘cacciatore di doti’. Vogliamo fare un pò di luce sul suo conto?


C’è qualcosa di vero e qualcosa di falso, come sempre in questi casi. Sai come succede. Da una notizia, la gente ne ricava altre, ingigantisce le cose e le romanza. Fa parte della natura umana… Io sono misterioso perché mi piace esserlo. Non solo per scelta commerciale d’immagine. Mi piacciono le identità segrete. Mi hanno sempre affascinato. Da piccolo leggevo molto i fumetti dei supereroi. Quindi se io adesso rivelassi queste parti della mia vita, contraddirei al codice del cavaliere. Quindi non ti confermo nulla in un senso e nell’altro. Forse anche adesso, davanti a te, sto indossando una maschera. Magari porto una barba posticcia. Ti dico solo che nel mio passato c’è stato qualcosa che adesso mi costringe all’anonimato. Niente di terribile e di non superato. Ma diciamo che mi serve continuare a restare nell’ombra ancora per un poco.


Come è nata l’idea per la serie ‘Hydra Crisis’?


I primi romanzi che ho letto in vita mia sono stati quelli di Jan Fleming. Ne possiedo una collezione con almeno una decina di edizioni provenenti da nazionalità differenti. Su quelle storie ho sognato di mondi lontani e di avventure mozza fiato. In una prima parte della mia vita ho cercato di viverle sul serio quelle situazioni. Poi ho preso strade più tranquille e ho pensato solo di scriverle. Era meno pericoloso. I secondi libri che ho amato sono stati quelli di Stephen King, che non c’entrano nulla con lo spionaggio. Ma sono molto coinvolgenti sul piano della narrazione, introspettivi, viscerali. Da qui la voglia di inventare qualcosa che fosse una mezza via fra i due generi, l’horror e la spy story. Poi sono un fan sfegatato di John Woo, le sue scene di azione sono insuperabili e poetiche e mi piaceva l’idea di mescolare queste pulsioni creative per crearne una sola che fosse solo mia. Da qui la scelta dello stile di narrazione e il tipo di trame da affrontare. L’idea di base, quella dell’Hydra in particolare, cioè del mostro vero e proprio che sta alla base di tutto, metaforico e presente come se fosse vero, mi è venuta sfogliando un libro sui miti dell’antica Grecia e vedendo una raffigurazione di Ercole che uccide il mostro delle tante teste. Subito ho capito che quello sarebbe stato perfetto. Una testa tagli e altre se ne formano, troppo efficace e terribile, il simbolo di un certo tipo di potere che tutto ingloba e distrugge e rinasce da sé stesso ogni volta più forte. Infatti le sue spy-story sono sempre alquanto anomale, in quanto a contenuti. Nei suoi romanzi c’è sempre tanto sangue, crudeltà ed efferatezze, mostruosità ai confini con l’horror puro e sesso esplicito. Perché una scelta di campo così… estrema? Mi piace vivere al confine delle cose, solo per poter andare al di là. Quindi faccio così anche con la scrittura. Entrare dentro in modo viscerale alle cose che faccio e cercare di estrarre la maggiore intensità: voglio emozionare a tutti i livelli, profondamente, senza pormi freni o inibizioni. E non a caso ho scelto Gianfranco Nerozzi come mio traduttore italiano. Siamo molto in sintonia io e lui. E amiamo le stesse cose, coltiviamo le stesse passioni.


A proposito di passioni, le donne, dai suoi romanzi, non escono quasi mai bene. Prendiamo a esempio le donne presenti in quest’ultimo ‘Lo Spettro Corre Sull’Acqua’: Jamaka sembra quasi un oggetto sessuale nelle mani dell’Agente Nemo; l’agente del Diesis Sonia “Sonny” Palmer, personaggio dalle interessanti e ambigue peculiarità, muore orribilmente sbranata da uno squalo mutante proprio nel momento in cui stava diventando...emh...sessualmente più interessante per il lettore; Marc Ange ha un rocambolesco rapporto sessuale su un natante abissale con la straordinaria, bellissima Sirène e dopo il coito...non riesce neanche a sorriderle, se non con una smorfia, quasi di disgusto. Ma lei le donne le ama o le odia?


Le amo. Profondamente. Sono per me quasi un oggetto di culto. La femminilità è armonia, equilibrio estetico. Certe bellezze arrivano persino a commuovermi. Mi fanno stare male. Io sono innamorato di tutte le mie donne. Un poco come Marc. Lui se ne fa tante. Ma tutte le volte si innamora di quella sbagliata. In lui c’è una sorta di desiderio recondito di redenzione. Lui vorrebbe liberarle, renderle diverse. Ma poi non ci riesce. E allora le uccide. Jamaka è la sua ancora di salvezza. Da lei torna sempre. Marc è un inguaribile misogino, un poco come me. Ma uno di quelli che potrebbero morire per una donna, per salvarla. Una sorta di moderno cavaliere che mette in gioco spada e mantello. Ma poi alla fine: scopa come un matto. Dire che le donne dei miei libri non ne escono bene, mi pare non esatto. Nei miei libri non ne esce bene nessuno. Sono tutti esseri perduti in partenza che lottano contro le loro impossibilità.


‘Colombo viaggiatore’, misterioso hacker, geniale collaboratore di Marc Ange, agente segreto free-lance. E paraplegico! Spesso, nel cinema e nella letteratura, le risposte alla soluzione a enigmi apparentemente indecifrabili le si fa risiedere nella mente di persone invalide. Cosa fa pensare che il genio e l’handicap fisico possano andare così spesso a braccetto?


Nel mio caso era funzionale un personaggio del genere perché era l’unico modo per avere a disposizione un tipo che si dedicava completamente al lavoro d’indagine in rete. Colombo è il più bravo di tutti. E solo dentro all’universo virtuale ritrova il movimento che nella vita reale non possiede più. Lui lì può addirittura volare. Diventa libero come un uccello. Non mi sono mai soffermato a pensare a come altri autori abbiano usato personaggi invalidi e geniali: e anche adesso, se provo a pensarci, mi viene in mente solo l’investigatore inventato da Deaver.


Lo squalo albino “Goblin” è una delle trovate più spaventose di questo suo ultimo romanzo. Esistono davvero, secondo lei, programmi di sperimentazione atti a trasformare animali marini (più o meno innocui...) in spietate macchine da guerra o terrorismo?


Sono esistiti ed esistono eccome. L’esperimento con i delfini e i rostri montati sul muso è stato fatto davvero, non l’ho inventato io.Se lei fosse un regista cinematografico e le venisse commissionato il prossimo ‘007’, quale attore sceglierebbe? Daniel Craig mi piace molto e direi che è perfetto. Quindi continuerei con lui.


Grazie per il tempo prezioso che mi ha dedicato, monsieur Reno, e in bocca al lupo per il proseguimento di ‘Hidra Crisis’...

Lo scrittore non risponde. Fa un cenno alle due massaggiatrici che mi si avventano addosso, cominciando a spogliarmi.“Ma dove va? La notte è ancora giovane...” mi sussurra Jo Lancaster Reno, scoppiando subito dopo in una risata satanica, mentre io mi sento avvampare dalla vergogna...