venerdì 30 ottobre 2009

IL SANGUE DI MANITOU (di Graham Masterton, Ed. Gargoyle Books)



Genere: horror
Formato: brossura
ISBN: 978-88-89541-34-0
Pagine: 382
Pubblicato: 23 luglio 2009
Prezzo:Euro 13,50




In una delle più bollenti estati dall’inizio del nuovo millennio, la città di New York viene messa in ginocchio da una terrificante epidemia, dal decorso brevissimo e dalla inaudita virulenza, dove le vittime manifestano sintomi allucinanti: ipersensibilità alla luce solare, incapacità improvvisa a nutrirsi in modo normale, anemia perniciosa, sete di sangue e conseguente bisogno di uccidere altri esseri umani, per poi arrivare, nell’arco di poche ore, a un decesso che forse non è un vero e proprio decesso…
In pochi giorni, la metropoli statunitense diventa un cimitero dalle immani proporzioni, che di notte si popola di creature da incubo.
In questo scenario apocalittico, convergono le storie parallele del dottor Frank Winter, del “Sisters Of Jerusalem Hospital”, che suo malgrado contrae la malattia a causa di una sua paziente, l’artista da strada Susan Fireman, e il sensitivo Harry Erskine, un sensitivo dai grandi poteri psichici, tanto quanto la sua disastrata vita privata, che si limita a sbarcare il lunario come ciarlatano.
Frank e Harry sono le uniche persone, in tutta New York, a intuire che all'origine della spaventosa malattia si nasconda qualcosa di sovrannaturale e indicibilmente malvagio, e inevitabilmente le loro strade si incontrano.
Tutti gli elementi portano a supporre che l’oscuro evento abbia avuto inizio il maledetto giorno dell’11 Settembre, con l’attacco terroristico e la caduta delle Torri Gemelle. Con l’aiuto dello Spirito Guida di Harry Erskine, il fantasma del grande sciamano nativo americano Roccia Che Canta, del veterano militare Gil, della figlia di un grande studioso di folklore rumeno, Jenica Dragomir, e dello stesso dottor Winter, Harry ricostruisce un pezzo alla volta un disegno maligno dalle proporzioni epiche, dietro il quale si celano le ombre nere dell’antichissimo svarcolaci (Vampiro Morto) Vasile Lup e le sue orde di sanguinari Strigoi, ma soprattutto del più acerrimo nemico di Erskine, il defunto e potentissimo sciamano pellerossa Misquamacus, un’entità diabolica legata ai Grandi Antichi di lovecraftiana memoria!
È l’inizio di una Guerra Mistica tra le Potenze evocate dalla magia nera del folklore rumeno e le Divinità del Pantheon celeste dei Nativi Americani. Chi la spunterà?

Graham Masterton, scozzese, uno dei Grandissimi della letteratura horror contemporanea, riesce a dipingere un affresco dal fascino indescrivibile, mischiando tra loro gli elementi caratteristici tradizionali di due tra le più antiche culture del mondo.
Il romanzo è una fiabesca e truculenta metafora di quello che è il nuovo Sogno Americano, il sogno di un popolo che, per quanto prostrato dall’incubo dell’11Settembre, sta cercando di trovare, con ammirevole determinazione, la forza per tornare a essere, come è stato da 600 anni a questa parte, il fulcro del Mondo…

(recensione a cura di) Domenico Nigro

giovedì 15 ottobre 2009

"Ultimi vampiri - extended version": torna la bellissima raccolta di Gianfranco Manfredi arricchita di nuovi appassionanti scritti


GARGOYLE BOOKS



presenta



Ultimi vampiri
Extended version


di Gianfranco Manfredi


Prefazione di Tullio Avoledo

Torna la bellissima antologia dalla parte dei vampiri

arricchita di nuovi appassionanti scritti, tra cui l'elettrizzante racconto pulp "Summer of Love"







Tracce. Furono tanti e diversi i revenants che affollarono il mondo: vampiri d'aria, d'acqua, di luce, vampiri masticatori, succubi, incubi soffocatori, entità mutanti, cauchemars. Sopravvissuti a persecuzioni e conflitti d'ogni sorta, nove di essi rievocano in prima persona le loro vite tormentate lungo diversi secoli di storia: dalla Moravia della Riforma Protestante alla Spagna dell'Inquisizione, dalla Francia del Re Sole al campo di battaglia di Waterloo, dall'Inghilterra tardo-settecentesca a quella vittoriana, dai gelidi paesaggi scandinavi al Nuovo Mondo americano degli albori del cinema hollywoodiano e del groove psichedelico del ghetto hippie-bohémien di Haight-Ashbury, nella San Francisco degli anni Sessanta del Novecento.



Il libro. Con l'antologia Ultimi vampiri, pubblicata da Feltrinelli nel 1987, Gianfranco Manfredi si impone definitivamente all'attenzione della critica, accrescendo il suo già fitto pubblico di lettori. Sfuggendo a ogni prevedibilità e cliché, in una trascinante tensione verso l'inatteso, Manfredi si mette dalla parte dei vampiri: specie vivente con la stessa dignità degli umani, che ha attraversato la Storia parallelamente ad essi. Anche in questa extended version, arricchita di nuovi contenuti sia di carattere narrativo - tra cui spicca il racconto lungo "Summer of Love" - sia saggistico, e di una vivace e acuta prefazione dello scrittore Tullio Avoledo, pulsa il "realismo visionario"che caratterizza tutta la letteratura di Manfredi: non c'è nulla di "dato" che non debba essere anche "immaginato". L'autore si distanzia dalla sintesi operata da Bram Stoker con il personaggio di Dracula, concentrandosi sulle diverse specie di vampiri presenti nei folclori locali. Manfredi mette a confronto i vampiri delle leggende popolari con momenti cruciali della storia, rivelatisi inevitabilmente fasi violente di trasformazione che hanno segnato l'emarginazione e la sconfitta di una specie, spesso attraverso veri e propri genocidi. Discriminati, sradicati, apolidi, ribelli, isolati, irriducibili cospiratori, eretici redivivi, militi uccisi resuscitati sono questi i vampiri che Manfredi passa in rassegna, devianti di un ordine sociale che li ha sempre tenuti ai margini a causa della cecità del pregiudizio.

La sofisticata eterogeneità delle cifre stilistiche adottate poggia su una base ricchissima di riferimenti storici, filosofici (i Discorsi a tavola di Martin Lutero, il Dizionario filosofico di Voltaire), teologici (De Daemonialitate, et Incubis et Succubis di Ludovico Maria Sinistrari e le Dissertations sur les vampires di Domi Augustin Calmet), letterari (Don Chisciotte di Cervantes e Manoscritto trovato a Saragozza di Jan Potocki) e antropologici, oltre che su un originale uso delle cronache del tempo (per esempio i resoconti criminali della West Coast americana durante l'epoca hippie). Avventure, favole simboliche, resoconti storici, frammenti onirici, istantanee di umorismo nero si amalgamo in un ordito di grande potenza evocativa a dimostrazione delle infinità possibilità del narrare.



I video. Su "Summer of Love", Gianfranco Manfredi e sua figlia Diana hanno realizzato un documentario a San Francisco e dintorni, e un booktrailer.

Entrambi costituiscono delle interessanti e gustose anticipazioni alle atmosfere del racconto.

I contenuti si possono vedere andando sul sito www.gargoylebooks.it, agli indirizzi:



http://www.gargoylebooks.it/site/content/summer-love-di-gianfranco-manfredi-da-guardare-oltre-che-da-leggere



http://www.gargoylebooks.it/site/content/dopo-il-documentario-ecco-il-booktrailer-del-racconto-summer-love





L'autore. Cantautore, sceneggiatore, attore, scrittore, Gianfranco Manfredi nasce a Senigallia nel 1948. Si trasferisce a Milano all'età di otto anni. Studia Filosofia e si laurea con Mario Dal Pra. Agli inizi degli anni Settanta, si divide tra la ricerca universitaria sull'Illuminismo francese e l'attività di cantautore: escono gli album La crisi (1972), Ma non è una malattia (1976), e il saggio L'amore e gli amori in Jean-Jacques Rousseau (1978). A un passo dall'ottenimento della cattedra in Storia della Filosofia, Manfredi decide di dare spazio esclusivamente alla sua vena artistica. Come cantautore realizza gli album Biberon, 1978; Liquirizia, 1979 (colonna sonora dell'omonimo film di Salvatore Samperi); Gianfranco Manfredi, 1981; Dodici, 1985 (in coppia con Ricky Gianco); In Paradiso fa troppo caldo, 1993; Danni collaterali, 2003; firma, altresì, brani per interpreti del calibro di Mia Martini (Io donna, io persona, 1976), Gianna Nannini (Riprendo la mia faccia, 1977), e Gino Paoli (Parigi con le gambe aperte, 1988). Inoltre, comincia a lavorare per il cinema come sceneggiatore: Samperi (Liquirizia, 1979, e Fotografando Patrizia, 1981) e Steno (Quando la coppia scoppia, 1981) sono solo alcuni dei registi con cui collabora. Come attore recita in Un amore in prima classe, 1980, e Fotografando Patrizia, è protagonista del Tv movie Kamikaze di Corbucci (1986), ed è tra gli interpreti di Via Montenapoleone di Carlo Vanzina (1987). Nel contempo inizia a farsi conoscere come romanziere distinguendosi da subito per la sua raffinata propensione a ibridare i registri narrativi e a rimaneggiare in modo del tutto nuovo i tòpoi della letteratura di genere, ottenendo il plauso di personalità come Oreste Del Buono e Pier Vittorio Tondelli. È autore di: Magia Rossa (Feltrinelli 1983, Gargoyle 2006), Cromantica (1985), Ultimi vampiri (1987), Trainspotter (1989), Il peggio deve venire (1992), Una fortuna d'annata (2000) e Il piccolo diavolo nero (2001). L'anno scorso Gargoyle ha pubblicato lo stupefacente romanzo Ho freddo (www.hofreddo.it - finalista Premio letterario Francesco Alziator - Comune di Cagliari 2009). Manfredi è, inoltre, il creatore delle seguitissime serie Magico Vento (tradotta in diversi paesi, attualmente al vaglio di opzioni cinematografiche americane) e di Volto Nascosto, editi dalla Sergio Bonelli.

Gianfranco Manfredi vive e lavora a Sondrio.

www.gianfrancomanfredi.com





Da "Una sottile linea rossa" di Tullio Avoledo:



Perché, vedete, il bello dei vampiri è che non invecchiano. Non sono costretti a cose mortificanti tipo le cene con i vecchi compagni di classe in cui ci si misura a vicenda il giro pancia, la ritirata dei capelli sulla fronte o la cilindrata del SUV nel parcheggio del ristorante giapponese. Un vampiro, come un diamante, è per sempre. È fuori dalle mode. Non cambia auto ogni anno. Se vola, lo fa con mezzi propri: non intasa gli aeroporti stravaccandosi sui sedili di una sala d'attesa o aggirandosi per i negozi del Duty Free.



Hanno detto su Ultimi vampiri:



Manfredi sembra più che altro intrigato dal poter raccontare non tanto le inedite avventure dei non morti, dei pipistrelli della notte, dei figli della stirpe di Dracula, quanto piuttosto i rapporti magici tra l'umano e l'inumano, tra la fantasia e le proprie ossessioni, fra la cultura dominante e il diverso.

Pier Vittorio Tondelli - L'Espresso



Anche se non mancano pipistrelli, paletti aguzzi e canini mordaci, chi legge i racconti vampirici di Gianfranco Manfredi non si aspetti altrettante variazioni sul tema del Dracula di Bram Stoker tanto spesso ridotto a macchietta da film e fumetti. Il libro è colto, fitto di riferimenti storici, letterari, etnologici che si fondono con la fiction dando luogo a una riuscita miscela di immaginazione e ricerca, lampi filosofici e scatti fantastici.

Cesare Medail - Corriere della Sera



La vis narrativa di Manfredi non è inferiore a quella di certi modelli angloamericani specializzati in letteratura di genere, il suo impatto con il racconto più sciolto e sicuro di quanto non sia quello di celebrati giovani autori italiani suoi coetanei, l'intelligenza dei riferimenti e delle citazioni, notevolissima.

Alberto Rollo - L'Unità



Ci ha intrigato e divertito questa vampiresca parata messa in scena, con allarmante senso dello spettacolo, da Manfredi: il quale ha un sintonizzatore epocale e spaziale che funziona meglio del radar di un pipistrello. Manfredi è un ilare e catastrofico geografo che conosce d'istinto i luoghi maledetti, dove questi diversi poterono abitare o, se volete, abitarono. E procede con serrato senso della storia [.] In fondo Ultimi vampiri potrebbe essere una specie di trattato contro l'intolleranza.

Carlo della Corte, "tuttoLibri" de La Stampa



Manfredi mostra di essere capace di appropriarsi con straordinaria abilità e felicità di risultati dei registri letterari più disparati: umorismo nero, gotico, letteratura fantasy, frammenti onirici, resoconti epistolari, scansioni teatrali. Ma il punto d'arrivo comune è l'attimo terribile ma contemporaneamente liberatorio in cui ognuno scopre in se stesso il vampiro.

Pietro Traccagnoli, Il Mattino


Manfredi su "Summer of Love"



I racconti di Ultimi vampiri riguardano tutti epoche piuttosto remote. Volevo scriverne uno che considerasse esperienze più vicine, della mia generazione, e lo scenario ideale per me era San Francisco nel periodo hippie. Essendo io poco incline all'autobiografismo o al racconto "nostalgico", trovavo più interessante esplorare il lato "fantastico" di quegli anni. Del resto, non si sognava "l'immaginazione al potere"?

Gli anni della melanconia sono venuti dopo e sono ben sintetizzati simbolicamente dalla famosa battuta dell'androide di Blade Runner: «Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare».

Bellissima battuta, peccato che sia falsa. Noi umani sappiamo immaginare cose che non abbiamo mai visto, inclusi gli androidi. E credo sia questa la forza della scrittura.









Dati tecnici del volume:

Pagg. 376

ISBN: 978-88-89541-35-3

Prezzo: 17,00 Euro

lunedì 12 ottobre 2009

QUESTI FANTASMI - 17 STORIE DI LUOGHI E SPETTRI NAPOLETANI (di AA. VV.)



Questi Fantasmi... 17 Storie di Luoghi e Spettri Napoletani, a cura di Giuseppe Cozzolino
- NOIR
- Boopen Led
- 2009
- pagine 288
- prezzo 14,00 euro


“Chist’ è ‘o Paese d’o Sole…”, così inizia una delle più belle canzoni della tradizione musicale partenopea, suggellando in pochissime parole l’idea generale che si è sempre avuta di Napoli, per qualcuno la città più bella del mondo, con la sua solarità, la passionalità dei suoi abitanti, l’arte vitale dell’arrangiarsi.
Pochi sanno che Napoli è anche una delle metropoli più misteriose del mondo, con la sua parte ipogea, le tradizioni, il folklore, i miti e i misteri che la permeano.
L’obbiettivo che si pone questa antologia è proprio quello di “portare alla luce” la faccia oscura di Napoli, attraverso 17 (!) racconti di altrettanti autori, tutti rigorosamente napoletani. Il materiale narrativo è raccolto, come in una particolare guida turistica misterico/esoterica, in quattro itinerari fondamentali: il primo si sviluppa dai margini del Centro storico (via Carbonara) al cuore dello stesso (via Tribunali); il secondo si sviluppa nel pieno Corpo di Napoli, forse la zona più sinistra di tutta la città (sede, per esempio, della famosissima e misteriosissima Cappella Sansevero…); il terzo riguarda la cintura esterna della città, meno arcaica e più vicina ai nostri tempi, anche per quanto riguarda le leggende che la riguardano; il quarto invece è l’itinerario del mito, quello che si snoda nella zona più antica e leggendaria (la zona Flegrea, i terrificanti Campi Elisi delle leggende e tradizioni millenarie…)
Diciassette racconti, dicevamo, molto diversi tra loro, per stile e qualità, ma tutti con alcuni denominatori comuni: il mistero, la passione, la metafisica (elemento fondamentale, perché Napoli è, per accettazione comune, città di confine tra “visibile e invisibile”), il colore nero di sfondo, che sublima una luminosità accecante quanto, per certi versi, non sempre reale e sincera…
E quindi caliamoci nei panni dei protagonisti e riviviamo l’orrore della casa infestata di via Carbonara n° 17, dove alcuni giornalisti intenzionati a fare luce sul mistero perderanno la vita ma ritroveranno un’anima (Via Carbonara n° 17, di Michele Serio); commuoviamoci, ascoltandola dalla sua voce spettrare, la tragica e appassionata storia di Giuditta Guastamacchia, la Vicaria, giustiziata nel 1799 per un orrendo crimine mai commesso, e finalmente redenta, ai giorni nostri, da un giovane avvocato, durante un fantasmagorico processo che si terrà a Castel Capuano, durante una notte di tregenda (19 Aprile…L’ultima arringa, di Bruno Pezone); leggiamo dell’antico monastero delle Benedettine, che sorgeva nel Vicolo di S.Arcangelo a Baiano, teatro di terribili fatti di libidine, sangue e sacrilegio (Il convento non esiste più, di Monica Zunica); stupiamoci di fronte a una incredibile “verità” riguardo le celebri Macchine Anatomiche realizzate dall’infernale Raimondo Di Sangro, Principe di Sansevero (La carrozza, di Giuseppe Cozzolino); struggiamoci l’anima con la vicenda, tragica e appassionante, di don Fabrizio Carafa e Maria D’Avalos (Nel nome dell’amore, di Simonetta Santamaria); assaporiamo i misteri del Monastero di Santa Chiara (I fantasmi del chiostro, di Luciana Scepi); riscopriamo il mito, prendendo a pretesto un episodio di cronaca nera, delle famigerate streghe campane, le Janare (Janare di famiglia, di Diana Lama)…
Questi sono solo alcuni esempi del materiale narrativo di quest’antologia, che ha il grande merito di essere completa, di non aver, praticamente, tralasciato alcuna delle sfaccettature magico/surreali, cabalistiche, esoteriche, leggendarie, che di epoca in epoca ne hanno cesellato il substrato cultural-popolare e hanno reso Napoli, paradossalmente, una città ancor più viva e ancor più vera…

(Recensione a cura di) Domenico Nigro