domenica 9 novembre 2008

Dove il silenzio muore (di Simonetta Santamaria)



Titolo Dove il silenzio muore
Autore
Santamaria Simonetta
Prezzo € 14,00

2008, 224 p., brossura
Curatore Putignano A.
Editore
Cento Autori (collana Narratopoli)
Napoli, oggi.
Borgo Marina Piccola è un minuscolo agglomerato di case a ridosso della collina di Posillipo, abitato da pescatori ed ex pastori.
Proprio a ridosso del Borgo sorge “La Silenziosa”, vecchia dimora edificata molto tempo prima da Franco Giordano, un pescatore originario del posto che, per virtù ed esempio di vita è assurto, anche a decenni dalla morte, quasi al rango di eroe locale.
È proprio all’antica dimora familiare che fa ritorno Sara Mattei, nipote del Giordano, una donna contro la quale il destino sembra essersi accanito con particolare foga: prima la morte di entrambi i genitori, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro; poi il tracollo della sua vita sentimentale; infine le sue “visioni”, un dono soprannaturale che le permette di vedere le anime di coloro che sono trapassati, e che ultimamente hanno assunto una cadenza da incubo...
Sara fa così ritorno alla casa dei nonni materni, il luogo a cui sono legati i più bei ricordi dell’infanzia, nel tentativo di rimettere ordine nella propria vita.
Ma non tutti, al Borgo, sono felici del ritorno della nipote di Franco Giordano. Soprattutto tra gli anziani, il ritorno alla vita della “Silenziosa” viene visto come un evento foriero di sventure. E forse non sbagliano...
Nella sua smania di rinnovamento, Sara rivolta “La Silenziosa” come un guanto. Ed è proprio nel corso dei lavori di ristrutturazione che qualcosa riemerge dalle cupe ombre del passato: un vecchio teschio, che reca incastonato al suo interno un antico manufatto egizio.
Da questo momento la situazione precipita, e una serie di morti orribili quanto misteriose scandiscono il risveglio di un’antica maledizione che era già stata combattuta, molto tempo prima, da Franco Giordano e dai suoi vecchi amici: il medico condotto Luigi Miranda, il ciabattino Antonio Sperandeo, il parroco del Borgo, don Raffaele Lombardi, e suo nipote, l’archeologo Filippo Santoro. Gli stessi personaggi con cui ora Sara dovrà allearsi, per combattere le potenze infernali e le mostruosità d’oltretomba che vengono fuori a ogni voltata di pagina di questo stupendo romanzo horror in salsa partenopea...

Simonetta Santamaria è un caso unico nel panorama letterario italiano: “purista” dell’horror in un Paese dove, se vuoi scrivere horror, devi contaminarlo di giallo, noir o thriller (altrimenti è meglio, più sicuro e redditizio, ficcarsi nella scia delle scribacchiature moccesi...), vulcanica, passionale e caparbia come solo una napoletana D.O.C. sa essere, preferisce coltivare le sue gemme letterarie nel substrato ancora fecondo delle piccole case editrici, piuttosto che “vendersi” o cedere a compromessi!
Vincitrice del più importante riconoscimento lettererio di genere in Italia, il “Premio Lovecraft”, con il racconto “Quel giorno sul Vesuvio”, con questo primo lavoro sulla lunga distanza si è piazzata nel novero dei Magnifici Cento candidati all’edizione 2008 del Premio Scerbanenco (potete votarla on line all’indirizzo
http://www.noirfest.com/cerba.asp cliccando sul pallino a fianco del suo nome).
È necessario aggiungere altro? Si, una cosa...Stay Horror Forever, SimoNoir!!!

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