giovedì 26 marzo 2009

The Dark Screen (di Franco Pezzini e Angelica Tintori)



Editore: Gargoyle Books

Autori: Franco Pezzini e Angelica Tintori

Prezzo: € 19,00

Pagine: 695

ISBN:978-88-89541-28-9


Dissolvenza in nero. Lo schermo va oscurandosi. Talvolta, anzi spesso, il buio è invece immediato. Quale che sia la dinamica scelta per il sipario, allorché le ultime immagini dei film si dileguano per cedere il passo ai titoli di coda , ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, capita di ritrovarsi ad esclamare: non si era mai visto nulla del genere! O anche: nulla di simile era mai stato fatto prima! In verità, non è tanto l’originalità della particolare pellicola a ispirarci simili esclamazioni, quanto il fatto che questa rasenta la perfezione, l’ideale. Allora si avverte il bisogno ansioso di pronunciarsi, magari prima ancora di lasciare la sala; e quest’ansia è a motivo della nostra volontà di recensire, che mal tollera l’eventualità di limitarsi a un semplice commento. Passione dunque, e una critica che tende a proporsi più come l’elenco degli errori finalmente superati - l’ideale raggiunto, per l’appunto, giacché nulla di simile era mai stato fatto prima!
Da oggi, grazie alla Gargoyle Books che con nostro sommo diletto permette il The Dark Screen di Franco Pezzini e Angelica Tintori, possiamo esprime l’ansioso apprezzamento citato nientemeno che nel ramo della saggistica. Inevitabile parlare di un saggio, nondimeno un fraintendimento: poiché il Vampiro non è mai pur essendo sempre, allorché innanzitutto diviene. E quest’opera, seguendo le sorti del più celebre fra tutti i non-morti, Dracula, a sua volta finisce per trascendere il proprio “settore” – si pone oltre. Squisitamente insolito e multiforme quanto l’icona che racconta e denuda, The Dark Screen è pertanto uno studio, un romanzo e ciò nonostante una guida - vorremo allora dire Il Libro – che analizza il mito del principe dei vampiri investigandone le remote radici celate dietro tutti i perché del capolavoro di Bram Stoker, per poi passare in rassegna con magistrale competenza ed entusiasmo tutte le trasposizioni cinematografiche che ne hanno testimoniato l’evoluzione nel tempo. Beninteso, come non era mai stato fatto prima. Dimenticate dunque i manuali, la sterile esperienza del documentarsi in rete; soprattutto, dimenticate la noia. Perché dietro la ricchezza straordinaria dei contenuti e degli approfondimenti, vi è una vivacissima premessa che è la passione degli autori, nonché l’intento di divertirsi e deliziarsi per primi; ancora, vi è il pregio di saper scrivere benissimo. Pertanto, la possibilità di ritrovarsi a congedare come poco interessante un capitolo, è nulla. Piuttosto ci si compiace delle 695 pagine di diletto da sfogliare - ci si augura, cioè, di non finirlo subito, neppure fossimo tornati improvvisamente bambini. 695 pagine dove gli autori si pongono una miriade di domande, molte più, invero, di quante noi fan del non-morto per eccellenza ce ne siamo fatte, lamentandone intanto le mancate risposte a diverse precedenti pubblicazioni sulla figura di Dracula. Così procedendo e trovando le risposte, il Vampiro viene ritratto in tutte le sue ragioni d’essere, ed è infine scovato nel folclore, nella psicoanalisi, nella critica di costume o delle parentesi politico – sociali; dunque nelle metamorfosi assegnategli arbitrariamente o meno dalle personalità che l’hanno immortalato nel proprio fare il cinema, e così via. In centodieci anni di questo cinema, dove Franco Pezzini e Angelica Tintori individuano quattro “età” (quella delle origini, di Lugosi, di Lee e l’età gotica), il contesto storico ha di volta in volta detto la sua reinventando e arricchendo il Dracula di Stoker - quel Bram già cosciente, al tempo in cui lo scriveva, del potenziale teatrale e cinematografico della sua creatura. Nulla però aveva lasciato presagire che questa avrebbe trovato un ruolo anche nel musical, nel porno, nella pubblicità, e a dire il vero, ovunque. Perché un così clamoroso ed inesauribile successo?
La prima opera non-fiction della Gargoyle inebria il lettore appagandolo finalmente con un ricchissimo quantitativo di ragguagli, aneddoti, sorprese; e non riesce a sbagliare nulla, neppure nella scelta di poche ma raffinate illustrazioni. Qualunque itinerario culturale–emozionale abbiate intrapreso nell’appassionarvi alle letture che riguardano Dracula, il felice ed agognato approdo – l’opera ultima, ossia, è ora raggiunta in The Dark Screen.
Per meglio comprendere come sia possibile un simile libro, così da poter anche stimare genuino l’entusiasmo di questa recensione, vanno ricordate precedenti opere degli autori, e date informazioni sul loro percorso di studi...




Franco Pezzini è nato a Torino nel 1962, ed è laureato in Diritto Canonico con la tesi Esorcismo e magia nel Diritto della Chiesa. Studia i rapporti tra letteratura, cinema ed antropologia, con particolare attenzione agli aspetti mitico-religiosi. È tra i fondatori della rivista “L’Opera al Rosso”; ha pubblicato i saggi “Cercando Carmilla. La leggenda della donna vampira”, ed insieme ad Arianna Conti “Le vampire: Crimini e misfatti delle succhiasangue da Carmilla a Van Helsing”. Angelica Tintori(Milano, 1967) si è laureata al D.A.M.S di Bologna dopo anni di frequentazione della Facoltà di Filosofia dell’Università Cattolica di Milano. Lavora con il Museo Teatrale della Scala, e ha ideato e curato la mostra “L’incantevole artificio – il melodramma del cinema”. È soggettista e sceneggiatore per la Bonelli Editore, ed ha pubblicato due libri: “Michael Cricthon – Medici, dinosauri e Co.” e “C.S.I Crime Scene Investigation”.


(Recensione a cura di) Bruno Maiorano

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