martedì 19 dicembre 2006

Intervista a Gianfranco Nerozzi



DOM: Gianfranco, iniziamo con una domanda a bruciapelo che non riguarda direttamente Resurrectum, ma il suo predecessore. Quanto ha venduto Genìa?


[Gianfranco Nerozzi]: Non ho ancora il rendiconto definitivo. Penso che la prima tiratura, che era di 2500 copie, si stia avvicinando all'esaurimento. Poi c'è Mondo Libri (l'ex Club degli Editori per intenderci), che ne ha pubblicato una sua versione cartonata e con cover diversa, che ne ha venduti altri 2.500 a tutt'oggi. Nel complesso non sono numeri grandiosi. Ma considerando che siamo in Italia e che il genere horror non paga più di tanto, direi che non mi posso lamentare. L'importante è la crescita. Mantenere una costante apertura all'entrata di nuovi lettori dentro lo zoccolo duro degli appassionati. Sono curioso di vedere se Resurrectum rispecchierà questa speranza.


DOM: Resurrectum è un romanzo straordinario, ma quasi completamente a “sé stante” nel contesto della saga che ci avevi prospettato precedentemente. Perché? Scelta commerciale? Desiderio di costruire una storia nella storia? Esigenza di ampliare il discorso fino a fargli assumere una portata apocalittica?


[GN]: In realtà non è assolutamente a sé stante. Si può considerare una sorta di prequel, dove è contenuto anche Cuori perduti, il romanzo vincitore del Premio Tedeschi nel 2001, che rappresentava, nascostamente, l'inizio di tutta la storia. Ho scelto di raccontare la saga strutturandola in un modo circolare, proprio come un uroboro, il serpente che si mangia la coda che è il simbolo che sta alla base del concept della mia storia. Quindi andrò all'indietro, come i gamberi, fino a narrare l'origine di tutto, nel lontano 1933. Per poi tornare nel futuro, per descrivere le vicende che seguono cronologicamente quello che è successo nel primo Genia. Non sarà facile tessere i fili di un progetto del genere, anche perché ho la presunzione di creare un vero e proprio palindromo letterario, dove tutti i cinque libri, alla fine, potranno essere letti in una direzione o nell'altra. Tanto per fare un esempio con i due già usciti, un lettore potrebbe anche partire con Resurrecum e proseguire con Genia invece di fare il contrario. Ogni romanzo sarà comunque nello stesso tempo a sé stante, riuscendo ad avere ragione di esistere in modo indipendente dagli altri. Insomma, per intenderci, sarà un vero delirio. E lo dico come una cosa positiva, naturalmente.


DOM: Con i tuoi reading musicali ormai famosi, sei riuscito a costruire un rapporto diretto coi tuoi lettori. Ti capita di discutere con loro delle tue opere? E nel caso, quanto i pareri dei lettori influenzano le tue scelte narrative?


[GN]: Lo spettacolo che porto in giro assieme a Lucio Morelli, pianista e cantante e autore di gande talento, è una sorta di ibrido, in realtà: un incrocio fra un reading e un concerto. Ed è un ottimo modo per fare entrare la gente dentro le atmosfere del libro. Letture inframezzate a effetti sonori e a canzoni che fanno parte della colonna sonora del romanzo, proiezioni d'immagini… tutto contribuisce a coinvolgere lo spettatore facendolo entrare in sintonia con le cose che ho scritto. Alla fine del reading incontro i lettori e loro fanno domande, certo. Di solito io ascolto volentieri tutti i pareri, negativi e positivi che siano. Quanto questi giudizi influenzino le mie scelte narrative future, non so dire. Per migliorare serve sempre mettersi (o farsi mettere) in discussione. Sentirsi detentori di verità assolute ci porta lontani e ci rende freddi e inutili. Il processo creativo si basa sull'assorbimento degli impulsi che si ricevono dall'esterno, oltre che dall'interno. Se anche un solo lettore su cento, mi dice che secondo lui una determinata scena non funziona, allora vuole dire che in quella scena ci deve essere qualcosa di sbagliato, qualcosa da migliorare.


DOM:In che contesto è stato concepito il titolo Resurrectum?


[GN]: Quando doveva uscire Cuori perduti sul Giallo Mondadori, Sandrone Dazieri, che allora era il responsabile editoriale della collana, mi chiese di trovare un titolo diverso per il romanzo. Allora io cominciai a scervellarmi per trovare qualcosa di efficace, senza ottenere grandi risultati. Parlandone con un amico, Riccardo Coltri, giornalista e scrittore e curatore del mio sito, mentre ci trovavamo a Verona in un parcheggio situato davanti a un cimitero, lui m'indicò una scritta che campeggiava sulla facciata dell'edificio: Resurrecturis. E mi parve subito una bella idea. Mutandolo in dativo mi suonava fantastico: Resurrectum. Quello era il nome perfetto per rappresentare il cerchio interno del potere assoluto emblema dei Superiori Sconosciuti. Un potere così definitivo e crudele che non può finire mai,che risorge sempre: immortale come un Dio… Proposi quindi quel titolo lì ai mondadoriani. Ma mi venne bocciato perché ritenuto troppo orrorifico per un giallo. Alla fine Cuori perduti rimase intitolato, appunto: "Cuori perduti". Ma non potevo non chimare così il romanzo che risorgeva direttamente dalle ceneri del finto giallo di allora. E Resurrectum è diventato il titolo del secondo capitolo della saga di Genia, alla faccia del contesto.


DOM: L’attentato terroristico a Gerusalemme durante l’eclisse totale e tutti i suoi risvolti costituiscono uno degli episodi più inquietanti del romanzo. Ti sei ispirato a un vero episodio di cronaca per scriverlo?


[GN]: Non un episodio di cronaca in particolare. Oramai laggiù ne hanno già fatti talmente tanti di attentati di quel genere, usando bambini imbottiti di bombe, che è diventato come un terribile ordine del giorno. Mi servivano dei riferimenti ad Armageddon e quindi dovevo far partite il contagio di Vanelsìn in un luogo estremente emblematico: Gerusalemme era la cornice perfetta. Il sole viene oscurato dall'eclisse, e la cometa si avvicina alla Terra e tutto esplode per festeggiare l'avvento del Pellegrino.


DOM: Di chi è stata l’idea della bellissima copertina di Resurrectum?


[GN]: È stata mia. Una sorta di citazione cinematografica, un omaggio al cartellone di Poltergeist, dove c'è una bambina di fronte a un televisore acceso. Nel mio caso però c'è un'intera parete ricoperta di schermi… Poi quel bambino inginocchiato… È inquietante, fa venire i brividi, no? [


DOM: Hai mai ricevuto proposte cinematografiche per i tuoi lavori?


[GN]: Non ancora. E non nascondo che è uno dei miei sogni, quale appassionato di cinema: poter un giorno vedere qualche mia opera tradotta sul grande schermo. So che i due romanzi, Genia e Resurrectum sono in lettura a Mediaset, ma obiettivamente non credo che una vicenda come quella raccontata nella mia saga possa essere adatta a un pubblico televisivo, a meno di non apportare modifiche così drastiche da cambiare totalmente l'anima della storia. Staremo a vedere.


DOM]: Che libri hai letto nell’ultimo anno?


[GN]: Molto pochi, purtroppo. In tutti i casi non tutti quelli che avrei voluto. Gli impegni di scrittura mi portano via troppo tempo, e alla fine mi trovo sempre a leggere solo le cose che mi servono per la documentazione dei romanzi che devo finire. Allora vediamo un po'… Il quinto giorno di Schatzing, che ha una bellissima idea di base, ma forse qualche pagina tecnica di troppo. Loop di Suzuki, il terzo capitolo della trilogia di The Ring. Imbrobable di Adam Fawer, la fisica quantistica applicata al thriller, molto originale. Poi i romanzi di alcuni amici: Un gioco da ragazze di Andrea Cotti, validissimo poliziesco. Questo è il mio sangue di Matteo Bortolotti, giovane e talentuoso esordiente. Incontro a Duananda di Giancarlo Narciso, molto avvincente. L'eretico del grande Aland D. Altieri, stupendo, primo libro della trilogia di Magdeburg, che prosegue con La furia, appena uscito (e che non vedo l'ora di leggere). Poi ho appena iniziato The cell di King, finalmente il ritorno all'horror del maestro dei maestri. Sono curioso di scoprire cosa avrà architettato questa volta; le prime pagine sono molto belle.


DOM: Ti ritieni il miglior scrittore “di genere” in Italia?


[GN]: Assolutamente no. Credo non esistano gli scrittori migliori.


DOM: Oggi che sei all’apice (secondo me) della tua maturità artistica, cosa ti ha spinto a scegliere di pubblicare per una casa editrice "media" come la Dario Flaccovio?


[GN]: Ti ringrazio per l'apice. Anche se: non vorrei portasse sfiga. Ma dopo l'apice, poi: uno che deve fare? Pubblicare per la Dario Flaccovio Editore, una casa media, permette una dimensione lavorativa più umana, più diretta. Loro sono molto appassionati, operano molto bene, e mi lasciano carta bianca sulle cose che devo scrivere. Poi sono fuori, per ora, dalle logiche perverse che caratterizzano le grandi majors.


DOM: Hai già cominciato a scrivere il seguito della saga di Genia?


[GN]: Sì. Ho già iniziato a lavorarci. In questo terzo capitolo, saranno narrate le vicende antecedenti a quello che accade in Resurrectum, nel 1999, l'anno in cui nasce il Pellegrino. L'anno della cometa. Ti posso anticipare che verrà finalmente raccontata la storia del Conservatore e soprattutto di Rosa. Poi la nascita dell'amore fra Michele Santonero (qua alla sua prima indagine importante) e Angela. Poi frate Tac e la sua Astronave degli esseri perduti… Ci saranno oscuri crittogrammi legati alla forma piramidale e profezie nascoste dentro ad antichi testi accadici. Angeli caduti e demoni dello sguardo. Titolo possibile: Rosa mistica. Uscirà a Gennaio e dovrò consegnare il 31 ottobre. La notte di Halloween, una data scelta apposta: chissà che non porterà bene…


DOM: Altri progetti?


[GN]: In settembre uscirà un libro scritto in tandem con Andrea Cotti per Aliberti, si intitolerà: L'ora buia. Si tratta di due racconti lunghi che messi assieme costituiscono un romanzo vero e proprio, un'operazione narrativa molto interessante. Poi vedrà la luce il terzo romanzo del serial Hydra Crisis che scrivo per Segretissimo di Mondadori (firmato con lo pseudonimo Jo Lancaster Reno). Un racconto su un'antologia intitolata Italian Extreme, curata da Alan D. Altieri per il Giallo Mondadori. Poi c'é un romanzo per ragazzi in visione da Mondadori: La creta oscura, che sperò troverà finalmente la via della pubblicazione. Infine un thriller ambientato nel mondo della Posta che ho in mente da un po'.


DOM: In bocca al lupo per la tua carriera, Nero! Arrivederci ad Armageddon, anima persa che non sei altro...


[GN]: Crepi il lupo (ma solo se è mannaro). E buon Armageddon anche a te, Dom.

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