lunedì 22 gennaio 2007

Lasciami Entrare, di John Ajvide Lindqvist (2006)



Casa Editrice: Marsilio
Anno Edizione: 2006
Codice ISBN: 8831790102
Pagine: 461
Prezzo: 17,5€ pp. 464



Blackeberg è un sobborgo di Stoccolma, nato in un impeto di modernità a cui la gente non pareva essere pronta.
È un quartiere costruito e popolato troppo in fretta.
Sembra quasi che si sia sviluppato da un errore di prospettiva originario, che accrescendosi esponenzialmente si è portato dietro quell’errore fino alla fine, e ora sembra che in tutto ci sia qualcosa che non quadra, niente e nessuno sembra essere al posto giusto.
E proprio a Blackeberg, il cui nome “...fa pensare a quei dolci rotondi di pasta di cocco, magari fa venire in mente la droga...”, nell’inverno del 1981 si scatena la follia sanguinaria di quello che sembra un omicida seriale. Il cadavere di un ragazzo viene ritrovato in un bosco, appeso a testa in giù e totalmente dissanguato. Ed è solo l’inizio di una macabra serie di omicidi apparentemente rituali.
In una Stoccolma già terrorizzata da un sommergibile nucleare sovietico arenatosi nelle acque territoriali svedesi, dove la popolazione vive nell’incubo di un’invasione dei rossi, l’unico a esultare di fronte alle gesta del serial killer è Oskar, un adolescente complessato e sconvolto dalla separazione dei genitori, vittima preferenziale degli atroci scherzi dei compagni di classe.
Oskar si esalta alle imprese dell’assassino, fantasticando sull’imminente giustizia che verrà fatta sui suoi “aguzzini”.
Ma la vita di Oskar cambierà radicalmente dopo l’incontro con Eli, una bambina della sua stessa età che si rivelerà essere una creatura androgina antica e potentissima, portatrice di una terribile maledizione che si rivelerà fatale, sia per i buoni che per i cattivi.
Ma chi è veramente buono, e chi è cattivo in questa storia di contrasti e apparenze?
Proprio come col cubo di Rubik, il giocattolo preferito da Oskar ed Eli, le situazioni si bloccano e si disfano nel momento in cui ogni tassello sembrava aver trovato la giusta collocazione. Solo nell’epico finale (che poi finale non è...) ogni cosa sembra andare finalmente a posto.
Un finale che comunque lascia l’amaro in bocca, perché giustizia viene fatta solo per taluni, anzi lo stesso concetto di giustizia viene sovvertito...
Inserito in un contesto storico molto particolare, quello che segue le disillusioni derivanti dalla fine degli ideali sessantottini e che precede la caduta del muro di Berlino, “Lasciami entrare” è un romanzo di forte denuncia sociale. Non ci sono eroi positivi. Tutto puzza di muffa, sporco, alcol e degradazione. Nessun personaggio è affascinante. I bambini vivono nell’ambito di famiglie distrutte, ed è notevole che nessuno abbia una figura di riferimento paterna. Gli adulti affogano nell’alcol o in vizi beceri quali la pedofilia (altro argomento ostico, qui trattato con una delicatezza e una profondità senza eguali).
In questo romanzo non c’è spazio per il perdono e la pietà. C’è l’amore per la vita che si fa spazio attraverso il sangue per imporsi.
Questo è il romanzo che Dostojevskij non avrebbe mai scritto...

Eccellente opera prima di John Ajvide Lindqvist, ex prestigiatore e autore televisivo e teatrale, “Lasciami entrare” ha il grande merito di aver saputo reinvestire le potenzialità letterarie della figura vampirica in una veste nuova e al passo coi tempi, pur senza rinunciare alle caratteristiche classiche dei non-morti create dai vari Polidori, Le Fanu, Stoker e Rice.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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scusa mio cattivo italiano
arrive detche