martedì 14 luglio 2009

LA MALEDIZIONE DEGLI USHER (di Robert R. McCammon)



Titolo La maledizione degli Usher
Autore McCammon Robert R.
Prezzo € 17,50
Dati 2009, 486 p., brossura
Traduttore Staglianò F.
Editore Gargoyle


New York, 22 marzo 1847. Un gentiluomo in nero entra in un locale malfamato sulla Pell Street, lo “Scuoiamuli”, dove un Edgar Allan Poe malato e depresso trascorre gli ultimi giorni della sua infelice vita. Il gentiluomo in nero si presenta al romanziere come Hudson Usher, fratello di quel Roderick protagonista del celebre racconto di Poe “Il crollo di casa Usher”. Hudson accusa lo scrittore di aver infangato il nome della sua famiglia, celebrando nel racconto la sua rovina ed estinzione, mentre in realtà la Casata degli Usher vive e prolifera, e la famosa Gatehouse è ancora in piedi, forte e resistente agli attacchi del tempo come a quelli di scribacchini da strapazzo come lui...
Dopo aver offeso e umiliato Poe, Hudson Usher esce dal locale soddisfatto: il suo obbiettivo era appurare se lo scrittore, che si era avvicinato moltissimo, col suo racconto, alla verità sulla sua famiglia, lo avesse fatto dopo aver scoperto i terribili segreti che la circondano, o solo per un caso fortuito abbinato alla sua fervida fantasia, e ora è certo che si è trattato del secondo caso. A Poe non resta molto da vivere. Hudson Usher non ha più nulla da temere...

New York, primi anni ’80 del secolo scorso. Rix Usher è uno scrittore di best sellers horror, in crisi d’ispirazione dopo la tragica e inaspettata morte per suicidio di sua moglie.
Rix è la pecora nera della Casata Usher. Ha abbandonato la Gatehouse anni prima, rinnegando radicalmente i principi che la governano (lui è un pacifista convinto, mentre il resto della famiglia vive degli immensi proventi che derivano dalla fabbrica di armi che gestisce da generazioni).
Ma ora il destino sembra volersi accanire contro di lui: dopo la perdita dell’adorata moglie e la conseguente crisi creativa, anche gli editori cominciano a girargli le spalle, respingendo il suo ultimo manoscritto; inoltre, la sua salute peggiora di giorno in giorno: è il Morbo degli Usher, la misteriosa malattia che colpisce, da secoli, ogni membro della sua famiglia, con attacchi di panico che sfociano in una ipersensorialità impossibile da sopportare, fino a progredire in un vero e proprio, repentino, disfacimento organico. Lo stesso Morbo che affligge, ormai allo stadio finale, suo padre Walen. È per questo motivo che Rix viene richiamato d’urgenza alla Gatehouse: suo padre sta morendo e bisogna scegliere l’Erede, colui a cui spetterà il compito di gestire l’immenso patrimonio Usher, la fabbrica d’armi e tutto il complesso meccanismo d’affari della famiglia. A contendersi l’enorme torta sono soprattutto suo fratello Boone, sadico gestore di un’agenzia di freaks (scherzi della natura) e sua sorella Katt, modella di livello internazionale.
Tornato, suo malgrado, alla dimora familiare, Rix trova ad attenderlo Edwin Bodane, capo della servitù, l’unica persona in quella casa per cui Rix prova un affetto simile all’amore filiale. Le emozioni e i sentimenti che si impossessano di Rix al ritorno a casa sono contrastanti: la repulsione per i soldi sporchi di sangue che potrebbe essere costretto a ereditare, la paura per la Loggia (spaventosa e lugubre cattedrale che sorge in mezzo al tenebroso lago della tenuta), il riemergere dalla profondità dei suoi ricordi d’infanzia (a causa di recenti, inquietanti episodi), di strane leggende mitiche e spaventose legate alla sua famiglia, come l’Uomo delle Zucche, il demoniaco ladro di bambini, e Greediguts, l’enorme pantera dalle sembianze umane e la coda di rettile, si oppongono alle voci interiori che invece bramano il possesso della proprietà e alla follia omicida che ogni tanto sembra impadronirsi dello scrittore. Tra l’altro, dopo il ritorno a casa, la sua salute sembra migliorare a vista d’occhio.
La scoperta di abbondante materiale documentario e fotografico, anche molto antico, che suo padre Walen aveva fatto trasportare precedentemente dalla Loggia per motivi oscuri (ma legati, pare, alla realizzazione di una misteriosa quanto micidiale nuova arma da guerra, denominata "il Pendolo"), risveglia la creatività di Rix, intenzionato a scrivere la storia della sua famiglia.
Ma qui cominciano i guai veri: un giornalista locale, Wheeler Dunstan, e sua figlia Raven stanno scrivendo la stessa storia, raccogliendo con zelo, e contro ogni difficoltà, materiale attendibile già da molti anni. Perché? E perché gli abitanti della Briartop Mountain sono tanto ostili nei confronti di chi cerca di indagare sulle misteriose scomparse di bambini che da secoli si susseguono in quella zona della tenuta Usher?
E da dove derivano gli strani poteri di Newlan Tharpe, un giovane montanaro miracolosamente scampato (a differenza del suo fratellino) a un’apparizione notturna dell’Uomo delle Zucche? E chi è il misterioso Re della Montagna, che vive in una stranissima zona in cima alla Briartop Mountain, disseminata di rovine derivate da un’antica, leggendaria “Caduta delle Comete”? Questi e altri oscuri misteri si dipanano lungo tutta la trama del romanzo, fino all’apocalittico finale, quando tutte le forze, sia quelle del Bene che quelle del Male, si saranno schierate sulla scacchiera infernale della Loggia, in una sarabanda pirotecnica a base di incantesimi e magia nera degna di un romanzo della saga di Harry Potter...

Con “La maledizione degli Usher”, Robert R. McCammon ha voluto confrontarsi con un classico della letteratura mondiale, proseguendone la storia (laddove Poe l’aveva terminata) in modo credibile. Impresa non facile, ma McCammon ce l’ha fatta, e di questo bisogna rendergli merito. Certo, il finale ‘dark fantasy’ assottiglia un poco lo spessore generale della trama, ma de gustibus...
Gli appassionati di Edgar Allan Poe esulteranno o si sdegneranno per questo libro, ai posteri l’ardua sentenza... Ma nessuno potrà dire che non si tratta di un romanzo all’altezza della fama di McCammon, uno dei Grandi Maestri della letteratura horror americana!

(recensione a cura di) Domenico Nigro

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