lunedì 18 maggio 2009

Il 18° Vampiro (di Claudio Vergnani)




Titolo Il diciottesimo vampiro
Autore Vergnani Claudio
Prezzo € 14,00
Dati 2009, 544 p., brossura
Editore Gargoyle



“Mosche bianche”: è l’espressione che un mio conoscente usò, non molto tempo fa, per definire un notevole e tuttavia misero numero di persone sparse per il mondo, che abitualmente apprezzerebbero, nell’arte, ciò che è pregevole. Per dirla con più rigore, ciò che può dirsi davvero Arte. Bianche, ossia rare, ed è misero questo numero, certo, giacché quanto è deprecabile va per la maggiore, come queste siffatte mosche - con loro, nostro grande dispiacere e disappunto - ben sanno. E va così tanto per la maggiore - sono, ovvero, così pieni gli scaffali delle librerie, e da così lungo tempo, di quanto è infamante e deleterio, ad esempio, per l’Horror - che molti fra noi raffinati potrebbero infine disdegnare certe pubblicazioni a priori, per perdute speranze cioè, e disincanto cronico. Figuriamoci, poi, se l’argomento sono i vampiri. Bisogna guardarsi da questo errore tuttavia, per quanto difficile. Oggi, ad esempio, nelle librerie c’è Il 18° Vampiro di Claudio Vergnani.
Modena e immediati dintorni. Case cantoniere. Porcilaie in disuso. Acquedotti. Chiuse di fiume. Edifici fatiscenti. Luoghi marci, regno di un abbandono ed un degrado feroci, turbati solo dal riversarvisi, all’alba, di una disperata, terrificante orda di non-morti: abomini tanto degenerati e disfatti quanto capaci di seminare morte e di sopravvivere agli assalti ingenui di chi vorrebbe sterminarli, piuttosto che limitarsi semplicemente ad infastidirli nel loro scopo. Simili desolati luoghi sono i covi che per primi verranno esplorati da un gruppo di uomini quasi altrettanto miserabili, mercenari di vampiri, assoldati da una enigmatica donna denominata “l’amica”. Un’impresa di derattizzazione: questo è l’approccio psicologico che sembra animarli nella lotta contro l’orrore. Ma è un approccio che ha vita breve. Durante il giorno, i vampiri possono essere vigliaccamente annientati, nel più pratico e brutale dei modi.
Soverchiati da un terrificante ignoto che si accorge del loro insignificante operato ed infine reagisce, i cacciatori finiranno per ritrovarsi a gestire la necessità d’indagarlo, questo sinistro ignoto, e nel bel mezzo dell’avvilente impossibilità di recare ai spaventosi nemici qualche danno durante la notte; una notte che rovescia i ruoli e li designa come prede certe, senza speranza. Un’agghiacciante episodio, il vano e scioccante tentativo di uccidere un vampiro di notte alle vasche di decantazione, rivelerà alla combriccola il nome di una località medievale dell’Appennino che ha nome Corsano. Qui, imbattutisi nella Rocca e nelle sue sale teatro dell’empio, incontreranno ciò che avrebbero voluto solo capire, ovvero un “Maestro”: il 18° Vampiro. Allora Claudio, Emil, Vergy, Gabriele, Maurizio, “l’Amica”, si vedranno costretti a vivere e tuttavia recitare la crudele parodia di una fuga, vigilata e seminata di orrori dagli stessi vampiri fedeli al Maestro e alle regole spietate del suo gioco; e ciò solo per ritrovarsi poi testimoni di un ultimo pandemonio in stile Matheson o Romero ( “Io sono leggenda”, “Zombi”), nonché a dover necessariamente tentare l’impossibile: uccidere il 18° Vampiro.
Il primo romanzo dell’esordiente Claudio Vergnani è scritto benissimo. Vale a dire che nulla è superfluo, nulla è ridicolo o affettato; tutto è particolarmente credibile e dunque efficace: dalle personalità e dalle vicissitudini emotive dei protagonisti, ai loro dialoghi e reazioni di fronte all’incubo orrorifico; dall’ottima descrizione dei luoghi che fanno da teatro alla trama, alla suspense che precede l’orrore, felicemente resa, e invece disgraziatamente disertata da tanti moderni scrittori. I vampiri di Claudio sono terribili. Non cercano la vena da perforare, né hanno canini particolarmente lunghi ed affilati per farlo. Una premessa cannibale è il mezzo attraverso cui arrivano al sangue; e a metà del libro dovrete sorprendervi a riconoscere di non esservi accorti dell’entrata in scena dell’elemento soprannaturale, per quanto questo è sposato in modo agghiacciante alla realtà, rendendo il tutto particolarmente...inquietante...

Nato a Modena, svogliato studente di liceo classico, ancor più svogliato fuoricorso di Giurisprudenza, Claudio Vergnani preferisce passare il tempo leggendo, giocando a scacchi e tirando di boxe. Allontanato dai Vigili del Fuoco, dopo una breve e burrascosa parentesi militare ai tempi del primo conflitto in Libano, sbarca il lunario passando da un mestiere all’altro, portandosi dietro una radicata avversione per il lavoro. Dalle palestre di body building alle ditte di trasporti, alle agenzie di pubblicità, alle cooperative sociali, perso nei ruoli più disparati, ma sempre in fuga da obblighi e seccature. Il 18° Vampiro è il suo primo romanzo.

(recensione a cura di) Bruno Maiorano

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